Buongiorno sono sposata da 7 anni e ho delle difficoltà con mio marito. Le cose procedono a picchi buoni e picchi brutti. Il rapporto tra me e lui si inclina sempre quando la sua mamma invade gli spazi. Decide lei tutto. Cerca di prevalere anche su di me, oltre che far cambiare spesso l'idea a lui: se io e mio marito diciamo che vogliamo il divano o grigio scuro o bianco, arriva lei e dice grigio chiaro, infatti il divano è grigio chiaro. Lui non se ne accorge che lei è tra di noi. Lui è sempre nervoso se li sente o li vede. Mi esclude da lui e da loro. Ed io ora non so come fare per continuare a stare con lui ... ho prova di tutto. Ma ... ho bisogno di un consiglio. Anche perchè è sempre arrabbiato con me e nostra figlia. Aggiungo che anche con la piccola, che ora ha 6 anni, è diventato un pò burbero. I rapporti non sono belli neanche tra mia figlia e la nonna, perchè lui non riesce o non vuole creare un rapporto, anche se lo pretende. Sono solo io che parlo un pò dei nonni paterni con mia figlia. E' come se lui non vuole sopportarli e li scarica a noi, perchè questa idea????? Perchè se io ho una ricorrenza, non gli ricorda che esistono anche loro, lui si dimentica e non li chiama o non li va a trovare. Credo che lui voglia o me o mia figlia per subire ciò che lui non sopporta, cioè le domande di sua mamma. Possibile o è una mia interpretazione errata??? Se andiamo da loro a trovarli mio marito si "nasconde" in bagno per 30 minuti o davanti alla tv. Quindi chi deve intrattenerli sono io o mia figlia. Sbaglio. Ho bisogno di consigli, sbaglio a pensare così??? Sono stufa di avere questo rapporto così agitato. La mia storia inizia con 10 anni di fidanzamento dove ero trattata dai miei suoceri come una figlia ed ora non vogliono che io prenda nessuna decisione. Fanno fatica a dare a noi potere di decisione, su tutto. Non so se sono io a pensare male, come mi accusa spesso mio marito. Grazie di tutto.
7 risposte degli esperti per questa domanda
Credo che sia importante che vi rivolgiate ad un terapeuta che possa aiutarvi ad affrontare i problemi. Lei si chiede spesso se è lei che sbaglia o se è suo marito. In questa ottica sembra instaurare un rapporto nel quale lei si vede sotto processo. Come se lei si portasse avanti una paura: quella della accettazione. Dice di aver difficoltà a parlare con suo marito perchè è sempre arrabbiato e lei ha paura di perderlo. Ma lei perde il marito proprio a causa di questa paura. Se vuole riconquistare il rapporto deve iniziare prima di tutto a ritrovarsi. Quindi potrebbe andare bene anche una terapia individuale. In bocca al lupo e mi faccia sapere
Le dinamiche di coppia sono difficili da districare, se poi si mettono di mezzo dei genitori invadenti, le cose si complicano. Rifacendomi alla mia esperienza di psicoterapeuta di coppia, posso dirle che, quasi sempre, più la coppia fatica ad assumersi la responsabilità delle scelte che deve sostenere, più lascia spazio all'intervento dei rispettivi genitori. Quest'ultimi infatti subentrano, anche in modo invadente, spesso senza rendersene nemmeno conto, laddove c'è un figlio/a che fatica ad assumersi il ruolo di partner e a sua volta di genitore. Nelle sedute di coppia, quando è possibile, coinvolgo anche i rispettivi genitori omologhi (madre per la donna, padre per il maschio), in questo modo analizzando e rinforzando il rapporto di ciascuno con il proprio genitore, le difficoltà di coppia si risolvono e i genitori a loro volta, verificato che i figli sono pronti per camminare con le proprie gambe, molto volentieri si mettono da parte per lasciare spazio alla nuova famiglia costituita. Iniziate a vedere lei e suo marito, se volete con l'aiuto di un esperto, quali sono i reali problemi di disaccordo tra di voi, i suoceri rappresentano solo uno spostamento del vero problema. Per 10 anni di fidanzamento le cose sono andate bene, lei accolta come una figlia, dopo cos'è cambiato tra di voi? Utilizzate questo momento di crisi per capire cosa state cercando l'uno dall'altra, affrontate insieme i problemi, la delusione e la scontentezza che provate reciprocamente, oltre la rabbia, più o meno espressa. Solo così potrà rinascere una nuova coppia più matura ed emancipata, pronta ad affrontare l'impegnativo ruolo genitoriale. Tanti auguri
Gentile sig.ra Elena La situazione che Lei descrive è difficile e complessa, diversi sono stati i tentativi di soluzione operati e le cose non volgono proprio al meglio che lei si aspettava, leggo nelle sue righe il peso di sostenere la situazione così com’è. Dopo 17 anni di rapporto stanno emergendo un po’ più forti le situazioni critiche rispetto a quelle più positive, forse stà emergendo veramente una scelta che la coppia può iniziare a prendere in considerazione, a partire da ciò che considera importante e di valore, ora e per il suo futuro. Ma forse prima ancora che in coppia questo lavoro lo deve fare ognuno di voi (o Lei) per sé. In modo da esprimere, tra sè e sè, cosa cercava, cosa ha raggiunto, cosa cerca ora, cosa lo/la infastidisce, cosa vuole, cosa non vuole, cosa è disposto/a a fare per il suo futuro. Credo anche che sarebbe opportuno, piano piano, che iniziaste a condividere le vostre riflessioni su questi temi. E' probabile che fare ciò significhi anche incontrare delle paure e dei timori, forse anche delle sensazioni di rischio che potrebbero sembrare eccessive (immagino argomenti tabù, vincoli irrisolti, o argomenti che non siete in grado di simbolizzare), in caso ciò accada può (o potete) sempre chiedere un aiuto a potervi ridefinire nei vostri intenti e propositi.
