La mia compagna si vuole trasferire nella sua città di origine e me lo chiede praticamente tutti i giorni

Andrea

Buongiorno, Mi chiamo Filippo ho 43 anni lavoro da 20 anni a bologna dove da 7 convivo con la mia compagna di origini pugliesi con cui ho avuto una bambina che ora ha tre anni. Lei si vuole trasferire nella sua città di origine e me lo chiede praticamente tutti i giorni creandomi stati di ansia ed attacchi di panico in quanto capisco bene che la bambina dovrà seguirla in questa scelta ed io dovrò fare il padre nei week end. Non sono convinto di trasferirmi in quanto la mentalità che ho si scontra con quella della sua famiglia molto appreniva e protettiva ogni volta che andiamo che non sono poche cerco di vivere la citta trovandone il piu possibile pregi ma solo frequentando luoghi protetti e privati per non incorrere in personaggi folcloristici si riesce a non farci caso ma ha che prezzo. Oltretutto la sua situazione lavorativa non andrà certo migliorando dato il periodo di crisi e lasciare un lavoro a tempo indeterminato che ha per fare un salto nel vuoto mi pare azzardato. Insomma sono preoccupato per il futuro di entrambe nonché del mio dovendomi adattare ad una nuova vita: mi sento costretto e non è una scelta questo trasferimento

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Filippo, la prima cosa che percepisco è il tuo tormento per questa scelta... percepisco anche che consideri oggettiva la decisione della tua compagna, e me ne domando il motivo. Sembra una decisione presa in modo unilaterale, che certo, se è così, avrà delle motivazioni interiori e concrete ben precise, anche se non conosciute al momento. Penso quindi che sia importante, da solo o con l'aiuto di uno psicologo, che tu cerchi di comprendere e dar voce ai bisogni della tua compagna che stanno sotto questa decisione, vedere, eventualmente, se possono essere soddisfatti in altro modo... e infine capire cosa fare.

Se servisse, sono a vostra disposizione  su Bologna e provincia (San Lazzaro, Funo, Molinella)

Dott. Franco Nanni

Dott. Franco Nanni

Bologna

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Gentile sig filippo capisco il disagio che prova le chiedo se è cambiato qualcosa nella vostra relazione,qualora lo volesse mi puo chiamare. Cordiali saluti

Buongiorno Filippo, mi rendo conto che si trovi in una situazione di difficile soluzione... e non ho una bacchetta magica con cui risolverle il problema. Tuttavia ecco di seguito alcuni spunti di riflessione: che cosa è davvero importante per lei? che cosa rende la sua vita significativa, degna di essere vissuta? Mi sembra di aver capito essere un buon padre, un buon compagno siano tra queste cose....Non credo esista una scelta giusta/sbagliata, ma solo una scelta che possa essere più o meno funzionale per la nostra vita. C'è sempre una scelta da fare, sempre... l'importante è arrivare a scegliere quello che è effettivamente importante per noi, anche quando questo comporta tutta una serie di problemi/disagi da affrontare...

Gentile utente,

lei dice che la famiglia di sua moglie è molto apprensiva e protettiva, ciò probabilmente favorisce un comportamento come quello di sua moglie che cerca la prossimità con i familiari. Tenga presente comunque che è  molto comune che le persone emigrate soffrano in varia misura, non di rado grave, dell'assenza dei propri parenti.

Le consiglio anzitutto di favorire, se possibile ed accettato, un supporto sociale per sua moglie nella città dove attualmente vivete, anzitutto quello dei suoi propri parenti  se lei è originario di Bologna. Inoltre il supporto di uno psicologo può essere indispensabile se il disagio di sua moglie a vivere questa lontananza sia forte e non compensato da appunto nuovi rapporti e conoscenze.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Caro Filippo,

in più di una situazione ho visto madri imporre trasferimenti senza considerare le esigenze del padre.

Valuti la possibilità di fare un percorso di coppia e consideri anche la mediazione familiare al fine di mantenere buona la funzione genitoriale. I bambini hanno bisogno di entrambi i genitori più del pane....e i padri non devono essere costretti a vedere i figli solo nel fine settimana, ma devono condividere la quotidianità...

Vede poi non è facile valutare da poche righe, ma mi chiedo come mai dopo tanti anni la madre di sua figlia voglia tornare in Puglia. Cosa la lega ancora e perchè alla famiglia di origine? Al di là della mentalità, degli usi e costumi del meridione, quali le opportunità lavorative?

buona sera

sono la dott.ssa filomena lopez psicoterapeuta, credo che un salto nel vuoto spaventi chiunque, credo che lei la sua compagna dobbiate sederti a tavola, decidere con calma cosa fare della vostra convivenza , della vostra pravacy, della bimba che dovra andare a scuola, non può essere sballotatta su è giù, non voglio mettere altra ansia preoccupazione, ma prima di decidere di lasciare bologna per la puglia vaglierei altre possibilità la ricerca ..

prima di fare il pendolare , buon viaggio

Dott.ssa Filomena Lopez

Dott.ssa Filomena Lopez

Roma

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Carissimo utente, certo le sue preoccupazioni sembrano davvero fondate. Dato sopratutto il periodo di crisi economica che c' e' . Inoltre, la scelta del trasferimento non mi sembra affatto condivisa. Potrebbe essere utile in questo caso, visto sopratutto il coinvolgimento della famiglia d' origine della sua compagna che facciate un percorso con un terapeuta familiare, questo e' in grado di affrontare quelli che sono i legami con le proprie rispettive famiglie di origine.