Buonasera, vi scrivo perché non riesco ad accettare anche la perdita di mia mamma avvenuta da poco e purtroppo dopo 16 anni dalla morte di mio padre. Mio padre era un punto di riferimento fondamentale per tutta la mia famiglia. È stato difficilissimo andare avanti per tutti noi... io ho dovuto reagire quasi immediatamente perché c’era bisogno di qualcuno in famiglia che lavorasse per poter campare. Ho cercato e trovato diversi lavori fino a quando non mi ho trovato un lavoro solido che mi ha permesso di dare tranquillità (almeno economica) a mia madre. Con la sola pensione di reversibilità di un piccolo artigiano non si poteva vivere in tre. Per 16 anni è stata per me una motivazione...nonostante fossi lontano da casa, ho cercato di fare quel che potevo per mia mamma. Mia mamma è cambiata tantissimo dopo la morte di mio padre, da donna di personalità forte e sicura ad insicura e debole. Per qualsiasi cosa chiedeva a me...come se avessi preso il posto di papà. Si fidava molto di me ed io ho provato ad accontentarla in tutto quel che potevo per lenire il suo dolore e forse anche il mio... Ed ora non è più con me...avrei voluto dare loro dei nipotini, avrei voluto chiedere consigli tutte le volte che mi sono trovato in difficoltà, avrei voluto essere confortato ancora dai miei genitori, avrei voluto sentire ancora il calore della mia famiglia. Non mi vergogno a dirlo, ho più di 40 anni ed ho paura. Ho paura di non riuscire a superare tutto questo... ora mi vedo con un ambiente lavorativo ostico già da tempo, con una compagna ma senza la possibilità di avere figli (abbiamo provato di tutto da anni) ed ora anche senza i miei genitori. Da quando non c’è più mia mamma (qualche settimana) non riesco a dormire bene, mi sveglio più volte agitato e faccio fatica a fare qualsiasi cosa. Questa volta ho paura di non riuscire a trovare un appiglio per reagire. Grazie
Salve Marco
dopo una perdita c'è la fase di elaborazione del lutto, che ha diverse tappe. Sicuramente è un evento traumatico e doloroso, comprendo bene che lei stia molto male.
Magari provi a riflettere se possa essere utile per lei farsi aiutare nell'elaborazione del lutto da uno psicoterapeuta.
Sua madre è stata una motivazione per lei per impegnarsi tanto ed andare avanti, ed anche una grande responsabilità, invece adesso inizia a fare tutto per se stesso. I genitori sono i suoi genitori interni, quella parte di loro che le è rimasta come basa sicura, senso del dovere, capacità affettiva, regole. I suoi genitori interni non moriranno mai, può tenerli sempre con sè.
Le auguro una vita nuova! Mi faccia sapere come va
Gentile Marco,
da molti anni si porta dentro il dolore per la perdita di suo padre e ora deve affrontare quest'altro grave lutto. Inotre la prima perdita è avvenuta in una fase della vita in cui non si è pronti per accettare il fatto che i genitori non potranno essere sempre punti di riferimento per noi. A completare il quadro ci sono altri due fatti: sua madre, anziché esserle di appoggio negli anni più difficili, è diventata dopo la morte di suo padre, una persona dipendente da lei e ora che purtroppo non c'è più, lei non riesce a sentirsi "utile" per qualcun altro, creando una famiglia come l'ha immaginata e desiderata.
Sono davvero molte le questioni da affrontare e credo sia essenziale che si rivolga al più presto a un professionista esperto per il supporto necessario. Il lutto è un'esperienza davvero drammatica della vita, ma si può superare con gli aiuti idonei.
Se lo desidera sono disponibile. Può contattarmi con il modulo apposito.
Ricevo a Monza, in zona centro.
Cordiali saluti e molti auguri
Francesca Fontana
Buongiorno Marco,
apprezzo molto la sua autenticità di aver dichiarato che ha "paura". La paura è un'emozione normale ed il primo passo è riconoscerla.
La sua difficoltà è quella di pensare di non avere "le risorse" per elaborare la grave perdita che ha subito, da solo. In effetti potrebbe essere così, nel senso che il significato che sua mamma aveva per lei come motivazione che le dava la voglia di vivere è molto importante.
Un professionista psicologo psicoterapeuta potrebbe temporaneamente farle da "stampella" in un momento cosi doloroso per poi gradatamente aiutarla a trovare un nuovo equilibrio e nuovi significati per cui vivere. Tutti gli esseri umani sono resilienti, da un momento di forte crisi possono uscire con nuove risorse e ritornare a provare emozioni positive, solo che alle volte é utile un professionista che l'aiuti a riconoscere in se queste risorse e a cui possa confidare le emozioni più dolorise.
È compresibile ad ogni età sentire ancora il bisogno del conforto e del calore dei propri genitori, ma è possibile che la sua parte adulta riesca a consolare il bambino impaurito che è dentro ognuno di noi, prima aiutato da uno psicoterapeuta e poi autonomamente.
Quindi le assicuro che "un appiglio per reagire" c'è.
Un abbraccio