Perdita di entrambi i genitori

Joey

Salve,
2 mesi fa ho perso mio padre di tumore. Stessa malattia che si è portata via mia madre 9 anni fa.
Sono una neo mamma, per fortuna, mio figlio mi dà tanta forza. Mi sono trasferita all'estero da poco tra l'altro.
Io provo a essere forte, è solo che mi sento così persa e sola, che non vedo una luce in fondo al tunnel. Ci sono giornate in cui vorrei solo rannicchiarmi sotto le coperte e rimanere là a non fare nulla. Vorrei immergermi nelle loro cose (se le avessi con me) e piangere. Non so uscirne. Non riesco ad arrivare all'accettazione, non posso pensare che non potrò mai più essere una figlia e che non ho un posto dove rifugiarmi o qualcuno che si prenda cura di me. Mi sento tremendamente in colpa a pensare ste cose perché come già detto sono madre. Ma proprio sono disperata. Aiuto.

12 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno, credo che lei abbia bisogno di un consulto dal vivo. Il suo vissuto e’ troppo pesante per gestirlo da sola. La situazione descritta ( in maniera molto precisa e Lucida) e’ di mia competenza, quindi se vuole mi contatti pure. Non esiti a farmi le Domande che potrebbero servirle o i dubbi che le vengono in mente. A volte, può servire anche un confronto breve, non è detto sia necessaria per forza una terapia.

 

Dott.ssa Alice Conte

Dott.ssa Alice Conte

Trieste

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Gentile utente,

il lutto è un evento che viene vissuto in tanti modi differenti a seconda delle persone. Lei sta affrontando la perdita di un genitore, che è una delle più importanti. Soprattutto, perchè è il suo secondo lutto di questo tipo. Generalmente le tempistiche per metabolizzare questo evento variano da settimane a qualche mese. Si dia tempo per rimettere insieme tutti i pezzi. E' normale vivere situazioni e stati d'animo così forti, nel suo caso.

Lei sostiene che non può accettare il fatto di non esseremai più figlia. Ma con la morte dei genitori non si smette di essere qualcuno. Cessa un ruolo sociale (quello di "figlio"), ma dentro di noi portiamo la coscienza di quello che siamo stati, che si ripercuote anche su quello che siamo e su quello che saremo. Lei è ancora "figlia", perchè nella sua storia di vita ci sono stati dei genitori; lo sarà sempre.

Non si tormenti con i sensi di colpa che, per quanto possano essere razionali, non portano a nulla di funzionale. Si ricordi che nel suo stato è normale avere pensieri "brutti", proprio perchè l'attivazione emotiva porta a fare dei ragionamenti coerenti con la tipologia di emozione. Se sono triste, mi sarà più facile fare dei pensieri tristi e da qui riflettere sui miei pensieri ed avere delle emozioni negative. Viceversa, se sono felice, mi sarà più facile avere pensieri di questo tipo. E' un fenomeno noto come Mood Congruity Effect.
Se non dovesse riuscire da sola a riprendere il controllo della sua vita entro qualche mese, perchè non prova a rivolgersi direttamente ad un collega della sua zona? Potrebbe giovarle.

Buongiorno Joey,

la perdita di un genitore può essere molto destabilizzante e lei ha dovuto subire la perdita di entrambi i genitori, nonostante la sua giovane età.

La sua sofferenza è assolutamente legittima e sta sperimentando sentimenti di tristezza intensa e umore basso che andrebbero attenzionati.
Sarebbe d'aiuto anche per suo figlio se lei potesse prendersi cura di sè in questo momento di fragilità e difficoltà.

Trovandosi all'estero potrebbe richiedere di intraprendere un percorso psicologico online (via Skype), che risultano essere efficaci nella mia esperienza professionale.

Le auguro di trovare la serenità che merita,
e resto a disposizione per ulteriori informazioni.

