Ho perso mio marito 6 mesi fa dopo una malattia aveva 54 anni, il mio primo figlio di 18 anni soffre dentro cerca di non manifestare il suo dolore, ma io so che sta soffrendo terribilmente, la seconda invece di 16 anni ogni tanto si sfoga in un pianto. Io piu vado avanti e peggio sto, mio marito mi manca da morire, e sono in preda a paure di ogni genere. Ci siamo chiusi nel nostro silenzio facendo finta di niente, parliamo di tutt'altro e non apriamo l'argomento. Vorrei sapere qual'è il comportamento giusto da adottare per aiutare a parte me stessa , ma principalmente i miei figli.Grazie!
Cara Rosalba, il lutto è una delle esperienze più dolorose che la vita ci offre, e la sofferenza ad esso legata e il modo in cui questa sofferenza si esprime è del tutto soggettiva sia per quanto riguarda l'intensità che i tempi. Il lutto implica necessariamente la presenza di emozioni negative, come la disperazione, il senso di impotenza, la non accettazione dell'accaduto e spesso questo doloro viene respinto, represso, per cercare di apparire forti alle persone che ci sono vicino ma questo non è il modo giusto di affrontarlo, reprimere le propire emozioni ed evitare l'argomento non fa altro che aumentare queste emozioni internamente che vengono fuori poi in altre forme come ad esempio attacchi di panico o le "paure di ogni genere" di cui parlava.
Quello che io le posso consigliare è innanzitutto di rendersi consapevole di queste emozioni dolorose e si prenda del tempo per viverle, piangere, sfogarsi, cacciare fuori la sua rabbia scrivendo un diario ad esempio o se ha difficoltà in questo potrebbe affidarsi ad un terapeuta così che possa aiutarla al meglio a gestire queste emozioni difficili... Le consiglierei di riunirsi con i suoi figli e condividere questo dolore, e invece che evitare l'argomento potreste mantenere vivo il ricordo di suo marito, parlando dei momenti belli passati insieme, riguardare vecchie fotografie, ricordare aneddoti simpatici, che sarà iniziamente molto doloroso ma aiuterà pian piano ad elaborare la perdita e a rivivere emozioni che vi faranno stare meglio.
Se ne avesse bisogno io sono disponibile per un incontro gratuito.
Un caro saluto
Salve Rosalba,
purtroppo ho avuto modo di incontrare diverse famiglie nella sua stessa situazione, e per esperienza le posso dire che per affrontare l'argomento ed uscire dal silenzio bisogna concedersi del tempo. Non è facile parlare di questa terribile esperienza quando ci si sente ancora molto colpiti ed afflitti dal dolore per la perdita. In quanto genitore lei deve farsi forza per i suoi figli, cercare di andare avanti e aiutarli ad uscire dal silenzio e dall'isolamento. Tutto ciò, però, come ho già detto, non deve per forza essere fatto adesso, anzi cerchi di darsi del tempo, recuperare le forze e vedrà che piano piano, magari con l'aiuto di qualcuno (professionista, amica o familiare, a seconda di quello che lei ritiene più opportuno per se stessa) riuscirà ad adottare il giusto comportamento per supportare i ragazzi, ora come nel futuro.
Gentile Rosalba,
In questo momento ognuno a modo proprio vive questo enorme dolore in modo solitario. Bisognerebbe invece condividere ogni emozione, ogni pensiero, ogni lacrima legata a questo evento luttuoso, fare questo alleggerirebbe pian piano il peso di ognuno e vi aiuterebbe ad elaborare insieme questo enorme dolore. Anche ricordare i momenti belli trascorsi con la persona cara potrebbe aiutare.
Credo sia utile mettersi in contatto con un esperto che possa mettere insieme il vostro dolore, a condividerlo e ad alleggerire il vostro peso.
Per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi,
Cordialmente.
