L’amore è semplice, va da se, quando comincia ad incontrare degli ostacoli che la coppia non riesce a superare e ricorre sempre negli stessi errori, occorre chiedersi, se valga la pena continuare.
Uscire da una relazione malata, non è per niente semplice, proprio perché una delle sue caratteristiche è la tendenza, nonostante numerosi segnali di malessere a proseguire, nella speranza che qualcosa cambi, perché sono presenti dei maccanismi profondi, di cui spesso non abbiamo consapevolezza, che ci spingono a restare, nonostante razionalmente ci rendiamo conto che sarebbe meglio andar via.Nessuna relazione d’amore è perfetta, capita di affrontare alti e bassi, collegati alle numerose esperienze che la vita ci porta ad affrontare, ma quando i bassi superano di gran lunga gli alti, o pur cambiando relazione, ci troviamo davanti agli stessi meccanismi ed errori, è possibile che ci troviamo di fronte a un modo di relazionarsi malato.
Ci sono delle caratteristiche che ci indicano che una relazione è malata, eccone alcuni dei principali:
- I conflitti sono costanti e piuttosto che avere una funzione costruttiva, hanno una funzione ostruttiva, che non permette alla coppia di evolversi, crescere e andare avanti
- Sono presenti forme di violenza fisica e/o psicologa, da parte di uno o entrambi i membri della coppia, negando e eludendo il rispetto per se stessi e per l’altro.
- Il rapporto diventa simmetrico, ovvero una lotta continua tra i due componenti della coppia, per avere il potere, piuttosto che negoziarlo e talvolta, scambiarselo.
- Nella coppia di verifica una complementarietà rigida, in cui uno riveste sempre il ruolo di vittima e l’altro di carnefice, spesso senza rendersene conto, ognuno con il proprio comportamento, rinforza quello l’altro.
- L’altro viene vissuto come un possesso o un oggetto, sono presenti continui episodi di gelosia e controllo del partner, nonostante le numerose rassicurazioni date.
- Tutta la propria vita è impostata sulla relazione di coppia, arrivando a trascurare il lavoro, gli amici, la famiglia e se stessi in funzione del proprio partner.
- La nostra autostima, dipende da ciò che il partner pensa di noi, sminuendo il proprio modo di essere e pensare, e esaltando quello dell’altro, per esser ben voluti e accettati.
- E’ presente la convinzione di poter cambiare l’altro, e le proprie energie sono continuamente focalizzare nel raggiungere questo obiettivo, ma sarà inutile perché mentre possiamo cambiare noi stessi, sarà impossibile farlo sull’altro, che invece andrà accettato per come è.
- Nella relazione sono presenti comportamenti di manipolazione che spingono uno dei due componenti della coppia, a fare quello che l’altro vuole, spesso anche contro i propri principi e volontà, senza rendersene conto.
Come precedentemente detto, questi sono solo alcuni degli indici, che possono farci capire che il rapporto vissuto è malato, ma se prestiamo attenzione alle emozioni vissute, e ci rendiamo conto che quelle negative, superano di gran lunga quelle positive, allora è molto probabile che si tratti di questo.
Una volta giunti alla consapevolezza che stiamo vivendo questo tipo di rapporto, abbiamo diverse scelte: restare, tentare di curarlo o andare via.
Chi resta, ha difficoltà a crescere e spera che prima o poi le cose migliorino, oppure gli interessi in gioco (emotivi, economici, familiari e culturali) sono talmente tanti, che è preferibile restare e spesso negarsi la realtà delle cose o lamentarsi, piuttosto che cambiare.
Chi tenta di curarlo, compie un primo passo importante, “accetta di vivere un amore malato”. Il processo di accettazione è un passo fondamentale perché permette che si attivino gli step successivi. Una volta giunti a questo punto, se la coppia da sola, non è in grado di risanare il proprio rapporto, il passo successivo, è quello di chiedere aiuto, magari parlandone con qualcuno che la possa consigliare o affidandosi a un esperto che si occupi di psicoterapia di coppia. Chi inizia un percorso di psicoterapia di coppia, non sa quale sarà l’esito finale, ma ha come obiettivo quello di poter star meglio, man mano si definirà se continuare a stare insieme modificando e risanando gli aspetti mal funzionanti o separarsi.
La decisione di andar via, presuppone anch’essa l’accettazione di trovarsi davanti a un rapporto che non va, nonostante i numerosi tentativi fatti per risanarlo e migliorarlo. Poiché si tratta di rapporti malati, il momento della separazione è molto complicato, soprattutto se ci sono dei figli o interessi personali in mezzo, iniziano pertanto tutta una serie di negoziazioni e manipolazioni, soprattutto se uno dei due partner non accetta la decisione presa. Amare presuppone anche il lasciar andare l’altro quando non vuole più stare nel rapporto, e se ciò non accade è un altro indice di patologia.
Una volta che si è giunti alla separazione, occorre fare un lavoro su se stessi per riuscire a portare avanti la decisione presa, elaborarla e superarla. E importante imparare a stare da soli e non rimettersi subito in un altro rapporto, il rischio è quello di non elaborare correttamente la separazione e coprire il dolore con una nuova esperienza vitalizzante, spostando l’attenzione su altro e impedendosi di sentire il dolore, attraversarlo e superarlo. Imparare a stare da soli, ci permetterà ci scoprire tante cose su di noi, come soddisfare i nostri bisogni e coltivare la propria autostima, piuttosto che delegare questa funzione all’altro, così da imparare a stare con l’altro, non per il bisogno dell’altro, ma per il piacere di stare insieme.
Se l’esperienza dello star soli, diventa molto dolorosa, è utile chiedere aiuto, circondarsi di amici e familiari e imparare a ristrutturare la propria vita, inserendo esperienze nuove rivolte allo star bene e all’amore per se stessi. Se noi ci sappiamo voler bene, anche gli altri lo faranno di conseguenza e noi per primi, staremo lontano, da chi ci fa star male. Solo dopo aver imparato a volerci bene, e aver capito che una relazione di coppia è basata sul piacere di stare con l’altro, e non sul bisogno dell’altro, saremo pronti per una nuova relazione. Laddove questo processo sia difficile da attraversare da soli, occorre rivolgersi ad uno psicoterapeuta, che ci potrà aiutare a individuare gli aspetti più profondi e spesso inconsapevoli, che ci impediscono di crescere e imparare a stare in coppia in modo sano.
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