Gentile Fabio, lei scrive che sua moglie da qualche mese soffre di “fibromialgia” che le causa dei sintomi fisici (stanchezza cronica e dolori diffusi) ed un probabile e comprensibile vissuto psicologico di preoccupazione e difficoltà ad accettare questa diagnosi e questi sintomi che presumibilmente sono piuttosto invalidanti e modificano la qualità della vita.
Quando si è ammalati si tende a centrarsi su sé stessi, per fare appello alle proprie risorse e perché probabilmente si tende a porsi molte domande: perché? Perché proprio a me? Cosa ho fatto io per meritare questo? Come farò in futuro? Chi mi può aiutare? Peserò su chi mi sta vicino ... e forse tante altre.
Questo centrarsi su sé stessi però non vuol dire che non si ha bisogno degli altri … Anzi è molto importante avere delle persone affettivamente vicine, da cui la persona ammalata possa sentirsi capita, ascoltata, supportata, protetta.
Sarebbe importante che lei fosse informato e consapevole delle caratteristiche della malattia di cui soffre sua moglie, delle modalità di cura e di quello che possono fare le persone vicine per aiutare chi soffre di questa particolare patologia.
In generale, comunque, la prima cosa è l’ascolto. Ascoltare, vuol dire cercare di mettersi nei panni della persona che sta parlando, questo può permetterci di capire in quale stato d’animo si trova, non vuol dire necessariamente fare o cercare subito una soluzione … a volta sentirsi ascoltati e compresi è già sufficiente di per sé.
Per quanto riguarda l’intimità, è più probabile che sua moglie, in questo periodo, preferisca i gesti che le dimostrano affetto e protezione, calore ed accoglienza, proprio perché sta vivendo un momento di incertezza che forse la fa sentire fragile.
Se lei vuole provare a proporsi in questo modo, avere la pazienza che sua moglie trovi un nuovo equilibrio, è probabile che questo permetta a sua moglie di avvicinarsi e farsi avvicinare nuovamente da lei.
Cordiali saluti.