Napoli
La Dott.ssa Giuseppina Barra offre supporto psicologico anche online
La morte di una persona cara ci trova quasi sempre impreparati, e ancora più spesso, come adulti, incapaci di fornire aiuto perchè a nostra volta abbiamo bisogno di capire cosa è successo. Quindi è comprensibile che la difesa immediata ad un dolore così intenso sia la chiusura e l'isolamento reciproco. Ma forse l'unica strada è cercare di infrangere questa barriera e avvicinarsi ai suoi figli, facendoli partecipi del Suo dolore di persona adulta, di madre e di moglie, riconoscendo a loro che anche l'adulto è spesso incapace di fornire aiuto, anzi ammettendo apertamente che anche Lei ha bisogno di elaborare questa perdita. E' all'interno della Vostra famiglia che i suoi figli cercano delle risposte che possono trovare. Hanno bisogno di attenzione, di conforto di poter esternare il loro dolore e anzi Lei dovrebbe stimolarli a parlare il più possibile. Ovviamente, se come Lei dice non si sente in grado di assumere questo ruolo, forse è il caso di cercare l'aiuto di uno specialista. Coraggio.
Carissima signora Rosalba,
l'elaborazione del lutto è una fase del ciclo di vita di ciascuno che spesso risulta molto difficile da superare. In un lutto si elaborano una serie complessa di emozioni e sentimenti non solo in relazione alla persona scomparsa ma anche legati a se stessi e al propio mondo interno. Dalla mail che leggo emerge tutto il suo dolore e quello dei suoi figli ma emerge anche tanta solitudine in cui ciascuno di voi si è confinato nell'affrontare questo delicato momento. Di certo non esistono regole precise da seguire, ciò che però mi sento di suggerirle è di non bloccare le emozioni ma di farle fluire, farle circolare e anche condividerle con i suoi figli perchè solo così possono avere il modo di essere elaborate. Il dolore che circola è un dolore che si elabora, che non logora dall'interno e che può consentire anche di far ritrovare un'unità familiare che in questo momento sembra perduta. Non abbiate paura di mostrare il vostro dolore l'un l'altro, ma riunitevi intorno ad esso e al ricordo della persona scomparsa e riuscirete a trovare una nuova forza per sostenervi l'un l'altro ed andare avanti.
La abbraccio.
Gentile Rosalba,
mi dispiace per questa sua grave perdita ma non posso esimermi dal dire che deve farsi forza ed andare avanti per se stessa e per i suoi figli.
Chiudersi nel silenzio e non comunicare i propri sentimenti e il proprio stato d'animo è sbagliato ed è una forma di difesa che non aiuta l'elaborazione del lutto e mette distanza emotiva anche tra lei e i ragazzi. Quando si accorge che suo figlio è triste perchè sta pensando a suo padre o vede che sua figlia piange deve avvicinarsi a loro e comunicare su quel dolore dando l'esempio che non è bene isolarsi e non dare parole al dolore. Infatti anche questo è un buon modo per mantenere la presenza, benchè non fisica, della persona mancante.
In questi giorni di commemorazione dei defunti vada "insieme ai suoi figli" a recitare una preghiera e mettere un fiore sulla tomba di suo marito.
Tenga però anche presente che è bene riprendere normalmente le proprie occupazioni e questo vale sia per lei che per i suoi figli.
Il processo mentale di elaborazione del lutto ha tempi variabili ma può essere facilitato da un percorso anche breve di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Gentilissima,
il lutto è sempre un momento delicato per l'intera famiglia...e la sensazione è che si sia persa non solo la persona tanto amata, ma anche una parte di sè. Sicuramente, può esservi di aiuto stringervi intorno a questo dolore e avere il coraggio di condividerlo, di parlarne, di raccontarlo, anche se fa paura e le nostre più intime difese ci inducono a trattenerlo e reprimerlo.
Il lutto è un percorso e, come tale, ci vuole tempo prima che venga elaborato: si conceda di provare tutte le emozioni che ha dentro e abbia cura e premura del dolore suo e dei suoi figli.
Resto a disposizione
Napoli
La Dott.ssa Valentina Nappo offre supporto psicologico anche online
Cara Rosalba mi dispiace molto per la terribile perdita. Un lutto è un evento di perdita che va affrontato ed elaborato. Non parlare, non comunicare il proprio dispiacere, non confrontarsi nelle lacrime e nel dolore, blocca o ritarda la fase di elaborazione. Capisco che tutti voi lo fate nell'intenzione di non ferirvi reciprocamente ma provate a comunicare maggiormente.
Ci possono essere situazioni in cui è difficile comunicare il dolore della perdita e trovare una prospettiva per andare avanti.... in questo caso chiedete un aiuto psicologico familiare.
Mi faccia sapere, se vuole ci possiamo sentire telefonicamente o di persona.