DISFUNZIONE ERETTILE
La disfunzione erettile è definita come la l'incapacità a raggiungere e/o mantenere un'erezione sufficiente che consenta un'attività sessuale soddisfacente. La difficoltà si manifesta in maniera variabile non solo da individuo a individuo, ma in momenti diversi nella stessa persona.
L'erezione può essere completa o quasi e scomparire prima del rapporto, oppure diventare tanto debole da permettere l'introduzione del pene in vagina solo con l'aiuto delle mani, qualche volta può durare più a lungo e scomparire durante i movimenti coitali prima che la persona raggiunga l'orgasmo; per altri uomini, invece, il pene rimane semirigido per tutto il tempo dei preliminari, così che la penetrazione non può nemmeno essere tentata.
La disfunzione erettile può essere presente fin dal primo tentativo di rapporto sessuale completo, più frequentemente si manifesta in seguito ad uno stress o come risposta ad una crisi dopo un periodo di soddisfazione sessuale. Si parla di inoltre di disturbo situazionale o generalizzata a seconda se è sempre presente nell'attività sessuale dell'uomo o soltanto in determinate situazioni, attività o partner. Può infine essere di natura prevalentemente psicologica, organica o mista quando sono presenti elementi di entrambi gli ambiti.
La disfunzione erettile psicogena definisce le situazioni nelle quali uno o più aspetti della risposta sessuale sono compromessi per l'interferire di componenti psicologiche, intrapersonali o relazionali. Tra queste componenti possiamo ritrovare: stati depressivi e/ ansiosi permanenti o episodici, insicurezza sessuale con timore di fallire, situazioni di stress, discordia coniugale, rotture affettive, conflittualità profonde e recenti legate alla nascita di un figlio o ad un lutto, l'idea di dover soddisfare l'altro più che se stessi e molti altri elementi di disagio psicologico.
Una corretta diagnosi deve prevedere sia una accurata anamnesi psicosessuologica che esami medici obiettivi ed eventuali accertamenti di laboratorio. L'anamnesi psicosessuologica deve mirare a comprendere la presenza di cause psicologiche e/o relazionali. Gli esami obiettivi a stabilire se all'emergere ed al mantenimento della disfunzione erettile abbiano concorso cause organiche quali malattie sistemiche, cardiovascolari, neurologiche, endocrine, iatrogene o legate all'uso di sostanze stupefacenti.
Fonti: Foresta C., Scandellari C. (a cura di). La disfunzione sessuale: sintomo o malattia? Cleup Editrice - Padova, 2002.
Muller E. E., Rigamonti A. E. (a cura di). La Funzione sessuale. Aspetti biologici, psicologici e clinici. Pythagora Press. 2001.
Ribelli G. Sessuologia Clinica, Masson, 1997.
EIACULAZIONE PRECOCE
L 'eiaculazione precoce è la persistente o ricorrente eiaculazione prima che la persona lo desideri e rappresenta una delle disfunzioni sessuali più comuni. La persona è incapace di esercitare un controllo volontario sul suo riflesso eiaculatorio, con il risultato che una volta che è eccitato sessualmente, raggiunge molto rapidamente l’orgasmo. Ciò avviene soventemente con una assenza o diminuzione della percezione delle sensazioni erotiche al momento del culmine dell’eccitamento sessuale.
E’ possibile distinguere tra eiaculazione precoce primaria quando il disturbo si presenta fin dalle prime esperienze sessuali con un’altra persona, eiaculazione precoce secondaria quando questa si verifica dopo un periodo di normalità sessuale. Molteplici le cause associate a questa disfunzione. Tra le cause di tipo organico si possono ritrovare patologie urologiche, neurologiche e iatrogene (da assunzione di farmaci).