 

Cara Joey, l'elaborazione del lutto è un processo emotivo che po' durare molti mesi. Lei ha parlato di accettazione. Il lasciare andare purtroppo diventa difficile se l'emozione predominante è la rabbia. Non siamo pronti a perdere i genitori, mai, quando c'è un rapporto autentico d'amore. Ma si può superare la rabbia e il lutto stabilendo un rapporto spirituale con i nostri cari. Perderli nel quotidiano richiede accettazione. Ma ricercare un dialogo interiore, con la meditazione o la preghiera po' essere di consolazione. In quanto al suo trasferimento all'estero e il bimbo, chieda aiuto. Recuperi relazioni con persone di fiducia che possano rispettare questo suo momento di stanchezza fisica e mentale. Assecondi il suo bisogno di riposare e cerchi nuove relazioni di sostegno. Il baby blues , una insistente tristezza e astenia nel post partum, è molto comune. Cerchi uno psicologo per avere sostegno emotivo. Le faccio i miei migliori auguri.

Salve Joey,

La morte recente di suo padre ha riattivato e si è sommata al lutto di sua madre che è venuta a mancare dalla stessa malattia e, non so da quanto è mamma ma, potrebbero essere anche intensificati queste emozioni da una depressione post parto.

I sentimenti e i pensieri che lei ha in questi momenti difficili di lutto sono normali e come lei ben sa sono difficili da gestire avendo anche un figlio al quale deve proteggere, ma forse a volte nn sente quasi le forze per farlo perché c’è anche un forte desiderio di essere accudita a sua volta.

Io le consiglierei di farsi affiancare da uno psicologo per sostenerla in questo lutto che deve essere elaborato per il bene suo e di suo figlio. Qualcuno che l aiuti ad avere strategie efficaci per gestire tutte le difficoltà e il dolore senza perdere di vista il ruolo di madre che ora deve assumere.

Inoltre, tenga vicino la gente che le sta intorno, persone di cui si possa fidare e le quali possano darle una mano per riprendere le forze.

Per qualsiasi dubbio può contattarmi senza problema.

 

Salve cara Joey,  mi rendo perfettamente conto del dramma che sta vivendo   La   perdita di entrambi i genitori   comporta  il passaggio ad una situazione nuova  in cui  ci si sente  molto più vulnerabili ed esposti, come se fossimo soli al mondo.  La capisco anche personalmente, avendo io vissuto la stessa esperienza.     Riferisce di essersi trasferita da poco e  anche questo di sicuro  amplifica  il suo sentimento di sofferenza  e solitudine. Non deve sentirsi in colpa nei confronti del suo bambino, anzi  quello che può fare  anche per  non trasferirle  il suo dolore    è cercare un aiuto  psicologico per far fronte alla grande difficoltà che sta vivendo.  Di sicuro le sarebbe di grande giovamento  rivolgersi ad un terapeuta EMDR per elaborare il lutto  e sollevarsi da questa situazione di profondo disagio. Non chieda troppo a sé stessa;  si faccia aiutare anche e soprattutto per il bene del suo bambino.  L'abbraccio di cuore.

 

Joey cara,

E' vero che quando si pensa di non aver più nessuno a cui tornare ci si sente vuoti e soli. Ma ... "apparteniamo". Comunque.

Apparteniamo a una linea di madri, di donne che certamente si sono trovate anch'esse di fronte a dilemmi e momenti terribili. E hanno dato una risposta che dura nel tempo e che lei deve mettersi in condizione di poter ascoltare, per non sentirsi sola.

A parte questo, lei si sta facendo una depressione, e non può affrontarla da sola. Se si trova all'estero, trovi un professionista che la segua su skype.

Le mando un caldo abbraccio.

