In Italia, come si è verificato in numerose altre nazioni a partire dalla Cina, alla fine del periodo del confinamento in casa, per prevenire lo sviluppo della pandemia, causata dal Coronavirus-Covid 19, c’è stata una notevole quantità di coppie che sono andate in crisi e hanno deciso di rivolgersi ad un avvocato per chiedere la separazione. Questo fenomeno, spesso non è stato altro che l’epilogo di un disagio già presente da tempo, ma che con la convivenza forzata in casa delle coppie, si è acuito notevolmente. Doversi interfacciare nel quotidiano, senza avere più le vie di fuga/distrazioni fuori casa, ha portato numerose persone a dover fare i conti con delle problematiche che per quieto vivere e per paura del cambiamento erano state messe da parte. Essere costretti a stare a lungo in casa e condividere costantemente degli spazi comuni, in una situazione di per se complicata a causa della pandemia, è stato un banco di prova per numerose coppie a famiglie. Le reazioni sono state molteplici, c’è chi ha utilizzato questo periodo in modo positivo, per riscoprire il gusto per le piccole cose da fare insieme, come cucinare, curare la casa, assaporare dei tempi più lenti, dedicarsi a hobby mai coltivati o messi da parte, e dedicare più spazio alle relazioni con figli o congiunti, affinché l’esperienza vissuta diventasse qualcosa da cui trarre giovamento in modo costruttivo. C’è invece chi, durante questo periodo, è diventato molto insofferente mal accettando la situazione in corso e amplificando situazioni di malessere già presenti. Le coppie che in questo periodo sono andate in crisi, hanno riscontrato la mancanza di complicità, amore e per l’altro, la stanchezza nel tollerare situazioni ormai logore e una difficoltà nel vivere il rapporto di coppia con un senso del noi, piuttosto che su posizioni individuali e egoistiche. L’altro non è stato visto come una risorsa, bensì è diventato un ulteriore nemico in più a cui far fronte. Mentre durante la vita prima della pandemia, delle situazioni, pur presenti, venivano tollerate, perché era presente un equilibrio che permetteva a ognuno di andare avanti avendo delle valvole di sfogo che facevano star meglio, durante la pandemia la costante convivenza forzata e l’assenza di queste, ha costretto chi presentava già problemi a non poterli più evitare, o a chi pensava che andasse tutto bene a scoprire che non era così. Essere obbligati a entrare in contatto con una realtà che non soddisfa, ha portato numerose coppie alla consapevolezza di non poter stare più insieme e ad attivarsi per ricorrere ad una separazione/divorzio, non appena il lockdown fosse finito.
Decidere di separarsi, è un passaggio molto importante e poiché riguarda un grosso cambiamento, è importante che vada preso e ragionato con lucidità e non sotto l’onda emotiva. Vivere una pandemia, con tutto ciò che comporta, crea numerose conseguenze che possono incidere sull'equilibrio psicologico, tra cui un senso di costrizione per non poter più vivere con la libertà a cui si era abituati, di paura per la possibilità di un eventuale contagio che porta a considerare l’altro come un probabile untore da cui sottrarsi, e in numerosi casi si sono unite ulteriori problematiche come quelle della presenza di una precarietà lavorativa/economica e incertezza per il futuro. Poiché la situazione sotto cui viene presa la decisione di separarsi è molto importante, soprattutto se legata a delle situazioni familiari, è probabile che sotto l’onda emotiva siano state prese delle scelte drastiche, condizionate dai vissuti legati alla presenza della pandemia, e senza la lucidità e serenità necessarie per prendere delle decisioni così importanti. Ad eccezione dei casi in cui la pandemia è stata il pretesto per avviare delle separazioni che erano ormai inevitabili, nei casi in cui ci si renda conto che il vissuto emotivo della situazione vissuta, può aver condizionato simili scelte, può essere opportuno rimandare la decisione di separarsi, ad un momento in cui sarà presente una maggiore serenità e pensare prima di chiudere relazioni importanti, di provare una psicoterapia di coppia, piuttosto che rivolgersi direttamente all'avvocato. La vita di coppia è fatta di fasi e di prove, se la coppia cresce, si impegna, affronta insieme gli eventi positivi e negativi e condivide le difficoltà incontrate, ogni cambiamento, può diventare costruttivo e l’aiuterà a durare, se invece ciò non accade, nonostante i numerosi sforzi fatti, la separazione diventerà la soluzione, più sana che permetterà a ognuno di riprendere individualmente il percorso di crescita verso un futuro più sereno. Qualora ci si renda conto di trovarsi in situazioni simili, la sola richiesta di una consulenza ad uno psicoterapeuta che si occupi di terapia di coppia/familiare, o a un avvocato esperto di diritto matrimoniale, può essere illuminante per focalizzare meglio la direzione versi cui si vuole andare.