Salve, da 5 mesi frequento un ragazzo singolare, dalla mente creativa e brillante, ma da una mia analisi più accurata profondamente insicuro ed anche alquanto orgoglioso. Si dichiara restio all'approfondimento del nostro rapporto, prima ancora che all'avvio di una possibile relazione, asserendo di non fidarsi. Mi stupisce il fatto che si dica unilateralmente disinteressato alle relazioni, al di là della possibile partner. La sua è una paura d'abbandono, presumibilmente, dato che la sua prima ed unica relazione si è bruscamente chiusa a causa della decisione della sua ex, una decisione che non è stata corredata da alcuna motivazione. Il che ha alimentato molto probabilmente complessi di inferiorità e quant'altro nel soggetto in questione. Pare che rapporti difficili con le due sorelle e, soprattutto, rifiuti subiti in passato abbiano scolpito nella sua mente un'immagine non poco demonizzata della figura femminile, vista come un individuo che esercita del potere persuasivo sull'uomo per mezzo della propria sensualità, al punto da riuscire a scalare il successo minimizzando gli sforzi che egli sa di dover compiere per emanciparsi da uno status sociale a lui non gradito. Si tratta difatti di una persona assetata di cambiamenti, un giovane uomo all'imbocco di un iter di crescita del proprio “Io“, mirato al raggiungimento del successo professionale, per il quale sarà disposto ad abbandonare l'ambiente in cui vive, spingendosi fino all'estero. -Non c'è nulla che può metterglisi di traverso- penserebbe, specie se si tratta di una donna da cui, dopo essersi affezionato, potrebbe restare inaspettatamente deluso. Ciò che mi chiedo, circa la sua paura inconscia verso l'universo femminile, privo di linearità (di prevedibilità, nel senso che se ne può restare delusi non appena si abbassa la guardia), è se vi possa essere una correlazione tra il suo atteggiamento diffidente e una possibile madre “evitante“, fredda, da cui scaturisce la paura inconscia dell'essere feriti (ho letto ciò in un articolo sul Web). Insomma, quanto il rapporto madre-figlio può condizionare il modo di un uomo di relazionarsi con l'universo femminile?