Buonasera Joey,

la sua lettera mi ha colpita perchè l'ho sentita molto autentica e matura. Credo che lei sottolinei un aspetto molto importante: la difficoltà a perdere lo statuto di "figlia" a favore di quello di genitore. E' un lutto, una parte di noi vorrebbe continuare ad essere figlia per avere sempre quel posto "dove rifugiarmi o qualcuno che si prenda cura di me". E' come se lei sentisse che è un po'rimasta senza sponde, lei dà a suo figlio tutto il suo amore ma per poter continuare a farlo ha bisogno anche lei di essere accudita e coccolata, protetta e amata illimitatamente come un genitore può fare. Per poter amare suo figlio ha bisogno di lasciare ogni tanto il suo ruolo di madre e diventare lei la bambina da accudire, crogiolarsi in questo calore che lei cerca sotto le coperte. Quando si diventa madri è particolarmente importante avere la sensazione che ci sia qualcuno che si prende cura di noi mentre noi ci prendiamo cura del bambino. Questo è il presupposto per poter continuare ad amare il proprio figlio nel primo periodo dopo la nascita, così duro e delicato insieme. Per rispondere al suo senso di colpa le dico che non solo è "normale" che senta questo bisogno ma che è anche estremamente buono che lei riesca a dirlo senza tanti invincimenti. Mi sembra che in questo periodo della sua vita lei si trovi in tutti i sensi in terra "straniera": non solo abita in un altro paese ma sta muovendo anche i primi passi in un'esperienza, quella della maternità, fino a ieri completamente estranea, con un bambino che deve imparare a conoscere. Oltre a questo lei si trova a fare i conti con la dolorosa morte di suo padre che l'ha portata ancora di più verso un territorio "straniero" facendole lasciare l'abito di figlia forse, per lei, troppo prematuramente. Credo che potrebbe provare ad elaborare sia la morte di suo padre che quella di sua madre avvenuta nove anni fa. Questo perchè fare i conti con questo lutto le spalancherà a pieno le porte nel tragitto verso la sua identità di madre.... Non fa parola del padre del bambino sul quale, se presente, potrebbe appoggiarsi e ricevere sostegno, degli amici, di altri suo parenti dai quali può ricevere supporto e affetto. Le consiglio vivamente di chiedere aiuto a un professionista. Resto a sua disposizione nel caso avesse bisogno di contattarmi.

Le auguro che il nuovo anno le porti buonissime cose.

Cordialmente

Buongiorno Sig.ra Joey,
sono la dott.ssa Cecilia Galligani.
Ho letto la sua lettera che esprime tutta la sofferenza e solitudine che lei sta vivendo. La perdita di entrambi i genitori è come se ci lasciasse senza un terreno su cui camminare; il trasferimento all'estero, in un ambiente sconosciuto con scarsi appoggi emotivi e la nascita del suo bambino, un passaggio quello da figlia a madre, che prevede un'evoluzione interna che ha bisogno di tempo e sostegno.
È come se si sentisse un'esule senza avere salvagenti.
Immagino che suo figlio sia molto piccolo, quanto ha? Sarà felice quando gli sorride e lo accarezza.
Da quanto si è trasferita e dove? Ha difficoltà con la lingua? Ha provato a cercare dei gruppi di neomamme o comunità di italiani nel luogo in cui si è trasferita?
Le pongo un'ultima domanda, lei non accenna a un compagno, si è trasferita sola?
Coraggio sig.ra Joey e scriva ancora!

