E’ luogo comune affermare che chi e’ geloso tratta l’altro come un proprio possesso, alla stregua di un oggetto che sfugge al controllo del proprietario.
Solitamente si dice che chi e’ geloso e quindi possessivo verso l’altro, lo tratta come una propria proprieta’.
Ma con esattezza cosa significa trattare l’altro attraverso la possessivita’?
La persona che controlla il proprio amato, che lo segue per verificare di non essere tradito, che pretende di conoscere ogni movimento del proprio partner innanzitutto sta proponendo una relazione di possesso.
Relazione di possesso che e’ in contrapposizione con le relazioni di scambio e di reciprocita’. Proviamo a spiegarci con un esempio.
La reciprocita’ vede due persone impegnate nella competenza a costruire “elementi terzi” condivisibili: una coppia ad esempio puo’ occuparsi di progettare un viaggio, o un interesse culturale; puo’ preparare una cena dove vengono invitati amici a cui proporre una serata piacevole. Per fare questo, per condividere un progetto, per costruire un’esperienza sulla base di elementi terzi la coppia deve uscire dalla logica del possesso reciproco, dove gli elementi esterni alla coppia vengono visti come intrusi e nemici del rapporto di scambio.
Nelle relazioni di possesso invece l’estraneita’, l’altro e’ visto come nemico da allontanare. Al Cespig, Centro di Psicoterapie per le problematiche di gelosia, capita spesso che i pazienti raccontino di come gli interessi del partner, che si tratti di cinema o di libri o di persone differenti, siano sentite come portatrici di rabbie impotenti. Il geloso sembra non sopportare che l’altro abbia una vita emozionale che non riguardi lui stesso.
Vi e’ una sorta di competizione con il mondo esterno che impedisce al geloso un rapporto di reciprocita’, di interdipendenza piacevole.
L’intervento dello psicoterapeuta, non e’ quello di guarire la gelosia, ma di dare un senso al rapporto di coppia, promuovendo la relazione di scambio e di reciprocita’.
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