Salve le risposte alle sue domande possono essere infinite, poichè il processo di lutto è un momento molto intimo e personale che ogni persona lo vive a modo suo. Elaborarlo è impegnativo e doloroso ed ogni persona trova il suo modo per farlo, l'importante che sia una modalità non distruttiva di Sè stessi e delle persone che amiamo e del mondo circostante. Personalemte io ho perso mio padre da 8 mesi, e stava male, ma non così grave da morirne ed è stato terribile perderlo all'improvviso per un arresto cardiaco, quindi se da una parte sapevo che stava male e come lei immaginavo la sua morte, dall'altra parte speravo che non dovesse mai arivare il momento. Nel caso di mio padre i medici non sono riusiciti a fare una diagnosi corretta e mentre cercavano di capire la sua malattia, che non sembrava grave, lui la terza crisi dovuta non si sa a cosa, non l'ha superata. Le racconto il mio caso perchè ci sono una serie di fattori che fanno la differenza nell'elaborazione del lutto. Il dolore è dolore, su questo non si discute, ma la modalità della morte, il periodo nel quale avviene, sia dell'anno, sia di vita della persona che muore che dei failiari, sono fattori che aiutano l'elaborazione. Faccio un esempio la perdita di una madre anziana che muore a 90 anni nel suo letto dopo che ha cresciuto i figli, i nipoti ed i bisnipoti è diversa rispetto alla morte di un uomo di 68 anni, che non ha conosciuto i suoi nipoti e mai li conoscerà e poteva vivere altri venti anni, come è diversa dalla morte di una giovane madre di 30 anni che lascia figli piccoli. Inoltre è importante il contesto familiare e le risorse sociali che si vivono in quel periodo, affrontare il lutto da soli, o con un compagno al proprio fianco è diverso, dall' affrontare un lutto avendo figli o no, un lavoro o no, avendo tanti amici o no. Ripeto il dolore è tale che per tutti coloro che elaborano un lutto è difficile da descrivere. Un'altra questione riguarda il tipo di relazione vissuta con la persona cara, mi spiego meglio se con la persona che ci ha lasciati si ha avuto un rapporto di amore reciproco, gioiso, litigioso, conflittuale oppure assente. Faccio un esempio molto personale, io l'anno precedente alla morte di mio padre ho perso mia nonna, ma essendo per me una sconosciuta, vista letteralmente tre volte in vita mia, morta a 90 anni, con la quale non ho ricordi perchè non ho vissuto momenti con lei nè tristi nè gioiosi, è stato per me doloroso perderla, ma più doloroso avere la consapevolezza del fallimento nella nostra relazione che non è riuscita a sanarsi e quindi non c'è stata. Mentre con mio padre è diverso, la relazione era diversa. Le ho portato questi miei esempi molti personali per sottolineare il fatto che spetta a me scegliere come vivere il lutto, nel mio caso ho chiesto la supervisione ad un collega che mi ha sostenuta ed aiutata. Lei può cercare un collega nella sua città e rivolgersi a lui, la terapia di sotegno in questi casi aiuta molto ad elaborare il lutto. Spero di esserle stata di aiuto cordiali saluti.