Buonasera,
la sua condivisione è molto intensa e tocca un punto delicato della vita affettiva: il conflitto tra la stabilità di una relazione consolidata e la forza travolgente di un legame passionale. Prima di tutto, voglio dirle che è comprensibile sentirsi smarrita, divisa e persino colpevole. Quando ci si trova a un bivio affettivo così importante, è normale sentire dentro un turbine di emozioni contrastanti: amore, senso di colpa, desiderio, paura, bisogno di sicurezza. Lei parla di una relazione lunga, costruita nel tempo, basata su affetto, condivisione e una certa stabilità. Tuttavia, emerge chiaramente come questa relazione abbia perso, almeno sul piano del desiderio, parte della sua vitalità. Dall’altra parte, descrive l’amante come un uomo che la fa sentire viva, amata, coinvolta, ma che allo stesso tempo le genera instabilità emotiva e dipendenza. In particolare, il fatto che lui si allontani nei momenti di conflitto e che questo la getti nel panico è un segnale importante, da ascoltare con attenzione: è possibile che in questo rapporto si siano attivate dinamiche che toccano profondamente la sua autostima e il suo bisogno di sentirsi riconosciuta, scelta, amata senza condizioni. Il cuore del suo dilemma, a quanto scrive, sembra ruotare attorno a due poli: da un lato la sicurezza, il “benessere” relazionale ed economico; dall’altro la passione, il desiderio e la sensazione di essere profondamente legata a qualcuno che però non le garantisce stabilità. E il punto più difficile è proprio questo: scegliere rischia di farle perdere comunque qualcosa.
In questo momento così complesso, forse può esserle utile spostare l’attenzione da lui o loro a lei stessa. Cosa desidera davvero per sé? Qual è l’idea di amore, di relazione, di vita che vorrebbe costruire? In che modo si è sentita vista, riconosciuta, ascoltata nei due legami? Cosa la tiene legata a ciascuno di loro, e cosa la fa sentire libera o prigioniera?
Più che cercare una risposta immediata su chi scegliere, forse oggi è più importante trovare uno spazio per interrogarsi con sincerità sui propri bisogni profondi, sui propri desideri autentici, e anche sulle paure che condizionano le sue scelte. Un aiuto psicologico in questa fase potrebbe offrirle proprio questo: uno spazio per pensarsi, senza giudizio, dove poter ascoltare meglio la voce interiore che oggi è soffocata dalla confusione e dalla sofferenza. Non si tratta di decidere in fretta, né di trovare la “scelta giusta” in senso assoluto, ma di costruire, con pazienza, una scelta coerente con ciò che è e che vuole diventare. Le auguro di ritrovare, un passo alla volta, un po’ di chiarezza e di fiducia in sé.
Un caro saluto.