Ho appena partorito il nostro bambino, circa 1 mese fa, praticamente la mia vita è cambiata a 180°, sono tutto il giorno da sola curando nostro figlio, dormo poco, sto allattando e fa male, non riesco a fare quasi nulla a casa, non vado più al lavoro, ecc Invece il mio compagno, nelle prime 2 settimane dopo il parto ha cambiato ben poco, arrivava sempre tardi alla sera, gli chiedevo di fare una cosa se la dimenticava, ecc In prima battuta ho capito che era impegnato e sottopressione per una consegna che aveva, ecc però fatta quella fa fatica ad prendere un altro ritmo, e tutto questo mi fa veramente rabbia, perché praticamente sto facendo tutto io e lui fa pure fatica ad adeguarsi. Mi sono espressa così per enfatizzare l'origine del fastidio che sento e della rabbia. Ed in più a questo si aggiunge anche il fatto che con sua mamma non ho mai avuto un rapporto di amicizia ma uno formale. Spesso è capitato che sua madre mi trattava con un tipo di indifferenza camuffata. Faccio un esempio così si capisce un po' di più. L'anno scorso gli ha fatto gli auguri di compleanno su whatsapp, e pensavo che avrebbe detto grazie per formalità ed educazione, invece no, scena muta, due giorni dopo gli ho chiesto se tutto andava bene e mi ha detto che è impegnata con il lavoro, visto ciò ho lasciato stare e mi sono fatta gli affari miei. Lei fa molto spesso così, invece adesso che è nonna x il nostro bambino e tutta gentile (evidentemente x i suoi interessi)... Ma questa sua subita gentilezza per me è molto invadente perche ogni giorno si impiccia, e tutto questo mi fa rabbia, anche perché il mio compagno non sta mettendo limiti a sua madre e per me è troppo. Io non riesco a fare finta che le cose vadano bene, me lo leggi sul viso se c'è qualcosa che non va.
Buongiorno,
i primi mesi dopo il parto sono sicuramente quelli emotivamente e fisicamente più impegnativi.
Il tempo scorre veloce tra le cose da fare lasciando ben poco spazio ad altro. Le giornate sembrano sempre uguali e il confronto con chi le sta intorno non è semplice, sia per l'assenza fisica dovuta al lavoro che per la distanza emotiva che inevitabilmente si crea.
Il consiglio è parlare in maniera aperta con il suo compagno, createvi un momento di dialogo vero all'interno del quale lei possa raccontargli tutto quello che prova.
Prendetevi del tempo per approfondire quanto sta accadendo portando il confronto non sul piano di "accusa", ma su quello che lei prova, lei sente, lei vive.
Comprenda quelle che sono le sue aspettative, cosa desidererebbe e come queste si possano rendere nella vita reale (tempi, gestione routine, gestione spazi, lavoro, ecc).
Faccia una valutazione oggettiva su quello che si può o non si può fare per cambiare questa situazione.
L'unico modo che ha per affrontare la situazione è accettare ciò che prova, rendersi conto di quali sono le sue aspettative e poi parlarne.
Quando avrà fatto questa analisi, parli con il suo compagno, non lo "attacchi al rientro a casa la sera" con un fiume di parole, piuttosto gli dica che ha bisogno di un momento di confronto con lui, gli chieda di proporre lui un momento in cui "è pronto" così da fargli capire che è un confronto e non uno scontro.
Con il suo compagno dovrete affrontare questo periodo insieme e per poterlo fare bisogna essere sinceri l'uno con l'altro il più possibile, anche in merito a sua suocera.
Le auguro che la situazione possa davvero migliorare e se avesse bisogno chieda ancora aiuto a chi si occupa di genitorialità, alzare la mano è il primo gesto coraggioso e consapevole di amore verso se stessi.
Gentile neomamma,
sicuramente non è un periodo facile e si evince in modo "intenso" non solo dal racconto ma anche da alcuni aggettivi usati da lei.
La problematica mi sembra capire che sia la sua "solitudine" e l'aver "tutto sulle sue spalle".
Va bene gli orari di lavoro presumo da rispettare del suo compagno però quando si fa la scelta di un figlio la vita di coppia, lavorativa e individuale (anche) subiscono tutte delle modifiche. Lei da come ne sta parlando sembrerebbe che le sue scelte personali le abbia prese e che si stia muovendo di conseguenza.
