Le origini della gelosia sono molto lontane nel tempo, e se ne vedono i primi esordi nelle società primitive. La donna era gelosa del “partner”, al fine di difendere il rapporto dalle incursioni esterne e preservare la prole; mentre nell’uomo la gelosia era legata all’istinto di accoppiamento sessuale e di possesso, al fine di difendere il proprio territorio, da altri maschi interessati alla sua donna. Secondo gli studiosi, il sentimento della gelosia sarebbe, pertanto, una sorta di difesa della coppia, generato durante la selezione naturale degli esseri umani e tramandata fino ai giorni nostri. Questi aspetti “primitivi” continuano a restare anche nelle società moderne, ma con l’evoluzione dell’uomo, sono stati caricati di una maggiore complessità, sia per quanto riguarda le dinamiche che li governano, sia per la varietà di situazioni che le rappresentano, tanto che la gelosia si può estendere anche ad altri ambiti, come quello familiare, lavorativo e relazionale. Le prime esperienze di gelosia avvengono in ambito familiare, quando la nascita di un fratellino, leva quell’attenzione esclusiva, che i genitori hanno riversato sino a quel momento sul proprio figlio, spesso, infatti, questa nuova nascita non viene accolta positivamente dai primi figli, perché si sentono messi da parte e gelosi delle attenzioni che vengono date al nuovo nato; in questi casi, sta all’abilità dei genitori prevenire eventuali disagi, stando attenti a dargli una giusta attenzione, pur consapevoli che ogni figlio è diverso e ha dei bisogni, che vanno adeguatamente soddisfatti. Se non risolte, tali dinamiche rischiano di diventare la chiave, attraverso cui si interpretano le diverse situazioni relazionali, che hanno a che fare con “terzi”, come i rapporti lavorativi, amicali o di coppia. Nello specifico, per esempio, una persona che sente di avere sentimenti di gelosia rispetto al fratello, tenderà a riproporre uno schema simile, anche in ambito lavorativo, dove sentirà che il capo darà, ingiustamente, più attenzione al collega e sentirà gelosia verso quest’ultimo, riproponendo inconsapevolmente uno schema simile a quello appreso in ambito familiare, senza capirne il perché e sentendosi trattato ingiustamente. Avere questo copione, come rappresentazione di se, può portare a vivere, determinare e riproporre situazioni, in cui il vissuto della gelosia diventa preponderante. L’origine di questo vissuto è spesso legata alla presenza di una bassa autostima, perché la persona gelosa crede che il nuovo arrivato (collega-amico-fratello), diventerà un pericolo in quanto potrebbe levargli l’attenzione ricevuta sino a quel momento. Questa paura genera dei pensieri distruttivi che amplificano l’eccessiva sospettosità verso l’altro e la paura di perdere il rapporto privilegiato avuto sino a quel momento. Superare i propri problemi di autostima, potrebbe essere la chiave di volta rispetto a molte problematiche legate alla gelosia inadeguata, perché permetterebbe di acquisire una maggiore sicurezza in se stessi e non vivere l’altro/terzo, come un pericolo costante. Ma la gelosia, non ha solo una funzione negativa, al contrario nel rapporto di coppia, se ben dosata e non eccessiva, diventa un indice dell’interesse dell’altro a se. Quando emerge, la persona gelosa in modo costruttivo, reagisce con un maggiore interesse per il partner, usando le armi della seduzione e dell'ironia per rinsaldare l'unione; ma se questo limite viene superato, perde questa funzione positiva, fino ad esasperare degli aspetti di possesso e di paura della perdita del rapporto, arrivando ad avere una funzione distruttiva piuttosto che costruttiva. In base a quanto detto è importante sottolineare che per superare sentimenti di gelosia inadeguati è necessario poter lavorare sulla propria autostima, ovvero iniziare ad avere un atteggiamento attivo, piuttosto che passivo, diventando artefici del proprio valore, piuttosto che pensare che questo ci possa esser riconosciuto solo dagli altri. Se da soli, non riusciamo a fare questo cambiamento e ci rendiamo conto che la gelosia eccessiva, continua a condizionare la qualità delle nostre relazioni, possiamo chiedere aiuto a uno psicoterapeuta affinché possiamo diventare consapevoli e artefici del nostro benessere.
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