Al momento dell'orgasmo inizio a piangere...ma non di felicità. Perchè?

Roberta

Salve a tutti, mi chiamo Roberta e ho 24 anni. Vi scrivo perchè vorrei ovviamente dei consigli esperti. Il mio problema che ormai è da due anni che ce l'ho è che quando arrivo al momento dell'orgasmo inizio a piangere...ma non di felicità, liberazione...mi sale una tristezza come se mi avessero fatto del male...ma non dolore fisico...Questa sensazione, emozione mi viene anche quando mi autocompiaccio. Nel corso degli anni passati non ho avuto esperienze relazionali positive...Mi hanno tradito, mi hanno lasciato, mi hanno mentito...le mie due relazioni non sono durate più di 4 mesi e ho avuto e ho dei rapporti occasionali. Vi ho scritto perchè non ne posso più di sentirmi così...Vorrei qualche consiglio. Grazie in anticipo Cordiali saluti Roberta

19 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Roberta,

da ciò che ci scrive credo che la sessualità rappresenti la punta dell'iceberg di altre dinamiche ed emozioni che rimangono più nascoste e apparentemente indecifrabili. In effetti anche lei ci racconta di altri aspetti di sè in cui percepisce che c'è qualcosa che non le torna, come la sfera relazionale o dell'autostima. E' complicato darle consigli in questa sede se non quello di parlarne in modo più esaustivo vis a vis con uno psicologo per mettere a fuoco in modo più chiaro la situazione. Se crede mi contatti o mi venga a trovare, il primo appuntamento è sempre gratuito e di orientamento. A presto

cara roberta io prima partirei dall'aspetto puramente fisiologico , farei delle visite dal ginecologo per escludere l'aspetto organico..poi mi rivolgerei a un terapeuta per capire origine del tuo malessere ...se queste storie andate male ti hanno segnato afferrivamente , se da un punto di vista psicologico ci sono delle cose da risolvere ...credo che tu abbia paura di lasciarti andare dopo le varie delusioni ..forse hai bisogno di parlarne con un esperto che non ti giudica ...

Dott.ssa Filomena Lopez

Dott.ssa Filomena Lopez

Roma

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Salve Roberta,

lei è giovanissima e capisco perfettamente il disagio che le provoca questa situazione. Tuttavia, è difficile offrirle un "consiglio", sarebbe necessario comprendere meglio la situazione attraverso una consultazione. Se lo desidera posso darle delle indicazioni su Milano, contattandomi privatamente attraverso il modulo contatti.

Cordialmente

Cara Roberta,


il momento dell'orgasmo rappresenta anche per lei un momento di intimità profonda con sé stessi e con l'altro. Credo che il suo corpo le stia mandando segnali importanti con questa importante emotività, forse segnala un disagio rispetto all'occasionalità, forse le ricorda che lei desidererebbe relazioni differenti, dove l'altro la abbia in mente, la pensi, non la tradisca.. forse segnala un conflitto interno rispetto al suo modello di donna, forse è un segno che dà voce a una Roberta bambina con le sue fantasie e aspettative sull'essere donna. non ho la palla di vetro e non posso sapere a priori cosa voglia dire per lei quel pianto, credo però lei abbia il diritto/dovere di accoglierlo e di interrogarlo. un percorso psicoterapeutico potrà di sicuro aiutarla a capire chi e per cosa è triste.


contatti un o una (se preferisce) professionista psicoterapeuta che possa accompagnarla in questo percorso verso la "liberazione", per usare una parola scritta da lei.

cari saluti e molti auguri

Ciao Roberta, la sessualità è un momento molto "potente" a livello emotivo e in particolare il momento dell'orgasmo ha valenze e  risposte diverse in ognuno di noi. Durante la sessualità si entra in contatto con il nostro corpo e nel momento dell'orgasmo,in particolare, è possibile che si possa entrare in contatto con emozioni "forti". Ora, mi sembra di capire che le tue esperienze a livello relazionale non siano state positive e che questa sensazione di tristezza ti arrivi anche quando sei in momenti in cui dai valore a te, a ciò che sei o a ciò che fai.

Sarebbe interessante, se questo è il tuo desiderio, andare a vedere come mai la tristezza ti assale in momenti che dovrebbero essere connotati positivamente. La mia indicazione, nel caso, è quella di rivolgerti ad uno psicoterapeuta specializzato in terapia psico-corporea. Il mio approccio è l'analisi bioenergetica, a Milano ci sono molti colleghi che potrebbero darti indicazioni in merito al disagio che descrivi.

