Buongiorno.
Sono Martina, 41 anni, vivo a Pordenone. Ho conosciuto Claudio tramite un sito di incontri. Lui ha 42 anni, vive a Bracciano, è sottufficiale dell'esercito, con mobilità possibile (intendo: trasferimento del luogo di lavoro). Io sono impiegata in una scuola. Entrambi cerchiamo una relazione solida. Entrambi siamo divorziati senza figli ed entrambi abbiamo vite tranquille, 'ordinarie'... Ci siamo conosciuti e frequentati per due mesi.
Ad oggi, lui è innamorato di me, mentre io non sono innamorata di lui. Lui lo sa, e non demorde.
Il suo amore è disarmante: delicato, amorevole, a dir la verità a volte lo sento un po' pesante e lagnoso (lui e il suo modo di esprimere l'amore per me).
Nonostante Claudio sappia quello che (non) provo, e che ciò non toglie il mio affetto e volergli bene ed essere presente nella sua vita, non molla.
Non so come comportarmi, non riesco a intravedere una prospettiva che sia la soluzione migliore per entrambi: desidererei non fargli del male, e non sentirmi in colpa. Chiedo a voi di condividere un pensiero, uno spunto di riflessione, una prospettiva che non ho visto, o che semplicemente non conosco.
E aggiungo alcuni elementi per far comprendere che la situazione è, a mio avviso, delicata: Claudio non ha famiglia, ossia non è presente: un padre assente, che non vede da 10 anni, una sorellastra a Nizza, un fratello problematico a Lecco, sua città d'origine. La mamma è morta nel 2012. Non ha relazioni d'amicizia significative. Nel complesso è una buona persona, adulto, ma anche molto bambino e molto pesante (ed è questo che mi ha dato un non positivo riverbero di lui, che mi ha 'spento' l'infatuazione iniziale...). Temo che palesare questa verità lo ferirebbe troppo, lo farebbe fagocitare in un loop mentale tipo 'io sono sbagliato, io non vado bene, io non merito di essere amato'.
Io amo il mio lavoro, amo la mia famiglia, ho due buone amiche. Non ho la compagnia per le grandi uscite divertenti, ma sono nella mia zona di confort, di equilibrio, in questo momento della mia vita.
Io ho fatto percorsi terapeutici in passato, dopo la separazione e il divorzio. Anche lui, dopo la morte della madre.
Vi ringrazio se vorrete condividere con me il vostro contributo, e grazie per la vostra attenzione.
Un caro saluto e buon lavoro.
Martina
Buongiorno, Martina, la sua lettera esprime equilibrio con se stessa e con la propria realtà esistenziale e anche lo scrupolo di non far del male ad una persona alla quale, pur non essendo significativa per lei, lei riconosce il rispetto dovuto ad ogni essere umano in quanto tale. In questo senso lei ha tutta la mia ammirazione!
Ecco perchè, con la medesima sensibilità con cui ha esposto il suo dilemma, è giusto che lo spieghi a Claudio. Lo farà soffrire? Certo, in amore si soffre sempre un po', specialmente quando l'altro non rispecchia le nostre aspettative e non ricambia i nostri sentimenti, però accettare questo fa parte del percorso di ognuno di noi.
Se è giusto rispettare i nostri simili, è altrettanto giusto rispettare i nostri desideri e i nostri equilibri. Perchè è così difficile per lei? E' questo il punto focale della sua lettera. Potrebbe parlarne con uno psicologo, se crede. Ma il discorso resta invariato. Resto in ogni caso a disposizione per approfondire il discorso, un caro saluto
Dr.ssa Daniela Benvenuti
Ricevo a Padova, Feltre e in modalità online
Padova
La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Martina. Traspare la sua forte preoccupazione per il suo benessere e quello di Claudio e per la realizzazione di una vita che possa essere serena per entrambi, come l'impegno per comprendere quale sia la via migliore per poterla raggiungere.
Potrebbero esserci alcune domande che lei può fare a se stessa in questo momento.
Per quanto tempo pensa sarà necessario spiegare a Claudio quanto siano diversi i vostri sentimenti?
Durante questo tempo i suo sentimenti cambieranno, Martina?
Afferma che lui lo sa, ma che palesare la verità lo ferirebbe troppo e questo mi pare un controsenso. Fino a quando sarà necessario sostenere Claudio nella sua fatica nel non voler accettare (e non nel vedere o comprendere) quanto siano diversi i vostri sentimenti? Claudio ha affrontato un divorzio, quindi è stato in grado di superare una separazione, come lo è stata lei.
Cosa dicono le persone che vi conoscono, gli amici? Pensano anche loro che Claudio sia così fragile in questo momento della sua vita? Che si senta solo? Oppure vedono in lui delle risorse che lei fa fatica a vedere proprio perchè si sente responsabile di causargli un dolore?
Il senso di colpa non è un compagno di strada facile da sostenere e a volte è una zavorra che persiste nel tempo, ma come ha affrontato altri problemi in passato chiedendo aiuto a professionisti, sarà in grado di farlo anche ora, se dovesse sentirne la necessità.
Forse anche a Claudio potrebbe essere utile un sostegno in questo momento e vi sono colleghe che lavorano all'interno dell'esercito proprio per i militari che manifestano disagio o fatica in qualche momento della vita. Potrebbe rivolgersi proprio a loro.
Lei chiede uno spunto di riflessione, nuove prospettive. Spero che delle domande la aiutino in questo percorso.
Buona vita! E accompagni cortesemente il senso di colpa alla porta di uscita.
Dott. Federica Bastianello
Treviso
La Dott.ssa Federica Bastianello offre supporto psicologico anche online