Buongiorno, Sono una ragazza di 30 anni che da quasi un anno vive una sorta di relazione con il suo collega. La relazione è iniziata con una mia dichiarazione e un suo mettere in chiaro subito che non avrebbe voluto nulla di serio.. pensando che non sarebbe durata oltre qualche mese, non me ne son preoccupata, perché il desiderio di lui era grande ed ero pronta a scendere a compromessi per averlo, più che altro da un punto di vista fisico. Il tempo è passato, ci siamo legati parecchio e nonostante il veto di una relazione seria, ci sono dimostrazioni di vario tipo, ovviamente più da parte mia, però si impegna anche lui nel vedermi. Io sono quella che dopo 11 mesi è innamorata persa, non riesco a non desiderare di più. Spinta dall'illusione (o forse non era illusione) che negli ultimi mesi mi cercasse di più e fosse piu coinvolto ho dichiarato il tutto, senza aspettarmi granché in cambio e così ho resistito fin quando non ce l'ho fatta più e gli ho chiesto se lui fosse o meno innamorato di me. La risposta è stata negativa. Ho capito che dovevo chiudere tutto, ma lui non vuole, sostenendo che ci sono molti modi di amare e che se io non avessi chiesto saremmo stati bene. Lui è più grande di me di 8 anni e a quanto pare ha subito una grossa delusione dovuta ad un tradimento. Oggi sto cercando di non cercarlo ed eliminarlo dalla mia vita, ma non è facile... Mi rendo conto che se dovesse suonare alla mia porta andrei avanti nonostante non mi ami. Il tutto è complicato dal fatto che lo vedrò ancora per qualche mese, poi fortunatamente cambierò lavoro. Tutti mi dicono che ho fatto la scelta migliore, ma perché non riesco a non pensare che in realtà è solo questione di tempo che ricambi? Perché in fondo sono così convinta che mi ami anche lui ma che non si lascia andare?
Buongiorno,
probabilmente ha ragione nel pensare che lui ha delle ragioni profonde e inconsce, legate ad una paura, per il fatto di non riuscire a legarsi e lasciarsi andare. Ciò però non depone a favore della considerazione che "è solo questione di tempo che ricambi". In potenza probabilmente potrà prima o poi uscire da questa paura e legarsi, ma noi non sappiamo SE e QUANDO questo succederà, nessuno può stabilirlo, e sicuramente in questo momento lui non ha una domanda e quindi una motivazione a cambiare. Lui per ora sta bene così, e nessuno da fuori può scollarlo da una posizione di cui ha anche bisogno.
Ma questo è lui. Penso che l'opportunità per lei sia di cogliere l'occasione per farsi due domande sul suo bisogno di legarsi ad una persona così in difficoltà, di mantenere nel tempo questa perseveranza che sappiamo ad oggi non l'ha portata ad avere ciò che sicuramente desidera, ma che probabilmente le fa anche paura. Le persone che incontriamo nella vita hanno le loro storie, che non creiamo noi, ma nelle loro difficoltà rispondono a delle questioni profonde nostre. E credo che per lei potrebbe essere davvero interessante capirci di più. Anche perchè altrimenti il rischio è di ripetere queste esperienze, cosa che forse è già successa in passato.
Cristina Crippa
Psicologa-Psicoterapeuta
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Roma
Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online