In bocca al lupo

Dott.ssa Silvia Pelagatti

Dott.ssa Silvia Pelagatti

Siena

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Gentile Roberta,

la sua è una questione delicata che allo stesso tempo getta luce su altri significati solo apparentemente slegati…

Il momento dell’orgasmo dovrebbe essere, in teoria, il momento della completa soddisfazione, se non della gioia. Può capitare certamente che non tutte le esperienze sessuali che viviamo siano così fortunate, dopo tutto siamo umani e siamo continuamente sottoposti a tensioni di vario tipo e genere che non sempre ci lasciano godere – certo, si può dire, senza imbarazzi superflui – con pienezza e libertà quel momento.

Ma in lei addirittura quel momento porta tristezza e lacrime tanto che lei stessa vive la sensazione di  “come se le avessero fatto del male”, frase che, detta da lei, avrebbe fatto pensare inizialmente ad una qualche più o meno remota esperienza traumatica…

Ma poi lei aggiunge che questa identica sensazione la invade anche quando “si autocompiace” di sé stessa…E allora viene da pensare… anche in merito alle sue relazioni sentimentali passate…

Sembra, e dico sembra perché non ho indizi ulteriori in questo senso, che qualcosa le impedisca di essere felice e che intervenga in tutti i momenti in cui lei dovrebbe/potrebbe esserlo.

Qualcosa che non la autorizza ad essere soddisfatta di sé stessa e delle sue esperienze.

Non credo, sinceramente, si tratti di qualcosa strettamente legato all’area della sessualità ma è lì che questo qualcosa si riflette e porta il suo effetto, come in uno specchio.

Qualcosa che non vuole/non le permette di essere felice o soddisfatta di sé stessa.

La situazione sembra essere sempre la stessa, come un film che si ripete anche se gli attori cambiano: lei vive una situazione che potrebbe renderla felice ma proprio in quel momento scatta il blocco. Il “no” che le arriva da qualche parte dentro di lei.

Questo le dice qualcosa? Le fa venire in mente qualcosa anche se apparentemente questo qualcosa non c’entra nulla con l’esperienza dell’orgasmo?

Se così fosse, e glielo augurerei, qualunque cosa sia è da lì che parte il suo malessere, la causa della sua tristezza in quei momenti che dovrebbero essere per lei positivi e soddisfacenti.

Mi rincresce non poterle essere più d’aiuto di così, ma quella che lei porta oggi nella sua mail è “solo” una porta, ed è già una cosa buona quando certe porte dimenticate vengono riscoperte.

Ma cosa ci sia oltre quella porta può saperlo e scoprirlo solo lei. Non abbia paura di attraversarla. Probabilmente questo sarà solo l’inizio di un suo percorso personale, che potrà fare da sola o con l'assistenza di un professionista, questa rimane una sua scelta, ma se lo percorrerà fino in fondo potrà riuscire a viversi tutte le sue felicità piccole e grandi con la pienezza che meritano.

Cara Roberta,

leggendo la tua lettera ho avuto l’impressione che tu stia negando a te stessa di godere delle gioie della vita. È come se un autocontrollo subentrasse nel momento in cui ti stai lasciando andare per rimproverarti di qualcosa. Penso che sia legato alla fiducia in te stessa e alla paura di affidarti all’altro.

La tristezza è l’emozione che proviamo quando riteniamo di aver perso irrimediabilmente qualcosa o qualcuno (il valore di se stessi, la dignità, il controllo???). Tu sola hai la risposta, prova a ritornare con la memoria a quei momenti, quali sono i tuoi pensieri?

Tutto è iniziato 2 anni fa, cosa è successo in quel periodo?

Dott.ssa Antonella Zangari

Dott.ssa Antonella Zangari

Milano

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Buongiorno Roberta, 

Per capire meglio cosa le succede occorrerebbe ovviamente un colloquio più approfondito. Tuttavia la mia sensazione è che il problema riguardi il tema del senso di colpa e la sfera del desiderio/piacere. Io indagherei introspettivamente dentro queste dimensioni. Mi domanderei cosa mi fanno venire in mente,  a cosa le associo, che suggestioni mi danno. Come vivo questi temi (senso di colpa, piacere...) in altre sfere della mia vita? Sento di essere meritevole? 

Queste sono le mie attuali sensazioni riflessioni rispetto a ciò che ha descritto.

