Gent. Mel,
il calo del desiderio sessuale è un’esperienza molto comune durante un periodo di elaborazione di una separazione affettiva importante. Nel suo caso concorre inoltre, come lei stessa ha sottolineato, un senso di abbandono che lei avverte da parte di suo padre. L’emozione maggiormente collegata in genere ad eventi quali separazioni e lutti è la tristezza che può raggiungere gradi diversi fino ad una deflessione del tono dell’umore importante definita depressione.
Perché le separazioni ed i lutti interferiscono con il desiderio sessuale?
In circostanze stressanti quali un lutto o una separazione spesso si assiste alla presenza di ruminazioni (pensieri ricorrenti focalizzati sul passato e sull’analisi della cause e conseguenze di un evento) e stati d’animo correlati di tristezza e disperazione, che interferiscono con le normali attività della vita quotidiana. Si può giungere in alcuni casi ad un disinvestimento di parte o tutte le attività autorealizzatrici della persona coinvolta, quali hobby, sport, vita sessuale etc. È bene sapere inoltre che la tristezza è caratterizzata da una riduzione della serotonina, un neurotrasmettitore importantissimo nel regolare il tono dell’umore, e della dopamina, che regola l’emozione del desiderio. Si riducono anche le endorfine, che sono le nostre molecole della gioia. Dal punto di vista nervoso, quindi, c’è una “frenata” generale delle sostanze che regolano il nostro rapporto con il mondo e la nostra capacità di provare piacere.
Come è possibile interrompere il circolo vizioso della tristezza e ripartire?
Generalmente è importante passare per quella che in gergo si chiama elaborazione della separazione (o del lutto). Questa elaborazione a volte avviene spontaneamente nell’arco di qualche settimana, nelle separazioni più complicate ci possono volere da sei mesi ad un anno. Qualora si abbia tuttavia la percezione che il dolore provato, per durata o intensità, sia eccessivo rispetto all’evento che lo ha determinato, diviene necessario chiedere aiuto ad un professionista, in questo caso lo psicoterapeuta. La psicoterapia, quando si instaura un fattivo rapporto di collaborazione tra paziente e terapeuta, permette una maggiore comprensione degli eventi che ci hanno fatto soffrire e una migliore capacità di affrontare coscientemente le difficoltà della vita. A livello cerebrale ciò si traduce in un riequilibrio di quei neurotrasmettitori così importanti per il nostro benessere e per tutte le nostre attività autorealizzatrici, tra cui ovviamente anche quella sessuale.
Quando è il caso di richiedere una consulenza sessuologica e cosa la distingue dalla psicoterapia?
La consulenza sessuologica prevede un’adeguata educazione sessuale ad opera del sessuologo clinico (medico o psicologo che ha sostenuto un percorso di specializzazione in Sessuologia Clinica riconosciuto dalla FISS – Federazione Italiana Sessuologia Scientifica). A volte un informazione corretta ed accurata risulta di per se stessa un trattamento breve e molto efficace. Altre volte all’intervento psico-educativo è necessario affiancare un altro tipo di conoscenza, più profonda rispetto il funzionamento sessuale generale, ovvero quella orientata in modo specifico alla propria sfera sessuale. Questa fase riguarda la consulenza sessuologica vera e propria. Ogni persona oltre a rispondere a principi generali, vive e pratica la sessualità in modo individuale e personale, secondo i propri gusti, valori, desideri, esperienze ecc. Questa fase si muove all’interno delle dinamiche tra corpo e psiche ed in specifici casi può richiedere la presenza del partner in sedute di coppia. La difficoltà (o l’impossibilità) ad avere rapporti può richiedere la presenza del partner poiché le dinamiche relazionali di coppia hanno un influsso estremamente importante nella sessualità. Nella coppia inoltre può esistere un “induttore” del sintomo e un “portatore” del medesimo. Qualora non si abbia un partner, l’intervento sessuologico può comunque essere portato avanti con successo in individuale. Anche in questo caso la consulenza sessuologica è da intendersi come un percorso breve che inizia e si risolve in poche settimane dal suo inizio.
Infine per alcune persone può risultare indicato integrare alla consulenza sessuologica una psicoterapia che vada oltre la mera sfera sessuale. Ciò risulta necessario qualora si giunga ad ipotizzare che alla base del sintomo sessuale vi sia un disagio psicologico più profondo che colpisce anche altre aree di vita della persona.
Un caro saluto.