La relazione viziata dall'arroganza è basata sulla superiorità di uno dei partner rispetto all'altro. In questa dinamica, la persona arrogante si sente superiore e dominante rispetto al proprio partner e tende a trattarlo con disprezzo, sminuendolo e dimostrando un comportamento egoista. La critica ripetuta è un altro comportamento che adotta. La vittima di questo tipo di relazione, essendo sminuita costantemente, si sente frustrata dall'atteggiamento "subdolamente" dominante, coercitivo ed egocentrico del suo "giudice carnefice". Purtroppo, la visione distorta di sé può essere così forte da impedire, a quest'ultimo, di riconoscere che sta agendo in modo spocchioso. In altre parole, il presuntuoso potrebbe non rendersi conto di essere tale perché non è in grado di vedere le proprie azioni ed il proprio comportamento in modo oggettivo. La mancanza di autocritica da parte del partner arrogante, oltre a renderlo iroso, lo porta a non ammettere mai di aver sbagliato e, pertanto, chiede raramente scusa. Dietro a tanta "prepotenza" si nasconde, molto spesso, una persona fragile e disorganizzata, che spinge la stessa a proteggersi da inesistenti pericoli attaccando senza motivo. E' una sorta di difesa, naturalmente sbagliata, che muove, nel prossimo, reazioni emotive appartenenti alla sfera della libertà d'essere. L'arrogante è un falsario di se stesso, un “attore” dal profondo desiderio di evitare di essere ridicolizzato, punito o controllato da altri, dai quali si sente minacciato. E’ molto improbabile che si riesca a cercare di fare appello al loro senso della ragione o della logica, fornendo magari informazioni pertinenti, che mettano in discussione la loro posizione. E’ inutile. E’ una battaglia persa in partenza, perché il più delle volte, coloro che sono in coppia con qualcuno che ha una predisposizione all'arroganza, sperimentano continua frustrazione, che sfocia in rabbia, a causa del fatto che raramente si sentono ascoltati, accettati o compresi. Il rapporto di coppia è falsato perché assente di legami di asimmetria. Ciò che conta in una relazione "sana" è che, affinché ci sia rispecchiamento nell’altro, non ci sia da una parte nei confronti dell’altra, un risentimento profondamente radicato, frutto di una comunicazione efficace ostacolata da una svalutazione di ciò che è rispetto. Le virtù e le qualità che promuovono relazioni sane e reciprocamente appaganti, come la generosità, il rispetto, l'impegno e la compassione, solo per citarne alcune, devono essere coltivate attraverso la pratica intenzionale. Ma, il rafforzamento delle qualità virtuose da sole, però, non sono sufficienti a massimizzare la propria capacità di ottimizzare la qualità delle relazioni di coppia, ma in generale, qualsiasi tipo di relazione. L'altra parte dell'equazione ha a che fare con l'identificazione di quegli aspetti del carattere personale, che non solo non supporta questa intenzione, ma tende ad indebolirla. Secondo l’Oxford Languages, il termine arroganza descrive il “senso di superiorità nei confronti del prossimo, che si manifesta con un costante disdegno e un'irritante altezzosità”. L’arrogante rivendica senza diritto ed è troppo convinto della propria importanza. La strategia principe da adottare, quando si è “incastrati” in una relazione tossica dovuta all’arroganza del partner, è convincere l’altro a rivolgersi ad uno psicologo esperto nella risoluzione dei problemi della coppia. A lui, l’arduo compito di far comprendere ai suoi assistiti l’importanza del rispetto reciproco e dell’empatia in una relazione sana. Il terapeuta fornirà uno “spazio sicuro” per esplorare a fondo i dissidi che non permettono alla coppia di evolversi. Il professionista incoraggerà all’autoriflessione, presupposto per un’autentica autoconsapevolezza del proprio ego e, non meno importante, catalizzatore per un cambiamento positivo.
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