Ho avuto una vita molto difficile e dura e ho sempre superato tutti gli ostacoli con forza. Mi sono fidanzata molto presto, a dodici anni, lui è l'amore della mia vita e siamo stati insieme sette anni. So che è difficile da immaginare ma la nostra storia era molto più seria e importante di quelle degli adulti, dato che abbiamo dovuto superare momenti orribili. L'anno scorso l'ho lasciato per vari motivi e quando pentita gli ho chiesto di tornare mi ha detto di non amarmi più. Mi sembra stupido anche dirlo, perché ero davvero convinta di essere una persona forte, che non sarebbe mai stata assorbita da questo vortice, invece da quel giorno ho avuto gravi attacchi di panico, crisi isteriche e commesso atti folli. Non riesco a dormire, a mangiare, ho perso quasi trenta chili. Ho paura della morte ma ancora di più di vedere l'unica persona di cui mi sia mai fidata vivere e sorridere senza di me. Ho bisogno di lui. Ho paura di seguire la mia scelta, non voglio deludere i miei genitori e la mia famiglia ma non riesco nemmeno a vivere così, non so cosa fare. Vorrei spegnere il mio cervello e le mie emozioni.
Carissima Giulia, la fine di una storia è sempre dolorosa, indipendentemente dall'età o dalla durata, si affronta il tutto per la perdita di qualcosa di molto importante e si possono sperimentare sentimenti molto profondi di tristezza, depressione e malinconia, comprese sensazioni di non farcela. I sintomi che descrive ci dicono che questo passaggio della sua vita è molto faticoso, e che sta incontrando delle difficoltà nell'affrontarlo. Non esiti ad affidarsi a professionisti, scoprirà che quando avrà aperto uno spazio di pensiero e di condivisione di questo macigno che si porta quotidianamente addosso all'interno di una relazione di cura caratterizzata dall'ascolto empatico e dall'assenza di giudizio per le sue azioni, anche l'agitazione si placherà. Nel frattempo, la abbraccio!
Giulia, Buongiorno.
Comprendo il dolore, la paura e la mancanza che emerge dal suo messaggio.
Per “spegnere cervello ed emozioni” come dice lei, un modo c’è: comprenderle, accettarle, viverle e superarle. Da soli a volte non c'è la si fa, per questo la miglior cosa che possiamo fare è chiedere aiuto, affidarci ad un professionista che sappia guidarci alla riscoperta di noi stessi.
Se vuole, mi contatti!