È necessario innanzitutto definire esattamente cosa si intende per Disfunzioni Sessuali.
Le Disfunzioni Sessuali sono caratterizzate da difficoltà psicologiche che ostacolano o impediscono il rapporto sessuale. Più specificamente, la persona con tali disturbi tende a vivere l’eventualità di un rapporto sessuale come un “evento problematico” che suscita emozioni negative quali ansia, disgusto, senso di colpa, vergogna, tristezza, rabbia, che, a loro volta, impediscono o ostacolano il rapporto stesso.
Con il passare del tempo, inoltre, la frustrazione e lo stress causati da tali disturbi possono condizionare negativamente il rapporto con il/la partner, provocando crisi, separazioni o, più in generale, una progressiva riduzione dell’attività sessuale. Affinché si possa parlare di disturbo sessuale è quindi necessario che le difficoltà percepite dal soggetto causino una significativa sofferenza soggettiva - sgradevolezza - ed una consistente compromissione della sessualità - auto mantenimento.
- La sgradevolezza è una valutazione sperimentata sia con emotivamente sia sotto forma di pensiero che porta sempre più all’evitamento di tutte quelle situazioni collegate alla sessualità. Quando non è possibile attuare l’evitamento i rapporti vengono vissuti con un senso di obbligo, di adempimento ad un dovere, anziché un piacere.
- Per auto mantenimento s’intende la creazione involontaria di un circolo vizioso costituito da giudizi (credenze colpevolizzanti l’espressione della propria sessualità o di quella del partner), emozioni (ansia, disgusto, sensi di colpa, vergogna, tristezza, rabbia) e comportamenti, innescatisi alla comparsa del disturbo, perpetuanti il sintomo stesso. Ad esempio i disturbi dell’eccitazione sono spesso causati da un’intensa attivazione emotiva d’allarme (ansia) che impedisce totalmente o parzialmente l’eccitazione sessuale.
Indicativamente alcune delle più frequenti credenze patogenein grado di provocare ansia prima di un rapporto sessuale nell’uomo sono:
- Devo aver sempre voglia ed eccitarmi subito;
- Devo penetrarla e farla godere;
- Non devo dimostrare incertezze.
Nelle donne sono:
- Devo farlo contento;
- Devo provare piacere.
Entrambi, tanto l’uomo quanto la donna, tendenzialmente ritengono che se tutto ciò non si verificherà il loro valore personale sarà gravemente compromesso. Convinzioni di questo genere sono generalmente favorite da una storia personale affettiva in cui il venir amati dalle principali figure d’accudimento (genitori, nonni, zii) viene percepito come subordinato alle proprie prestazioni, con il messaggio: “Ti vorrò bene solo se sarai bravo!”, quindi il proprio valore e la possibilità che l’altro non se ne vada sono costantemente sotto esame. In questi casi nel dialogo con se stessi possono ricorrere frasi del tipo:
- “Potrebbe rifiutarmi”;
- “Devo comunque avere rapporti con lui/lei”;
- “Non sono buono a nulla, non valgo niente”;
- “Sono anormale”;
- “Devo assolutamente impegnarmi per eccitarmi e farcela”;
- “È il mio partner che non sa far bene all’amore, pensa solo a sé, è cattivo”;
- “Non si eccita perché non gli piaccio o non faccio abbastanza e quindi prima o poi mi lascerà”;
- “Non si eccita perché non mi vuole dare soddisfazioni”.
Il modo in cui vengono generalmente classificati i disturbi sessuali è in relazione con le varie fasi che costituiscono il rapporto sessuale, tali fasi sono:
1. La fase del desiderio, caratterizzata da fantasie che riguardano l’attività sessuale;
2. La fase dell’eccitazione, che consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale, accompagnata da concomitanti modificazioni fisiologiche (es. nell'uomo la tumescenza e l'erezione del pene; nella donna la vasocongestione pelvica, la lubrificazione e la dilatazione della vagina);
3. La fase dell’orgasmo, picco di piacere sessuale che produce contrazioni ritmiche sia dei muscoli perineali che degli organi riproduttivi, generando l’allentamento della tensione psico-fisica dell’individuo;
4. La fase della risoluzione, ossia la sensazione di rilassamento muscolare e di benessere generale che si sperimenta alla fine del rapporto.
Le disfunzioni sessuali si verificano in una o più di tali fasi e si dividono in:
Disturbi del Desiderio Sessuale
1. Disturbo da Desiderio Ipoattivo
2. Avversione Sessuale
Disturbi dell'Eccitazione Sessuale
1. Disturbo dell'Erezione nell’Uomo
2. Disturbo dell’Eccitamento Sessuale nella Donna
Disturbi dell'Orgasmo
1. Eiaculazione Precoce o Ritardata nell’Uomo
2. Anorgasmia o Frigidità nella donna
Disturbi da Dolore Sessuale
1. Dispareunia, sia maschile che femminile
2. Vaginismo Femminile
Ciascuna di queste disfunzioni può essere presente fin dall'inizio dell’attività sessuale (disfunzione sessuale permanente o primaria) oppure svilupparsi dopo un periodo di sessualità vissuta “normalmente” (disfunzione sessuale acquisita o secondaria); inoltre, può essere limitata a specifiche stimolazioni, situazioni o partner sessuali (disfunzione sessuale situazionale) oppure generalizzata a più contesti (disfunzione sessuale generalizzata).
Trattamento
Il trattamento di elezione per i disturbi sessuali è la Terapia Mansionale Integrata (TMI) di matrice cognitivo-comportamentale (post razionalista).
La TMI è una terapia breve: solitamente la durata prevista è tra i 4 e i 12 mesi, con sedute settimanali. Generalmente è preferibile effettuare sedute di coppia ma si può applicare con ottimi risultati anche in sedute individuali. La TMI si articola su alcuni temi principali: la ricerca di un’intimità di coppia sempre maggiore e la costruzione di un rapporto di alleanza e cooperazione, l’esposizione graduale alle emozioni sessuali, seguendo contemporaneamente un filo continuo che riconduca pregiudizi, paure, fantasmi su un piano di conoscenza e realtà. È bene comunque rivolgersi anche ad un medico specialista in andrologia per l’uomo o in ginecologia per la donna in modo da valutare se l’eziologia del disturbo sessuale possa essere in concausa, ovvero sia di origine organica che psichica, oppure se di natura prettamente organica. Anche qualora il disturbo abbia un’eziologia organica prevalente si associano frequentemente fattori di tipo psichico che stabilizzano il sintomo anche dopo la rimozione dei fattori eziopatogenici di natura organica.
Fonte: http://www.terzocentro.it/cosa_curiamo/disturbi_sessuali.asp
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento