L’esperienza del lutto e della perdita è certamente tra le più dolorose e faticose da elaborare e superare.
Prima o poi nell’arco dell’esistenza ogni essere umano si confronta con la perdita di un’amicizia, una persona cara, un lavoro fonte di sicurezza economica e riconoscimento professionale, o la scomparsa di un animale domestico al quale si era legati con una intensità pari a quella provata per una persona.
Quando si è adulti in qualche modo si è maggiormente preparati agli eventi stressanti: prima o poi la ruota della vita e della morte gira incastrando nella sua spirale chi ci è caro e amato.
Ma come reagisce un adolescente o un minore che inaspettatamente deve fronteggiare l’esperienza della morte di un amico, un familiare, una persona cara?
Quali sono gli strumenti che un adulto può fornire per aiutarlo ad accettare e superare il dolore e lenire le ferite che inevitabilmente squarciano e devastano l’interno?
Diverse volte mi è capitato di affrontare in classe con gli alunni l’argomento della morte, in conseguenza alla scomparsa di una maestra precocemente stroncata da un malattia, o un genitore vittima di un incidente, un fratello la cui giovane vita è stata strappata via in autostrada, investito da un irresponsabile ubriaco al volante.
Come aiutare il minore che subisce il trauma della scomparsa precoce di un familiare a integrare il suo dolore incoraggiandolo a ritrovare la fiducia nella vita che inevitabilmente prosegue?
E inoltre come aiutare e sostenere i compagni di classe che vivono di riflesso l’angoscia del compagno colpito dalla perdita?
Gli insegnanti con cui collaboro e con i quali ho instaurato da anni un rapporto di fiducia e rispetto reciproco, nelle situazioni di lutto mi interpellano affinché attraverso qualche intervento in classe io possa sciogliere i nodi e facilitare l’espressione delle forti emozioni che avvinghiano i ragazzi, lasciandoli inermi e bloccati.
Ed io accetto, preparandomi all’incontro con responsabilità e serietà, facendo appello in primis ai miei personali sentimenti ed esperienze riguardo alla perdita. Parto dal presupposto che si può trasmettere
Solo ciò che si è vissuto in prima persona!
I ragazzi amano ascoltare le esperienze concrete e reali degli adulti, detestano prediche e ammonimenti, e riescono ad apprezzare e riconoscere la profondità di un messaggio veicolato attraverso la testimonianza di una esperienza personale.
Quindi il primo passo con i ragazzi implica il rispetto per i sentimenti che stanno provando, autorizzare e legittimare la tristezza, il dolore, la rabbia per una perdita percepita prematura, ingiusta, inaspettata.
E' importante che il minore avverta che la sua reazione rientra nella normalità, dinanzi alla morte non si è mai preparati anche nei casi di una morte annunciata o prevedibile a causa di UNA MALATTIA TERMINALE.
Fondamentale in un secondo momento che l’adulto riporti qualche frammento di un suo vissuto inerente la scomparsa di un caro, sottolineandone sia l’aspetto della INEVITABILE FERITA, che dei ricordi positivi lasciati come traccia indelebile.
Ogni persona continua in qualche modo a vivere in chi l’ha frequentata e conosciuta profondamente, attraverso l’esperienza trasmessa, gli esempi di vita o gli episodi condivisi.
I ragazzi nell’ascolto di chi ha già attraversato il lutto, trovano spunti di identificazione, emulazione, rassicurazione…avvertono di non essere strani, isolati o ingabbiati in un dolore che al momento appare eterno, insuperabile, intramontabile.
Occorre sottolineare quanto essenziale sia la dimensione del tempo nel superamento ed elaborazione del lutto. Per essere assimilato e digerito adeguatamente ogni evento deve essere pazientemente accompagnato dalla clessidra del tempo…che scorre inesorabile rilasciando granelli di memoria ma anche di oblio ristoratore.
E` essenziale che i ragazzi possano lasciar fluire su carta pensieri, riflessioni, paure, considerazioni
riguardo all’evento luttuoso…Utili alcuni suggerimenti ed indicazioni da parte dell’adulto
Ad esempio sollecitare che forma di aiuto fornire al compagno che ha subito la perdita, riflettere sulle conseguenze del lutto, invitare all’individuazione di risorse riflessioni atteggiamenti o comportamenti nuovi da adottare in seguito all’evento traumatico.
Nello scrivere, la forma anonima è quella prediletta in modo che successivamente si possa condividere il materiale emerso evitando il riconoscimento dell’autore. Questa premessa rende ognuno libero di aprire il suo interno , lasciando defluire attraverso la penna emozioni e pensieri che altrimenti rimarrebbero ingabbiati.
Estremamente liberatoria e rassicurante risulta alla fina la lettura condivisa: si attiva il riconoscimento dei vissuti altrui, l’identificazione, l’integrazione di soluzioni, risorse e strategie utili e funzionali a lenire il dolore, accettarlo nella sua ineluttabilità…
Ci si sente più uniti, perché come recita un motto di San Tommaso:
nella condivisione la gioia si moltiplica e il dolore si divide.
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