Quante volte abbiamo sentito dire che per far andare avanti un rapporto bisogna fare dei compromessi!? Ma cosa vuol dire?
Come sostantivo compromesso ha due sfumature di significato:
· Di mediazione: in una disputa, il compromesso è il risultato di concessioni da entrambe le parti con lo scopo di trovare un terreno comune su cui concordare;
· Di colpa: può indicare un cedimento morale in cambio di vantaggi materiali (scendere a compromessi).
Come aggettivo può indicare
· un danno: quando significa messo in pericolo, a repentaglio, intaccato, rovinato;
· un difetto: ovvero danneggiato nella reputazione, screditato.
Insomma, non è proprio semplice e privo di conseguenze scendere a compromessi con qualcuno.
Io credo ci sia sul significato di questo termine un grande fraintendimento alla base del fallimento di molte relazioni. Relazioni che sopravvivono ma che non diventano motore nel percorso di crescita personale.
Quando si è in due l’esito del compromesso, inteso come mediazione, è quello di concedere qualcosa allo scopo di trovare un accordo di convivenza. Il problema insorge quando questo qualcosa che concediamo va a coincidere con parti di noi, ovvero aspetti identitari e vitali del nostro essere.
Il risultato, a lungo andare, è quello di sentirsi danneggiati, screditati nel proprio valore e nelle cose che si ritengono importanti. In questi casi la coppia non è più il luogo dove sperimentare benessere e senso di appartenenza ma è il luogo della rinuncia e della privazione.
È da qui che nascono i risentimenti, il senso di frustrazione, la rabbia.
Vorrei recuperare questo termine e guardarlo in una prospettiva diversa: compromesso in un rapporto non può significare mettere in un cassetto parti di sé ma, piuttosto, sentire la necessità di raggiungere l'altro tirando fuori aspetti celati e inibiti. Il compromesso dovrebbe essere opportunità e non negazione e appiattimento.
Il “Ti amo e farei tutto per stare con te” dovrebbe essere sostituito con il “Ti amo perché con te mi sento una persona migliore”.
Il partner è uno stimolo a tirare fuori nuove risorse e competenze, a sciogliere nodi, ad aumentare la propria consapevolezza.
Certo non è un percorso ideale, ma se teniamo a mente questo concetto e lo facciamo nostro, potremmo leggere e risolvere diversamente tutti quei momenti in cui ci sentiamo fagocitati nel rapporto, stressati, privati di ciò che siamo.
Concludo citando Erich Fromm:
"L’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e di separazione, e tuttavia gli permette di essere sé stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso, ma nell’amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due".
Dr.ssa Francesca Pannone
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