Da quando siete diventati genitori la coppia non è più la stessa? Vi capita di provare disinteresse, risentimento o insofferenza verso il partner? Vi sentite esclusi dal legame di coppia e incompresi? Vi sentite inutili nel ruolo di partner e poco gratificati da quello di genitore? Vi capita di avere voglia di scappare e desiderare momenti per voi o un ritorno al passato?
Molte coppie dopo la nascita di un figlio si trovano a rispondere in modo affermativo a queste domande e ciò può generare un progressivo senso di colpa e inadeguatezza che viene tenuto nascosto e raramente verbalizzato. In realtà stiamo parlando di una delle fasi più studiate del legame di coppia, proprio perché una delle più delicate e dense di significati e trasformazioni: quella della transizione alla genitorialità, ovvero del passaggio dalla diade alla triade, del cambiamento dei ruoli e delle identità nei membri che costituiscono la coppia amorosa.
Può capitare di sorprendersi a “dare la colpa al bambino”, per poi giudicarlo subito un pensiero inaccettabile. Si passa allora a cercare le cause nel partner o in sé stessi, arrivando anche a mettere in discussione la scelta di avere un bambino e persino la validità del legame di coppia.
Come detto, si tratta in realtà di un periodo di crisi fisiologica che quasi tutte le coppie attraversano, in modalità e misure differenti e che rappresenta l’occasione per rivedere e rinforzare sé stessi a livello personale e anche occasione per maturare la complicità e il legame di coppia, coerentemente con le nuove sfide che il ruolo genitoriale comporta.
Per questo è molto importante farsi carico dei primi segnali di insoddisfazione e disagio e cavalcarne l’onda piuttosto che stigmatizzarli e cercare di opporvi resistenza reprimendoli. Diversamente infatti, si apre la strada ad una crisi destinata a divenire una rottura sempre più manifesta in termini di conflittualità e insoddisfazione con conseguente senso di fallimento.
Può anche capitare che, a fronte di una resistenza nella coppia adulta, la crisi si manifesti attraverso segnali di disagio del bambino. Questi ultimi vengono solitamente evidenziati quando i piccoli iniziano la loro vita sociale nei contesti educativi organizzati.
Sebbene nella gran parte dei casi la crisi non sia riconducibile ad aspetti patologici del legame, può accadere che non tutte le coppie trovino da sole gli spazi di riflessione e le risorse per cavalcare quest’onda ritrovando un nuovo equilibrio. Non bisognerebbe in questi casi esitare a chiedere aiuto, poiché chiedere aiuto non equivale a mettere in discussione la bontà del legame di coppia o la validità dei membri che la compongono. Chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza o incapacità.
Può essere utile frequentare gruppi tematici o rivolgersi ad uno psicologo, ancor meglio se con una preparazione in psicologia perinatale. Costui infatti svolgerà una attenta analisi dei fattori in gioco, che sono molteplici e riguardano più livelli: la storia del legame di coppia, la storia del progetto generativo, le aspettative sul figlio e sul menage della famiglia con bambini piccoli, le aspettative sul proprio modo di essere genitori e sul partner. O ancora il temperamento del bambino, i valori educativi di ciascuno; ma anche fattori legati alla propria storia personale di figli e non ultimi i tratti di personalità di ciascuno che possono rendere difficile l’adattarsi al continuo cambiamento di prospettiva che i bambini nei loro primi anni di vita richiedono ad una coppia adulta.
Quali sono gli aspetti da non trascurare per continuare a prendersi cura della coppia?
Ricordate che, anche se l’oggetto primario delle cure è il nuovo arrivato in famiglia, ci si può prendere cura di lui anche mantenendo il focus su voi due. Ricordate sempre il NOI, il nido fisico e simbolico da cui arriva questo bambino. Lui ha bisogno sin da subito di percepire che l’ambiente che lo circonda è una squadra e che lui è ancora protetto da un progetto comune e rassicurante, tanto quanto ne avete bisogno voi.
Parlate dei vostri bisogni in prima persona, qualsivoglia che siano. Delegate al partner aspetti della cura che sono delegabili. Non fate pressioni per la ripresa dell’attività sessuale, ma piuttosto aprite la strada attraverso la costante espressione di affetto, apprezzamento e ammirazione.
Siate pronti a farvi trasformare e rivoluzionare da questa fase della vita, senza paura. E trovate periodicamente del tempo per parlare di come sentite che vi state trasformando. La coppia ne uscirà rinforzata.
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