Tuttavia, se pure accurati esami urologici e neurologici sono sempre indicati, nella maggioranza dei casi vi è un causa di tipo psicologico all’eiaculazione precoce. Tra queste: l’ansia di prestazione, i conflitti di coppia, la paura del rifiuto, l’inesperienza e l’insicurezza sessuale, le difficoltà relazionali o l’eccessiva focalizzazione sul soddisfacimento del piacere della partner a discapito del proprio.
Fonti: RifelliG. Sessuologia Clinica, Masson, 1997
Kaplan H. S. Nuove Terapie Sessuali, Bonpiani, 1976
Simonelli C. (a cura di). Diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali, FrancoAngeli, 1997
EIACULAZIONE RITARDATA
L'eiaculazione ritardata consiste nell'incapacità della persona ad abbandonarsi al riflesso liberatorio dell'orgasmo. Esistono variazioni del quadro clinico per cui esistono casi in cui non è mai stato possibile raggiungere l'orgasmo magari anche in presenza di polluzioni notturne accanto ad altri la cui incapacità si manifesta solo al momento di eiaculare in vagina.
La maggior parte dei pazienti presenta un comportamento che è compreso tra questi due estremi: sono capaci di rispondere adeguatamente all'autostimolazione in privato ma diventano completamente inibiti di fronte ad una donna. Questa disfunzione sessuale riconosce la sua comparsa nel forte disagio che il paziente può avere verso il sesso, le donne e le relazioni intime, oppure è provocata da un problema di desiderio o da azioni traumatiche lontane nel tempo.
Può dipendere da cause organiche (malattie neurologiche, neuropatia diabetica, utilizzo di farmaci) ma spesso è di origine psicologica ed ha a che fare con la difficoltà a lasciarsi andare, ad abbandonarsi all’esperienza sessuale, al timore di perdere - con l’uscita dello sperma - una parte di sé, di provare dolore con la fuoriuscita del liquido seminale o di perdere il controllo della situazione di piacere.
Fonti: Ribelli G. Sessuologia Clinica, Masson, 1997.
Kaplan H. S. Nuove Terapie Sessuali, Bonpiani, 1976
ANORGASMIA
Con il termine anorgasmia si indica l'impossibilità di raggiungere l'orgasmo. Essa si presenta in varie forme: alcune donne non sono mai riuscite a provare un orgasmo con nessun tipo di stimolazione, per altre la difficoltà compare solo al momento del rapporto sessuale. Per alcune la difficoltà è transitoria e varia la sua incidenza a seconda dei periodi, mentre per altre rimane stabile nel tempo. E'interessante notare che alcune donne sono fortemente disturbate dall'anorgasmia, altre si dicono comunque soddisfatte dall'intimità e dal piacere che ricavano dalla loro sessualità. Alcune donne, pur rimanendo anorgasmiche, sperimentano piacevoli esperienze erotiche, altre perdono completamente ogni interesse.
Per completezza di esposizione si deve menzionare che esistono donne incapaci di avere orgasmi con uno specifico tipo di stimolazione (orale o manuale) o in una determinata posizione. Queste donne, però, non si vedono disfunzionali, non desiderano alcuna terapia e, se interrogate, parlano solo di una variabilità che non altera il loro sensori gratificazione.
L'anorgasmia, che si presenta con un quadro così vario, riconosce molti fattori causali capaci di influenzare più o meno profondamente i meccanismi della sessualità di donne diverse. Se la disfunzione orgasmica compare saltuariamente si potrebbe ipotizzare che la paziente abbia una bassa soglia di resistenza allo stress (emotivo, relazionale, sociale) e che la risposta di adattamento preferenziale colpisce la sessualità invece, per esempio, del ritmo veglia-sonno o la capacità di presentazione.
Quando il blocco avviene in un momento specifico e si mantiene costante per un certo periodo di tempo si potrebbe supporre un problema di coppia. Se la paziente ha una storia di anorgasmia protratta negli anni che non cambia con l'evolversi del processo maturativi individuale e relazionale, si potrebbe supporre di essere di fronte ad un disagio che trova le sue radici in eventi o messaggi traumatici occorsi durante l'adolescenza.
