Salve Emanuele,
ho letto solo ora la sua lettera che vorrei esaminare con lei.
"Passerà... passerà!" è una affermazione che spesso utilizzano le persone che intendono, in modo semplicistico, rincuorare l'interlocutore che sta attraversando una sofferenza, in genere senza sortire nessun effetto se non frustrazione nella persona che soffre e che avrebbe bisogno di sentirsi dire altro .
La sua lettera è sintetica e mancano dati importanti come i tempi esatti degli avvenimenti; riferisce che la sua compagna/moglie l'ha tradito (e avrebbe anche avuto un figlio con l'amante) quando ai suoi figli avevano tre e un anno, ma non specifica di che epoca stiamo parlando. Sapere quanto tempo è trascorso dall'evento è importante soprattutto quando si tratta di una vicenda luttuosa, intendendo con questo termine una condizione di perdita di qualcosa o di qualcuno per noi molto importante. Consideriamo quindi "lutto" la morte di una persona cara, ma anche la perdita di un lavoro oppure un divorzio coniugale. Quando si subisce un lutto la mente ha bisogno di un periodo di tempo adeguato per elaborare la perdita e riprendere in mano la propria vita.
Pur essendo sempre un vantaggio farsi aiutare da uno psicologo per superare una condizione di sofferenza emotiva, bisogna tenere in conto che ci sono tempi tecnici per digerire il dolore.
Di contro, se lei stesse facendo riferimento a qualcosa avvenuta più di un anno fa e che si mantiene immutata nella sua mente generando malessere, dolore e disturbo… allora potremmo avanzare l'ipotesi di un processo traumatico.
Quando un evento destabilizzante interviene nella nostra vita può creare una ferita al Sé, alla nostra identità e continuare ad interferire nella nostra vita, nella nostra quotidianità, attraverso pensieri angoscianti, rimuginazioni e sintomi.
È necessario procedere alla elaborazione del ricordo traumatico per riprendere le redini della nostra vita e lasciare l'evento nel passato.
Io lo faccio con le persone che seguo utilizzando l'EMDR.
Saluti