Un cordiale saluto, 

Cara Roberta,

forse le brutte esperienze che hai avuto e soprattutto le scarse esperienze positive hanno lasciato in te un'impronta che non permette di lasciare spazio al "bello". Esiste l'angoscia della bellezza. E' anche un modo per proteggersi dal dolore. In realtà sarebbe proprio andando a conoscere meglio quelle esperienze che ti hanno fatto soffrire che potresti stare meglio.

Un saluto

Gentile Roberta

probabilmente nel momento dell’orgasmo quando le tue difese razionali sono più addormentate, si permette, pur inconsapevolmente, di provare ed esprimere tutta la tristezza profonda che prova per non avere una relazione esclusiva di affetto, comprensione e intimità.

Se pensa di aver dei blocchi o delle difficoltà ad approfondire le relazioni e a vivere un rapporto di coppia, anche a causa delle esperienze negative e traumatiche vissute in passato, forse potrebbe essere il caso di affrontare queste problematiche in modo da poter essere pronta per le occasioni positive che la vita sicuramente le offrirà.

La saluto cordialmente 

 

Da quello che leggo dalla sua domanda, quello che le posso dire e' di rivolgersi presso un collega, per approfondire in terapia il problema relazionale che riferisce. Potra' trovare nella terapia una risposta concreta ed efficace, dato che dirle semplicemente Vada avanti, che le storie passate e' inutile ripensarci, mi sembra riduttivo e banale. Spero di esserle stata utile. Cordiali saluti.

Buonasera Roberta,

ogni persona reagisce in modo assolutamente personale di fronte a svariate situazioni della vita, ecco perché è difficile dare dei consigli, perché non esiste un comportamento da adottare che possa essere universalmente valido per tutti.

Il suggerimento che mi sento di darle è quello di non lasciare cadere la sofferenza che vive ma di darle spazio e ascolto. Un percorso terapeutico è un modo per occuparsi di sé e dei propri dolori.

Cordialmente

Dott.ssa Valentina Delfrati

Dott.ssa Valentina Delfrati

Milano

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Ciao Roberta,

il tuo problema sembra condurci a riflettere a quanto il piacere sia connesso alla paura o al dolore. Se osservi bene, attorno a te troverai tantissime che persone che cercano in tutti modi di essere felici e quando finalmente ce la fanno, provando il piacere desiderato, come prima reazione spontanea hanno la paura di perdere quel piacere. Quello che succede a te insomma, capita un pò a tutti, ma nel tuo caso in modo nettamente più intenso. Anche quando ti compiaci succede la stessa cosa, come se una parte di te avesse paura che ciò che hai costruito, o  non lo meritassi, o lo stessi per perdere.

Ora, tu hai raccontato, nel tuo breve ma chiarissimo scritto, che hai avuto relazioni non troppo soddisfacenti. Forse hai dimenticato di scrivere che tu ci avevi creduto molto, ma le tue aspettative sono state tradite. Vedi, la mente umana quando viene delusa tende a immaginare che quello che è successo in passato possa ricapitare. Se dunque hai vissuto dolorosamente i distacchi dalle tue relazioni, probabilmente adesso non fai che aspettarti che questo ricapiti puntualmente tutte le volte che riesci a provare qualcosa di bello. 

Se però la soluzione che hai trovato per non soffrire più è quella dei rapporti occasionali ("se non mi innamoro non posso soffrire"), temo che questo rimandi a te la sensazione di essere una che stia fuggendo non essendo in grado nè di provare piacere, nè di confrontarti con la sofferenza.

In questi casi Roberta, la cosa migliore da fare è avere la possibilità di rimettere il passato il passato nel passato così che questo smetta di invadere il presente. Ci sarebbe anche da valutare in che modo ultimamente, a causa delle tue paure, hai iniziato a comportarti con i tuoi partner, ma questo meriterebbe un lungo spazio di attenzione.

Rimango a tua disposizione,

Dott. Andrea Calò

Dott. Andrea Calò

Milano

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Buongiorno Roberta, in riferimento alla sua richiesta si può ipotizzare che permanga in lei un'emozione di tristezza che probabilmente non si consente di riconoscere ed esprimere, con l'effetto di incrementare il livello di tensione emotiva a livello più o meno consapevole. L'emozione potrebbe così trovare un canale di espressione solo quando si rilassa e si lascia andare, come può essere il caso di un rapporto sessuale, in cui vengono rilasciati i freni inibitori e la propensione ad esercitare il controllo su di sè. C'è da chiedersi da dove deriva questa tristezza, se nella vita quotidiana riconosce di avere dentro di sè questa emozione e come ne prende contatto. Tutti noi possiamo mostrare resistenza a percepire le nostre emozioni, che magari tratteniamo al nostro interno. 

