Buonasera
Io ed il mio compagno siamo insieme da 5 anni e 1/2.
Lui ha vissuto con la moglie sotto lo stesso tetto, solo per amore della figlia, fin quando la ragazza non ha raggiunto la maggiore età. Ha poi divorziato ed è andato a vivere per conto suo. La figlia ha scelto autonomamente di seguirlo.
Io l'ho conosciuto quando aveva già lasciato la moglie (non sono pertanto la causa della fine del loro matrimonio) e conviveva con la figlia.
Mi ha presentato la ragazza dopo qualche mese che ci frequentavamo. Sono entrata nel loro rapporto in punta di piedi, stando sempre un passo indietro, non dicendo mai una parola di troppo. I due vivono praticamente in simbiosi, soprattutto ora che lei lavora nell'azienda del padre. Mi sono posta sempre in maniera gentile nei suoi confronti. Ho taciuto e fatto finta di nulla anche quando, in alcune circostanze, ho notato una mancanza di rispetto nei miei confronti.
Credo che lei sia gelosa di me. Ha 27 anni e a breve andrà a convivere con il suo fidanzato. Ci tengo a sottolineare che io ho una casa mia, non vivo con loro. Lei mi evita; è carina davanti al padre ma poi mi ignora completamente. Per lei non esisto. È una ragazza tranquilla ed educata, non fa scenate con le persone.
La situazione non è mai stata rosea. Ma è precipitata un anno fa, durante le festività natalizie. Il mio compagno aveva invitato a pranzo fuori figlia e fidanzato; era in attesa di una loro conferma, che non è mai arrivata. Lei ha dimenticato di avvisare il padre. Vedere al ristorante il nostro tavolo apparecchiato x4 e la delusione sul volto del mio compagno mi ha spezzato il cuore.
Cosí il giorno successivo, dopo 4 anni di silenzio, sono sbottata e le ho scritto una lettera 'rimproverandola' per la mancanza di rispetto nei confronti del padre. Le ho detto che non era questo il modo di trattare un uomo che si è sempre fatto in quattro per lei, portando anche avanti un'azienda, stirando, lavando, facendo la spesa, cucinando e trattandola sempre come una principessa sotto una campana di vetro.
Lo so, ci sono andata giù pesante e questo ha inasprito ancor di più il nostro rapporto. Parlare di questo con il mio compagno è un tabù, cambia discorso. Lui non sa però quanto io viva male questa situazione (da sempre, ancor prima della mia lettera). Non sa quante volte ho pianto, quanto non mi sia MAI sentita inclusa in quel nucleo familiare (formato solo da loro 3: padre-figlia-fidanzato), quanto mi sia sentita isolata e sola, quanto mi sia sentita trattata come un soprammobile in molte occasioni, senza poter partecipare alle loro conversazioni, anche solo per esprimere una mia opinione (sempre zitta per paura di invadere la loro privacy...anche su argomenti banali).
Anche il giorno di Natale, mentre tutti loro si scambiavano gli auguri, io ero lí su una sedia in disparte a guardare...e a sentirmi ignorata. Mai un augurio di compleanno o un invito accettato...
Sono profondamente mortificata; il pensiero mi ossessiona, è il mio chiodo fisso.
Cosa fare per ottenere rispetto ed essere considerata? Ignorarla e far finta che non esista, come fa lei con me? O continuare ad essere gentile, rivolgere un saluto ed un sorriso pur continuando a sentirmi umiliata?
Comprendo le dinamiche difficili ma anch'io ho una mia dignità. Lei è ormai una donna...o perlomeno, tale dovrebbe essere...pur continuando a cercare il consenso del padre per ogni minima cosa, a 'sfruttarlo' facendolo correre su e giù per le sue esigenze. In mia presenza la cosa credo poi che sia ancor più amplificata...con abbracci ed effusioni, come se non si vedessero da mesi.
Potrei andare oltre ma spero, con queste informazioni, di aver delineato un quadro della situazione più o meno chiaro.
Grazie a coloro che vorranno rispondermi.