Portare avanti, nel tempo, una relazione di coppia è oggi davvero difficile. Quando non è capitato a noi stessi, lo vediamo ogni giorno intorno a noi, coppie in crisi, che litigano, o si ignorano, o si separano, sia dopo una storia breve che dopo anni di unione o convivenza. Ci stiamo lasciando definitivamente alle spalle la coppia definitiva, quella del “per sempre”, anche se il desiderio ed il progetto iniziale rimane quello. Quando la storia è seria, i sentimenti profondi e la maturità delle persone lo consente l’idea è infatti quella di costruire un progetto che riguardi l’intero arco della vita, ma poi le intenzioni si infrangono sempre più contro le difficoltà che la vita presenta e la coppia, non più “tutelata” dalle rigide regole familiari, sociali e/o religiose di un tempo, rivela tutta la sua fragilità ed imbocca una dolorosa strada di non ritorno.
Difficile estrarre elementi certi da una crisi di relazione, sempre intricata e complessa, ma è possibile trarne alcuni aspetti.
Mancanza di comunicazione. Pur vivendo insieme spesso si crea un vuoto di dialogo, ognuno tiene per sé le proprie cose, pensieri, idee, intenzioni, speranze, emozioni, creando così nel tempo un distacco di cui c’è poca consapevolezza e che si rivela difficile da recuperare. Non c’è un coinvolgimento dell’altro nel proprio mondo, ma si crea l’abitudine a stare su di sé, magari aspettandosi che l’altro capisca da solo, che magicamente sia capace di leggere nella propria testa o nel proprio cuore e rispondervi adeguatamente. “Perché dovrei chiedere? Se lui/lei è attento ci deve arrivare da solo!”, dando per scontato che il proprio punto di vista o vissuto emotivo sia identico a quello dell’altro.
Assenza di complicità. La comunicazione, verbale ed emotiva, il riconoscimento dell’altro, che parte dal rispetto della persona e si nutre della valorizzazione, vanno a creare quella complicità che connota la coppia, che le dà un’identità rispetto all’esterno. Essere complici significa “tu ed io” e poi gli altri, significa capirsi con facilità perché si è costruita una storia condivisa, quasi un linguaggio comune e riservato e perché si è costruita una fiducia che permette di affidarsi. Fidarsi e affidarsi al punto da far entrare l’altro nella propria intimità, nella sfera più privata e stare bene insieme nello scambio amoroso.
Intimità. Non c’è nulla di più qualificante il rapporto di coppia dell’intimità, termine di difficile e complessa definizione. L’aspetto più immediato è quello sessuale: una buona intesa, che sottende la capacità di fidarsi ed affidarsi, di lasciarsi andare in una dimensione profonda a due, che comprende l’intimità sensoriale, emotiva ed affettiva, costituisce un cemento nella costruzione della coppia. In tale ampia accezione del termine, la sessualità è la base che caratterizza il rapporto amoroso ed il venirne meno è indice di malessere e sofferenza. Il rapporto può continuare ad essere profondo e addirittura inscindibile, ma è altra cosa.
Litigi ed incompatibilità. Ci sono coppie litigiose, che si scontrano su ogni cosa, anche la più banale, ingaggiando lotte verbali estenuanti, in cui ognuno vuole vincere. Incapaci di ascolto reale e di mediazione, ognuno porta avanti il proprio punto di vista, ritenuto oggettivamente quello “giusto”, tesi solo a farlo prevalere sull’altro. Sono totalmente privi di empatia, quella qualità che consente di mettersi nei panni dell’altro e quindi poter capire le sue motivazioni, le sue posizioni, le sue emozioni, farci i conti, non viverli come contrapposizioni intenzionali a priori ma come espressione di un sé diverso dal proprio. Nel tempo il clima di tensione degenera, l’aggressività rischia di diventare distruttiva: lo scontro non è più tanto diretto ad avere ragione su questioni specifiche, ma diventa lotta per il potere nella relazione e tutto viene vissuto come un attacco alla propria persona.
Condivisione di interessi. Ci si chiede spesso se la condivisione di interessi e di passioni possa essere un elemento importante per l’unione della coppia. Se a lei interessa l’arte o il cinema, a lui invece lo sport o le macchine, se a lei piace viaggiare ed a lui invece starsene tranquillo a casa o nei dintorni, questo può creare una frattura che nel tempo può rivelarsi fatale? Sì e no. Se le diversità vengono gestite con consapevolezza e di comune accordo possono non generare problemi, soprattutto se non c’è rigidità di muri invalicabili ma quella scioltezza che prevede ogni tanto incursioni dell’uno nel campo dell’altro. Ma appare per contro evidente che la condivisione di interessi o attività si rivela un forte collante, che unisce e favorisce le stesse esperienze emotive e gli scambi comunicativi.
Immaturità. Costruire un rapporto di coppia stabile presuppone una maturità individuale che non sempre è presente, pur se l’età cronologica lo farebbe supporre. Per maturità si intende la capacità di amare, senza annullarsi, di dare, occupandosi e preoccupandosi per l’altro, in un equilibrio che presuppone la riduzione dell’attenzione esclusiva a sé per fare un po’ di posto all’altro. E’ questo un punto particolarmente attuale, in questa nostra cultura individualistica, oggi in crisi economica ma allo stesso tempo eticamente rivolta al piacere ed al disimpegno, che favorisce personalità autocentrate: giovani che faticano a lasciare il gruppo amicale,ad es., come riferimento privilegiato rivolto al divertimento per costruire una vita di coppia, dove c’è sì piacere e divertimento, ma anche impegno, tensione relazionale e responsabilità verso l’altro.
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