Fonti: G. Rifelli. Sessuologia Clinica, Masson, 1997.
VAGINISMO
Il vaginismo è caratterizzato da una contrazione involontaria dei muscoli del terzo esterno della vagina che si presenta ogniqualvolta si tenti di introdurre un corpo estraneo: il pene,il tampone, il dito, anche il proprio.
Il vaginismo è una reazione globale di paura; la penetrazione sembra ridursi ai suoi soli significati aggressivi e violenti, la donna è consapevole del pericolo fantasticato e a differenza della dispareunia non attende il segnale del dolore per difendersi, si trasforma fin dall’inizio in una fortezza.
Esistono gradi diversi di vaginismo per cui in alcuni casi è permessa la penetrazione di breve durata di un oggetto di piccolo calibro, mentre in altri ciò non tollerabile; comunque, l'ingresso del pene non è mai possibile. La disfunzione si presenta al primo tentativo di penetrazione e si ripete a quelli successivi provocando disagio nella coppia.
Fonti: G. Rifelli. Sessuologia Clinica, Masson, 1997
Rifelli G., Moro P., Sessuologia clinica. Impotenza sessuale maschile, femminile e di coppia, Ed. Cleup, 1990.
DISPAREUNIA
La dispareunia è un ricorrente o persistente dolore ai genitali in associazione con il rapporto sessuale, sia nell'uomo che nella donna.
Le donne riferiscono questo dolore come superficiale se avviene al momento della penetrazione, profondo se è contemporaneo ai movimenti coitali, o più generalizzato quando interessa tutte le pelvi; negli uomini colpisce l'asta del pene e lo scroto. Nei due generi l'intensità con cui si presenta può variare da un fastidio moderato a un dolore acuto.
Quando è di origine psicogena le cause possono essere ricercate in un disagio verso la sessualità e verso la relazione di coppia che si presentano in periodi di particolare stress psichico.
Fonti: G. Rifelli. Sessuologia Clinica, Masson, 1997.
DIPENDENZA SESSUALE
Possiamo definire la dipendenza sessuale come una relazione distorta con il sesso attraverso la quale la persona ricerca il piacere, dà senso alla vita, allevia lo stress, fugge dai sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire.
Questa relazione diviene il bisogno fondamentale rispetto al quale tutto il resto viene sacrificato, comprese le persone che vengono considerate solamente come oggetti da usare. I dipendenti sessuali hanno perso il controllo sulla loro capacità di dire no, sulla loro abilità di scegliere. Il loro comportamento sessuale diviene parte di un ciclo di pensieri, sentimenti ed azioni che non sono più in grado di controllare.
Nonostante gli sforzi personali e le continue promesse fatte a se stessi e agli altri, i dipendenti sessuali non riescono a controllare i propri comportamenti, né a gestirne, come vorrebbero, la durata o l'estensione. Nei momenti in cui il desiderio sessuale patologico si manifesta, il dipendente perde il controllo dei propri pensieri e dei propri comportamenti. Nonostante le conseguenze negative che si manifestano nella propria vita, i dipendenti continuano a mettere in atto i comportamenti sessuali dipendenti in modo ripetitivo nel tempo.
Nel valutare la presenza o meno di una dipendenza sessuale è inoltre importante non confonderla con la positiva, piacevole e intensa sessualità, oppure con la semplice alta frequenza di rapporti sessuali. Alcune persone vivono degli eccessi sessuali ma sono in grado di controllarli e dir loro di no. I dipendenti sessuali hanno invece perso il controllo sulla loro capacità di scegliere, divenendo quindi incapaci di gestire il proprio comportamento sessuale.
Fonti:
E. Lambiase. La dipendenza sessuale. Modelli clinici e proposte di intervento terapeutico, Ed. LAS, 2001.
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