Il nome del figlio

Francesca

Gentili psicologi Italia,
io e il mio compagno siamo in attesa del nostro primo desiderato bambino; attualmente sono all'inizio dell'ottavo mese e chiedo un vostro consiglio per questo.
Prima che rimanessi incinta e ci trovavamo a fantasticare sul nome del bambino/a io ed il mio ragazzo avevamo già scelto un nome per entrambi i sessi, con una incredibile sintonia.
Quando sono rimasta incinta ed abbiamo scoperto che era un maschio, però, il mio ragazzo ha iniziato a maturare il desiderio di chiamarlo con il nome del suo babbo, che ha perso quando era bambino.
Il problema è che il nome del suo babbo a me purtroppo non piace .
Inizialmente ci eravamo accordati per darglielo come secondo nome, ma anche questa soluzione non lo rende felice; io mi sento in colpa perchè so che per lui è una cosa importante, ma il nome proprio non mi piace e anche per me sarebbe importante poter decidere assieme il nome del nostro bambino.
anche se io non ho un nome che, come per lui, è carico di significato, vorrei poter avere la gioia di scegliere, assieme a lui, un nome che possa piacere ad entrambi e che sia il nome del nostro bambino, senza peraltro che questo nome abbia già una sua storia. Vorrei insomma un nome "nuovo" e che piaccia ad entrambi.
la discussione va avanti da mesi ma negli ultimi giorni è divenuta, ovviamente dato l'avvicinarsi della scadenza, più serrata; da ultimo il mio compagno ha concluso che, piuttosto che vedermi stare male come sto ultimamente per questo motivo, è disposto a fare un passo indietro ed a fare questa rinuncia per me.
Dall'altro canto io so quanto gli pesa questa rinuncia e non riesco a non sentirmi in colpa per non riuscire ad accettare un nome così importante per lui,; inoltre questa logica del "fare rinunce per l'altro" non mi convince e temo che un domani possa ritorcersi contro; i sacrifici che abbiamo fatto finora li abbiamo sempre fatti "per noi", per la coppia, mentre su questo sembra che non riusciamo a trovare un punto di incontro che non sia un rinunciare appunto solo per l'altra persona.
non so davvero più come fare, mi pare che sia impossibile trovare un compromesso e che ciascuna delle due soluzioni comporti un malessere nell'altro .vi ringrazio da ora per i consigli che vorrete darmi.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Francesca, la sua analisi della situazione è molto lucida: scegliere il nome di un figlio è un compito delicatissimo e denso di significato, che dovrebbe rispecchiare i desideri e i gusti di entrambi i genitori, in un equilibrio non facile da trovare. Il nome è la nostra identità, il nostro biglietto da visita per tutta la vita.

In passato ci si basava molto sui nomi di famiglia o su quelli ricorrenti in un territorio (ad es del santo patrono), rendendo, in un certo senso, "più semplice" la scelta, perché più guidata.

Ora è necessario trovarsi d'accordo su un nome di solito nuovo e slegato da tradizioni (anche per non associarlo a lutti e dinamiche familiari varie) e, come dice lei, non è auspicabile che uno dei genitori rinunci o "si sacrifichi" per l'altro, perché ciò ha sempre un prezzo. 

È possibile che suo marito, con la paternità in arrivo, abbia sentito rinascere in se' dei sentimenti complessi verso quel padre che non ha avuto, e che desideri rievocarlo in qualche modo, per sentirne la vicinanza. La soluzione non è semplice, ma credo che dovreste riprovare a discuterne per trovare un accordo, magari provando a dare più spazio ai sentimenti di cui sopra: è possibile che, sentendoli accolti e ascoltati, il suo compagno riesca a fare un passo indietro accettando di usare il nome "incriminato" come secondo. Molti auguri. 

Cara Francesca,

il periodo della gravidanza è per una coppia, ogni volta carico di emozioni, significati ed aspettative. La scelta del nome del nascituro è poi un momento estremamente delicato e fondante sia per i genitori che “scelgono quel nome” come ingresso del proprio figlio nella vita, sia per il bambino che su “quel preciso nome scelto” poggerà le basi per la costruzione della sua identità. La difficoltà in cui si trova è estremamente delicata, legare la nascita di un figlio a temi come quello della rinuncia non è il modo migliore per affrontare il cambiamento che vi aspetta come coppia. Consiglierei di continuare a far circolare parole ed emozioni fra di voi circa i vostri desideri e le vostre aspettative. Ci sono questioni dell’essere umano che non possono essere affrontate o superate se non attraverso il fare parola su di esse. Per cui non si stanchi di voler sapere cosa “sente” il suo compagno di vita e parimenti continui a far sentire a lui le sue “emozioni” attraverso la parola.

Un caro saluto.