Ho 21 anni e sono in una relazione da poco tempo con un ragazzo della mia età. All'inizio sembrava tutto perfetto: uscivamo a cena, al cinema, facevamo lunghe passeggiate ogni sera per parlare e conoscerci. Lui era molto impegnato con gli esami, io ero più libera, ma la voglia di vedersi c'era e il tempo si trovava. Con il passare del tempo, le cose si sono raffreddate. Lui, che non è mai stato un ragazzo particolarmente espansivo, ha iniziato ad "adagiarsi" nella relazione: abbiamo smesso di uscire, di parlare di cose a caso, a volte anche di sentirci per messaggi. Il nostro rapporto è involuto a relazione puramente fisica con una persona che mi sembra sempre svogliata, a volte anche scostante nei miei confronti. Io, d'altra parte, cerco di avere un pò della sua attenzione quando siamo insieme, ma non ottengo nulla in cambio. Il problema principale credo che sia la mancanza di comunicazione tra di noi: io mi sento ignorata sotto tutti i fronti e ci sto male, lui dal suo canto è enigmatico e molto riservato. è sempre difficile interpretare i suoi comportamenti, capire quello che pensa, perchè parla poco e si fa capire ancora meno. Che avesse un carattere difficile lo avevo capito fin dall'inizio, ma andargli incontro non mi era mai sembrato faticoso fin quando vedevo un atteggiamento propositivo da parte sua. Ora è inutile dire quanto mi pesi, soprattutto perchè, in tutto questo tempo, lui non si è mai interessato alla mia vita. Non mi chiede mai nulla, se sa qualcosa di me è perchè gliel'ho raccontata io, ma per il resto il suo atteggiamento ha fatto in modo che io pensassi che non gliene frega niente di me e delle mie cose, e io mi sono chiusa. Lui ha avuto un'infanzia difficile: i suoi genitori prima separati in casa, poi il padre è andato via con un'altra donna quando lui aveva 15 anni. Da quel momento ha smesso di avere con il padre il bel rapporto che aveva prima, hanno smesso di fare cose insieme e si vedevano di rado per pranzare ogni volta in ristoranti diversi, mai niente di più. Un giorno, il padre l'ha costretto contro la sua volontà a conoscere la nuova compagna, che è poi morta a novembre di quest'anno per un tumore. Il padre era distrutto e lui ha per tanto tempo assorbito i silenzi e la tristezza di un padre che ha spesso anche incolpato i figli di tutti i mali della sua vita. Come se non bastasse, ha un rapporto pessimo con l'unica sorella, che a quanto pare vorrebbe da sempre che lui non fosse mai nato. Anche con gli amici non ha un rapporto splendido. Quando l'ho conosciuto aveva litigato con tutti. Loro si lamentavano del fatto che lui non uscisse mai, che rifiutasse sempre ogni invito con una scusa diversa. A volte mi chiedo se tutti questi problemi che ha nel rapportarsi con le persone (e quindi anche con me) siano dovuti alla sua infanzia, a quello che ha vissuto. Se sia stato tutto quello a farlo diventare una persona estremamente cinica, con un'idea delle relazioni umane veramente povera, come se fosse convinto a prescindere del fatto che qualsiasi relazione sia destinata a finire, e non sia capace di godersela nel mentre...