Buongiorno, ho perso mia figlia lo scorso anno, dopo una lunga malattia che è durata due anni. Due anni in cui abbiamo vissuto in simbiosi, alternando paura a speranze. Dopo qualche giorno dalla sua morte, mi sono affrettata a regalare molti suoi oggetti. Ho svuotato i suoi mobili e regalato i suoi vestiti. Temevo che col tempo il dolore sarebbe diventato più forte e avrei fatto della sua stanza un santuario. Da un lato credo di aver fatto bene, dall'altro ora soffro molto per aver gettato i bicchieri di una famosa caffetteria che c'è in tutto il mondo, con scritto su la città di dov'era stata e il suo nome (lei ci teneva moltissimo). E poi di aver svuotato un cassetto della sua scrivania, pieno zeppo di accendini, che lei aveva messo a posto nei primi tempi della malattia. Me lo aveva fatto vedere orgogliosa di aver fatto qualcosa nonostante il suo malessere. Io non mi so perdonare...
Salve Anna, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Le sono vicino per questo terribile lutto.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Roma
Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online
Gentile Anna,
la morte di un figlio, come purtroppo lei ben sa, è una delle prove più terribili a cui la vita ci può sottoporre.
Uno dei meccanismi difensivi più frequenti che adottano gli esseri umani, in modo inconsapevole, in questi casi è trasformare il dolore in rabbia.
La rabbia, infatti, è un'emozione, per quanto negativa, più facile da maneggiare nei confronti di un dolore così grande.
Concentrarsi sui bicchieri o sugli accendini è una strategia mentale involontaria per tentare di sopire il dolore trasformandolo in rabbia.
Nella realtà, Lei non deve colpevolizzarsi per nulla, è stata un'ottima madre e ha fatto tutto quello che era umanamente possibile, e anche di più, per stare vicina a sua figlia che, anche se per troppo poco tempo, ha goduto del suo amore. Nessun essere umano è perfetto ovviamente e lei non deve rimproverarsi per aver adottato delle strategie che, in quel momento, nello stato d'animo di allora, le sembravano le più idonee.
Un abbraccio forte
Alberto Vito
Napoli
Il Dott. Alberto Vito offre supporto psicologico anche online
Cosa non puo' perdonarsi? Il tentativo di arginare un dolore infinito, disfacendosi di oggetti che le ricordavano sua figlia? Pensava davvero che regalando le sue cose avrebbe sofferto meno? No, io non lo credo. Io penso che lei nella disperazione per un evento che è contro natura, abbia solo fatto quello che in quel momento sentiva che non l'avrebbe fatta crollare di più e ha fatto bene. Non ha bisogno di oggetti per ricordare sua figlia, il suo odore, le sue espressioni, la sua pelle, non ne ha bisogno di sicuro. Le auguro davvero ogni bene.
Napoli
La Dott.ssa Paola Guarino offre supporto psicologico anche online
Signora Anna, mi dispiace enormemente per questa perdita, così innaturale quanto disarmante. Posso solo immaginare cosa possa significare dover accompagnare la propria figlia in questo percorso così doloroso ed alienante, che è quello di una malattia. Lei ha dimostrato molto coraggio nello scrivere questo messaggio, di aiuto e di ascolto. Parlare con uno specialista sono sicura che può aiutarla ad affrontare questo dolore, ed a trovare un pò di luce in questo buio profondo che sta vivendo ora. Ha bisogno di essere ascoltata e guidata nella scalata più difficile che la vita le ha messo davanti. Andare avanti nonostante questa perdita.
Sono sicura che troverà giovamento nel parlarne e nel farsi ascoltare. E se vorrà io sono lieta di poterla aiutare.
Dott.ssa Cozzolino Alessandra
Napoli
La Dott.ssa Alessandra Cozzolino offre supporto psicologico anche online