Buongiorno.
Purtroppo più di due mesi fa ho perso improvvisamente mio padre, di quasi 85 anni, a causa di un infarto. Per me è stato uno shock, in quanto non avevo compreso quanto il suo stato di salute fosse precario; a causa della pandemia aveva fatto meno controlli cardiologici, alcuni segnali di allarme non erano stati correttamente interpretati dagli stessi medici ma, soprattutto, negli ultimi giorni gli ho fatto interrompere - senza consultare un medico e pur sapendo che poteva essere pericoloso - un antiaggregante per fare un esame medico e temo che questo sia stato oggettivamente la causa della sua morte improvvisa. E oltretutto nei giorni/settimane precedenti avevo avuto qualche brutto ma indistinto presentimento, che ho visto poi realizzarsi davanti ai miei occhi.
Ho letto che dopo un lutto capita spesso di sentirsi in colpa per vari motivi, ma ho paura che il mio senso di colpa sia insormontabile e mi tolga del tutto la voglia di vivere; mi sto trascinando giorno dopo giorno svolgendo le attività quotidiane ma ho completamente perso la voglia di vivere.
Ne ho parlato con tante persone a me vicine e ho iniziato a farmi seguire da una psicologa, avendo già svolto in passato una psicoterapia. Però non so se mi questo mi aiuterà e ho paura di non farcela.
La mia vita è cambiata improvvisamente, mio padre era fondamentale per mia madre, invalida, e di conseguenza per me, che non ho una mia famiglia e adesso devo necessariamente stare vicino a mia madre.
Non riesco a capire se sia più grande il mio dolore per la perdita di mio padre o il mio senso di colpa.
Non mi do pace per quello che ho fatto e non ho più stima di me stessa. Grazie