Ho un problema di erezione al momento della penetrazione

mattia

Buonasera, sono un ragazzo di 24 anni e ho avuto 3 ragazze con cui ho fatto sesso nella mia vita sempre senza problemi. Ora con la nuova ragazza ho un problema di erezione al momento della penetrazione. Mi spiego, con lei sto bene e sono riuscito a farci sesso 2 volte ma le ultime volte ho notato che perdo l'erezione, che magari nei preliminari c'è mentre nel momento in cui dovrei penetrare no. Il mio medico di base ha detto che si tratta di ansia da prestazione e mi ha detto di prendere 5 gocce di ansiolin 2 ore prima del rapporto..visto che sono in agitazione per questa situazione volevo sapere cosa potete dirmi..vi ringrazio in anticipo

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Mattia, i fattori psicologici non sono da sottovalutare, poiché possono influire sia sul desiderio che sull'erezione. Emozioni negative, in particolare l'ansia, possono comportare difficoltà di erezione. Nel suo caso potrebbe essersi innescato un meccanismo per cui, dopo il primo insuccesso, la sua attenzione ogni volta poco prima e durante il rapporto è focalizzata a non perdere l'erezione. Questa attenzione focalizzata prodotta dall'ansia, comporta proprio la perdita dell'erezione. Diventa una profezia che si autoavvera. Lei vive il rapporto come un test da superare. Le consiglio una terapia Cognitivo Comportamentale. Dovesse avere dei dubbi mi contatti pure. 

Buonasera,

dal poco che ci ha raccontato, si suppone che si tratti di una problematica abbastanza recente, sicuramente legata ad una certa quota d'ansia. Ora sta a lei decidere se trattare farmacologicamente questo sintomo, oppure di cercare di individuarne le radici, rivolgendosi ad uno psicoterapeuta e facendo un lavoro su se stesso senza l'ausilio dei farmaci!

In bocca al lupo!

Buonasera.

Potrebbe trattarsi di ansia da prestazione,  ma servirebbe comunque fare una visita andrologica che escluda cause organiche e comunque rivolgersi ad un sessuologo che possa valutare l'entità del problema attraverso dei colloqui psicologici. Anche l'uso di sostanze come droghe o alcool possono influire o la semplice stanchezza. A volte si tratta di fasi di stress psicofisico, che può essere gestito e affrontato senza ricorrere a psicofarmaci da cui si può invece sviluppare facilmente dipendenza. Saluti e auguri

Gentile Mattia, la risposta è del tutto evidente: l’ansia da prestazione è non un disturbo, ma il sintomo di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella sua storia personale:  diciamo, presumibilmente, secondo le classificazioni nosografiche del DSM5, un Disturbo d’Ansia Generalizzato. La psicofarmacologia non è in grado di risolvere il Suo problema, ma soltanto alleviarne i sintomi, con gli effetti collaterali che, come sempre con qualsiasi medicina avviene, sta sperimentando - perché ad essi devono con quasi certezza essere ricondotti. È possibile che, con un approccio specifico alla problematica sessuale, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione del problema in questione, sia un miglioramento, di riflesso, dello stato generale d’ansia. In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicosessuale appaiono senz’altro adeguati. In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e, di conseguenza, anche i suoi sintomi, come quelli di ambito sessuale. L’approccio terapeutico A Distanza (online, ovvero via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe essere appropriato al caso in questione. Cordiali saluti

Se può escludere cause organiche, la diagnosi di ansia da prestazione e' quella piu probabile. Il farmaco a parer mio non e' una buona soluzione, perché le evita di affrontare un momento di crescita e maturazione. L' ansia da prestazione non e' altro che una paura: paura di non essere in grado, paura del giudizio altrui. Le chiederei cos' ha di nuovo e diverso questa terza ragazza. Probabilmente si e' posto un obbiettivo più elevato nel confrontarsi con questa persona e questo se da un lato la stimola dall' altro le fa paura. Bene....perché e' così che cresciamo, misurandoci umilmente e con entusiasmo con situazioni nuove. Lei non deve dimostrare nulla, solo essere curioso e divertirsi. La psicoterapia strategica breve e' il modo migliore di affrontare le sue paure. La invito a documentarsi e a fare qualche incontro con un professionista della sua città.

Cari Saluti

Mattia,

sicuramente al momento l'ansia da prestazione, la paura che capiti nuovamente il problema, è ciò che favorisce il mantenimento del problema stesso. Considera che nell'arco di vita sessuale di un uomo può capitare di avere esperienze transitorie di calo dell'erezione, quindi prima di tutto è da verificare se non si tratti appunto anche per lei di un problema transitorio, il quale piuttosto si mantenga a causa dell'eccessiva attenzione e preoccupazione su di esso (l'ansia di prestazione di cui parlavo prima). Quella che descrive è un deficit dell'erezione "ante portam", ovvero un calo dell'erezione che si realizza propri al momento della penetrazione o quando questa diviene prevedibile durante l'incontro sessuale.

Detto ciò è importante tenere conto che l'esperienza sessuale, la risposta sessuale non è solo un risposta genitale sempre uguale a se stessa ma è prima di tutto una risposta dell'intera persona. Quindi una risposta che può essere diversa a seconda del contesto, della situazione e della relazione che si realizza nel rapporto sessuale. Un luogo non percepito come sufficientemente sicuro e che metta a proprio agio può essere causa di un calo dell'erezione. Così come una caratteristica fisica non particolarmente gradevole della partner, oppure una partner percepita come particolarmente esigenze, difficile da accontentare o che paradossamente piace troppo fino al punto da mettere in ansia, oppure ancora una reazione aggressiva, irritata, colpevolizzante dopo la sua prima defaiance da parte della ragazza.

Quindi potrebbe essere utile riflettere su ciò che questa ragazza possa avere di diverso dalle altre per lei.

Se è possibile realizzare una comunicazione aperta e autentica con la ragazza, è preferibile esplicitare la propria difficoltà del momento (che comunque è evidente anche alla partner) e il disagio che le arreca. Dunque preferire di sospendere i rapporti di penetrazione per ridurre l'ansia da prestazione come fattore di mantenimento del disturbo e dedicarvi a un gioco erotico piacevole attraverso altre forme di stimolazione. Quando poi potrà sentirsi sufficientemente a proprio agio potrete riprendere anche con la penetrazione, disponendo di un luogo e di tempi rassicuranti.

spero di poterle essere stato d'aiuto.

Saluti

Dott. Antonello D'Amato

Dott. Antonello D'Amato

Massa-Carrara

Il Dott. Antonello D'Amato offre supporto psicologico anche online

Intanto vale la pena approfondire anche la situazione fisica con un andrologo e collegare i risultati con quelli di una consulenza sessuologica o psicologica.

E' possibile in generale che una certa quota di ansia interferisca con l'erezione e occorre capire da dove viene questa ansia e da cosa è scatenata.

Il farmaco può aiutare ma rischia di spostare il problema, non di risolverlo.

Intanto si chieda cosa prova per questa ragazza e scriva i suoi sentimenti e sensazioni prima e durante il rapporto e provi a parlare con la sua partner di come vi sentite e di cosa avreste bisogno.

Auguri