Rimango a disposizione per ulteriori confronti: 

Cordiali saluti

Cara Roberta, dalle tue parole è evidente la difficoltà che provi in un ambito, quello delle relazioni personali più intime, molto complesso e importante.

Sei ancora una ragazza ed in questi anni stai costruendo la tua identità di giovane donna; è comprensibile che tu incontri delle difficoltà nella sfera sessuale ed affettiva ed è molto importante che tu abbia la avuto la capacità di chiedere aiuto.

Sembra che il piacere sia per te molto vicino anche alla sofferenza. Quello che ti piace, ti fa anche male. Sarebbe molto utile porti ulteriori domande per chiarire alcuni aspetti. Dici di avere avuto solo rapporti occasionali: in un contesto in cui non c'è una relazione di affetto profonda, cosa cerchi nel tuo partner? Forse non stai ascoltando i tuoi bisogni, e quindi non ti metti nelle condizioni di poter vivere certe emozioni. Forse la parte di te che sente un dolore quasi fisico, e che ti fa piangere, sta reclamando proprio un bisogno che non stai riconoscendo. Racconti di avere sofferto molto nelle relazioni passate; forse queste ferite non sono ancora state elaborate.

Hai accennato anche al fatto che provi lo stesso "dolore" anche quando ti autocompiaci. Cosa c'è che ti impedisce di provare piacere da sola e di accettare le sensazioni che derivano dal tuo corpo?

Non cadere nell'errore comune di pensare di essere "sbagliata" o di avere qualcosa che non va: tu stessa dici che questo fenomeno avviene da circa 2 anni: cosa c'era prima, che ti permetteva di vivere più pienamente la tua sessualità?

Ti invito a riflettere su questo ed a darti la possibilità di ascoltare il tuo corpo, e il tuo cuore.

I miei migliori auguri

Gentile Roberta, sembra che questa situazione di tristezza abbia un inizio ben preciso ed è probabilmente successo qualcosa (forse proprio una di quelle storie finite con menzogne, tradimenti, ecc, ma non è detto) che le abbia fatto "scattare" un meccanismo che le renda impossibile avere appagamento dal sesso. Ora, al di là dei motivi che l'hanno portata a questo punto, credo sia importante approfondire come si sente per poter poi trovare nuovi "meccanismi" per vivere la sua sessualità più serenamente; ad esempio, cosa le succede quando le viene da piangere: si sente in colpa? Oppure non si sente adeguata/abbastanza? E' arrabbiata con qualcuno? E che conseguenze ha questo stato emotivo: cosa fa dopo aver pianto? Richiede aiuto a qualcuno oppure tende ad isolarsi? O magari sta meglio? Se ha una relazione occasionale la interrompe? Oppure al contrario, richiede accudimento? Come vede il sesso? Cerchi di far luce su questi e altri punti con un professionista!In bocca al lupo!

Gentile Roberta,

mi sembra che hai individuato da sola il problema: "mi sale una tristezza come se mi avessero fatto del male... ma non dolore fisico" ben collegabile con "non ho avuto esperienze relazionali positive... mi hanno tradito, mi hanno lasciato, mi hanno mentito". Quel pianto esprime una sofferenza da accogliere, comprendere e superare per non ricadere sempre nelle stesse dinamiche. Fermarti a riflettere con un professionista sul perchè tendi a legarti a persone che ti fanno stare male, potrebbe aiutarti sia a capire meglio te stessa sia a proteggerti nella scelta del partner: un investimento per il tuo futuro e il tuo benessere! I migliori auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo

Dott.ssa Annalisa De Filippo

Milano

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Cara Roberta, lei è giovane e motivata a superare le attuali difficoltà, questo è un buon punto di partenza. In ambito sessuale le componenti fisiche e psicologiche si mescolano fino a confondersi. E’ bene quindi, come da lei sottolineato, considerare gli aspetti mentali, i vissuti passati e le emozioni provate. Le consiglio di avvalersi di un supporto psicologico (magari presso un Consultorio dove talvolta sono presenti figure che si occupano anche di sessualità).

I miei migliori saluti.

Gentile Roberta, per risolvere la sua difficoltà è necessaria una attenta anamnesi, che faccia emergere probabili conflitti nella sua personalità. Le difficoltà relazionali che Lei illustra, potrebbero trarre origini dal suo passato e dalle relazioni con le figure di accudimento. Se preferisce approfondire e contattarmi, potremo fissare un primo incontro gratuito al mio studio. Cordiali saluti