Mi sembra però, inoltre, che tra voi manchi comunicazione, dialogo, apertura. Riuscite a confrontarvi oppure avete difficoltà? Se la risposta dovesse essere sì, il suo compagno ascolta solamente o prova a "cambiare" o avere un confronto?
Le consiglio di valutare:
- Di aprirsi maggiormente col suo compagno, di parlarvi e confrontarvi, (se già non lo avete fatto o non lo ha fatto),
- Un percorso di psicoterapia di coppia dove potervi conoscere meglio, parlarvi, “dichiararvi”, chiarirvi, spiegarvi i diversi bisogni e trovare insieme, collaborando, le risorse migliori per arrivare a vivere un futuro migliore,
- Un percorso di supporto individuale potrebbe non solo osservare da una "nuova prospettiva" le sofferenze e la rabbia da lei descritte ma anche essere supportata in questo momento di vita.
Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive, consulenza online o se volesse rispondere in privato alle domande poste.
Le auguro e vi auguro di trovare presto una soluzione al problema.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online
Torino
La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online
Cara Cla8,
dalla descrizione che ho avuto la possibilità di leggere si possono intendere diversi scenari molto interessanti.
Questa tua frustrazione e rabbia non fanno altro che accentuare il tuo malessere personale; condizionano i tuoi rapporti e la tua visione della realtà coniugale.
l'arrivo di un figlio segna una nuova fase della vita di una persona/coppia in grado di innescare diverse condizioni tali da modificare l'omeostasi e quindi l'assetto funzionale della coppia.
inoltre se a ciò aggiungiamo anche rapporti negativi con terze persone vicine alla coppia, questo aspetto non aiuta alla risoluzione di eventuali conflitti e stati di tensione.
Ciò che mi sento di comunicarti è una semplice considerazione del fatto che il vostro stato emotivo condiziona inevitabilmente il legame di attaccamento con il bambino dunque per attuare corrette opere di prevenzione potrebbe essere utile intervenire attraverso una consulenza di coppia qualora se ne senta la necessità per entrambi i partner per risanare tensioni esistenti nella coppia in modo da costruire un forte e più sano legame che a cascata si riverserà funzionalmente nei modelli operativo del bimbo in alternativa un lavoro per migliorare la propria gestione e regolazione delle emozioni attraverso delle consulenze individuali potrebbe essere un'ottima scelta per superare e quindi imparare a superare le diverse situazioni della vita.
un abbraccio
Dott. Marco A. Salerno
Varese
Il Dott. Marco Andrea Salerno offre supporto psicologico anche online
Cara Cla8 ho letto con attenzione la tua richiesta. Credo che la tua rabbia sia originata da più fattori:
- LA solitudine e il carico di responsabilità per cura del tuo bambino. Il post parto è un momento delicato sia da un punto di vista emotivo che pratico. LA nascita di un bambino porta a rivedere priorità, ritmi ed equilibri. Molto spesso la mamma è quella più sovraccarica anche perchè investe buona parte della sua energia nella cura del bambino, dimenticandosi si sè. Se l'ambiente intorno è poco supportivo il carico si fa più pesante.
- un altro fattore riguarda lo sbilanciamento di compiti e il cambiamento anche nella relazione con il partner, le madri entrano con più facilità nel proprio ruolo, mentre i padri fanno un po' più fatica. A volte faticano anche a comprendere e vedere l'impegno delle compagne nella cura dei figli.
- un altro fattore la relazione difficile con la suocera e una fatica del tuo partner a mettere dei confini. Immagino che tu ti senta poco protetta e tutelata da lui.
Come vedi sono diversi elementi che tutti insieme possono accentuare il tuo vissuto di rabbia e fastidio.
Puoi provare a vedere se vicino a te organizzano dei momenti di incontro tra neo mamme in modo da poterti confrontare con altre donne e sentirti meno sola. Alcuni comuni e istituzioni li organizzano.
Con il tuo partner puoi parlare del tuo disagio, del tuo sentirlo poco partecipare e potresti anche chiedergli un aiuto. Valuta di cosa avresti davvero bisogno e in che modo puoi sentirlo più vicino.
Puoi anche spiegargli il disagio che provi con tua suocera e vedere se lui può intervenire.
In bocca al lupo
Varese
La Dott.ssa Serena Mottura offre supporto psicologico anche online