Gentile signora Elena, direi che per il caso di suo marito, potrebbe essere utile una psicoterapia a carattere junghiano, che affronti in maniera radicale le problematiche relative all'individuazione e alla separazione (dalla madre). Tuttavia, il problema non può essere liquidato scaricandolo solo su un membro della coppia. Infatti, quando ci si innamora e si sceglie qualcuno, lo si fa secondo meccanismi parzialmente inconsci, che ci sfuggono ma che hanno il loro senso. Allora, credo sia importante capire le proprie dinamiche interne, inerenti la "scelta" che abbiamo compiuto, rispetto ad un uomo, che magari in quel momento soddisfaceva una nostra esigenza psicologica inconscia. Per dirla in altri termini, credo sia necessario per Lei, riflettere sulle modalità della sua scelta e sulla necessità di avere bisogno proprio di quel tipo di uomo... almeno finora. Ecco, appunto, finora. Forse adesso, Lei sente di essere "cresciuta" rispetto al suo compagno, che invece è rimasto in una fase adolescenziale. La prego di prendere queste mie ipotesi, come spunto per delle ulteriori riflessioni, e magari in vista di un lavoro che mi auguro svolgerà su se stessa, e non come delle verità assolute. Se vuole approfondire alcuni argomenti di psicologia della coppia, può visitare il mio sito: www.robertoruga.it . I miei migliori auguri
Salve signora Elena, la problematica che lei presenta ha probabilmente le sue origini all’interno del suo rapporto coniugale. Se i suoi suoceri tendono a invadere i vostri spazi, è perchè gli viene permesso. Quando ci si sposa si costruisce un nuovo nucleo dove le interferenze della famiglia d’origine dovrebbero esser ridotte al minimo, se ciò non accade uno o entrambi i membri della coppia sono non si sono svincolato correttamente dalla propria famiglia d’origine. Il mio consiglio è di provare a iniziare una terapia di coppia per capire dove stanno i problemi e eventualmente risolverli. Mi spiace di non potervi essere maggiormente d’aiuto dato che io lavoro a Roma. Le faccio un bello "in bocca al lupo" e se vuole mi faccia sapere come va.
Buon giorno, sig.ra Elena Dalle brevi, ma chiare note che lei ci ha inviato emerge che il suo rapporto coniugale di coppia è in una profonda crisi: data la sua sofferenza personale, le notevoli difficoltà di coppia e la difficile gestione dei rapporti con i nonni paterni. Certamente le continue intrusione della suocera vi dividono come coppia: ma questo è solo un aspetto sintomatico della crisi che coinvolge la coppia e necessariamente anche vostra figlia. Sarebbe opportuno aprire una consultazione di coppia se possibile o anche singolarmente per lei, per poter individuare gli elementi di base costitutivi del vostro lungo fidanzamento e del successivo matrimonio. E' comprensibile che lei stia male in questa situazione dove c'è confusione nei piani esistenziali tra le famiglie di origine e la famiglia nucleare composta dalla vostra coppia e dalla figlia. E' la vostra una situazione che va affrontata con una certa sollecitudine sia nei termini del distacco di suo marito e di lei dalle rispettive famiglie di origine, sia di un vostro contesto familiare chiaro, sereno e salutare sul piano affettivo e relazionale per vostra figlia.
Salve Elena, leggendo la sua mail mi è sembrato di poter ascoltare la sua voce: la voce di una donna che nutre comunque un profondo amore per il marito e per la famiglia e il cui unico desiderio sia di riconquistare la serenità coniugale, familiare e quindi personale. Non sempre i rapporti con le famiglie di origine sono facilmente gestibili, mi ha colpita la sua " diagnosi" , secondo la quale suo marito utilizzerebbe voi come filtro rispetto ai suoi genitori. Quello che mi sento di dire è che riuscire ad avere un dialogo aperto, sincero e sopratutto sereno con suo marito e con i suoi figli, che comunque percepiscono questo clima di tensione, diventa a questo punto fondamentale per evitare che vecchi rancori si inaspriscano, fino ad esplodere. Non abbia timore e cerchi di comunicare con suo marito il suo stato di disagio, sottolineando sempre la sua voglia di superare insieme questo momento di difficoltà, solidarietà e capacità di ascoltare sono sempre apprezzate in chi ci è di fronte. Tanti auguri di serene feste .