Carissima signora,

Capisco che non è facile per nessuno di noi a superare il lutto, sopratutto la perdita dei genitori o dei cari con cui abbiamo avuto dei rapporti belli, positivi. E normale che lei si senta stanca e depressa, "sola e persa", dopo due lutti consecutivi e la nascita del figlio, questo proprio perchè non ha avuto ancora la possibilità di elaborare la sua perdita. In questi momenti lei ha bisogno di qualcuno che li stia vicino, che la conforta, con cui condividere i suoi pensieri e su sui fare leva per il suo futuro, di scoprire nuovi orizzonti di attesa sul futuro, da cui partire per costruire la sua quotidianità e per riuscire a crescere in modo sereno il suo bambino. Non parla di un compagno/marito, di fratelli o sorelle, amici intimi..Se c'è qualcuno su cui contare, lo faccia, chieda aiuto al più presto. Non deve sentirsi in colpa, è stata una buona foglia e ha ricevuto amore e affetto dai suoi genitori, ora da figlia deve svolgere il  ruolo di madre, pensando in modo positivo. Deve  credere che nonostante Dio abbia tolto i suoi cari genitori, in cambio le ha donato un figlio e che quest'ultimo ha tanto bisogno del suo amore. Tocca a lei a portare avanti il ciclo della vita, l'amore che ha ricevuto dai suoi, deve adesso donarlo al figlio, senza pensarci più di tanto al passato, ma concentrarsi sul futuro. Il passato non tornerà mai più indietro, conservi nel cuore tutte le belle esperienze dei suoi e impegni tutte le forze per costruire un futuro per lei e per il suo bimbo. Deve essere consapevole delle forze che sente dentro di sè e attivarle, reagire in modo positivo, perchè è giovane e ha davanti una vita intera! E ancora presto per sentirsi guarita dalla sua sofferenza, il tempo sanerà le sue ferite. Il fatto di essersi trasferita lontano ha contribuito in modo negativo al suo stato di tristezza e solitudine, ma essendo giovane potrebbe attivare una nuova rete sociale che può darle una mano, forse è un'occasione di ripartire da zero, nuovi amici, conoscenti, nuove esperienze. Si faccia coraggio e si alzi a combattere per suo figlio!Non serve a niente chiudersi in se stessi e soffrire, la vita è davanti a lei! Quello che potrei consigliarle in questo momento è di partire da se stessa: se sente il bisogno di piangere, pianga senza problemi, di chiedere aiuto a chi le sta intorno, di allargare le sue amicizie, attivare parenti, amici per darle una mano, di riposare, fare un bagno caldo, fare una passeggiata, ascoltare musica classica..ci sono tante cose che possono farle star bene. Si ricordi che se lei sta bene, anche il bambino sta bene, loro sentono lo stato emotivo della madre! Se ha bisogno, io opero anche on-line, su skype, telefono.

Le auguro buona fortuna e un anno meraviglioso.

Dott.ssa Anca Muresan Pop

Dott.ssa Anca Muresan Pop

Pavia

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Cara utente buongiorno. Ho letto il suo annuncio e con lei mi sono emozionata per il delicato periodo che sta vivendo. Delicato e intenso e forse per questo e' necessario per lei fermare tutto, rifugiarsi nella "caverna letto" e stare con quello che era dei suoi genitori e ricreare simbolicamente quello spazio di protezione e cura che crede di aver perso per sempre. Presti attenzione però, ho scritto "crede", in quanto in realtà quello spazio di protezione e cura è già dentro di lei, e' quello spazio creato dai suoi genitori, radicato in lei e cresciuto negli anni. Deve solo rendersi conto che seppur non figlia all'anagrafe, porta dentro di sé i semi di quell'amore che va' oltre le paure,oltre le differenze, oltre lo scoraggiamento. Dentro di sé ha già quella cura e quella protezione che sono certa darà con amore a suo figlio e che con amore può imparare a " tenere" anche quella parte di sé " piccola" che si sente abbandonata e senza via d'uscita. E' un processo arricchente e affascinante da cui ne uscirà trasformata, perché e' questo che la vita ci chiede. Non esiti a cercare un sostegno in questo tempo, potrà accompagnarla per un po' sul cammino e poi lasciarla proseguire in libertà quando dentro di sé sarà riuscita ad integrare la frammentazione che attualmente vive. La saluto con affetto.

Dott.ssa Amalia Petrone

Dott.ssa Amalia Petrone

Napoli

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Cara Joey,
la perdita dei genitori è uno degli eventi emotivamente più importanti di tutta la vita, difficile da accettare e da superare e sicuramente difficile farlo in breve tempo.
Emerge dalla sua lettera tutta la sua sofferenza, il sentirsi sola e la disperazione che solo la perdita di un affetto grande come quello dei genitori può causare… si ricordi però che figli lo si è stati e lo si è per tutta la vita. Restano gli insegnamenti, i momenti vissuti insieme, i ricordi.
La luce in fondo al tunnel c’è, anche se si tratta di un tunnel lungo e difficile da percorrere. Si dia del tempo per attraversare il dolore ma allontani i sensi di colpa, anche una madre felice di esserlo può vivere momenti difficili e soffrirne. In una fase così delicata si rivolga a uno psicologo che la aiuti nell’elaborazione di questo difficile momento. Rimaniamo a disposizione,
cordialmente

 Flavia Ilaria Passoni

Flavia Ilaria Passoni

Monza e della Brianza

Flavia Ilaria Passoni offre supporto psicologico anche online