Buongiorno a tutti! Scrivo qui perché sono nel classico periodo di tristezza post-rottura, e condividere fa sempre bene. Sono un ragazzo di 30 anni. Ho trovato tardi la "mia strada", mi sono laureato e ho iniziato a lavorare solo a 25 anni. Ho avuto alcune esperienze in relazioni tossiche (tira e molla che hanno portato più dolore che gioia) e ho vissuto la relazione più lunga di 5 anni, con un anno di convivenza che è finita con un tradimento (non da parte mia) che mi ha parecchio abbattuto in termini di morale e autostima. Vivo ancora a casa dei miei ora, un po' perché ammetto che con questa comodità sto cercando di recuperare degli "anni persi" e lavoro 60 ore a settimana per risparmiare il più possibile. Abbiamo due piani e io ne ho uno tutto per me; i miei non ci sono quasi mai perché si godono la vita. A 26 anni, mi sono preso un periodo di solitudine di un anno in cui sono andato in terapia e mi sono goduto la vita in leggerezza per ritrovare me stesso. Quando avevo perso un po' le speranze di trovare una brava ragazza con cui avviare una relazione stabile, incontro B., di due anni più giovane (nome di fantasia). Questa ragazza mi è piaciuta subito, dolce, intelligente, premurosa e soprattutto molto stabile emotivamente! La classica ragazza con cui uno avrebbe investito senza paure. Mi ha colpito perché ero abituato a ragazze superficiali che andavano dove le portava il vento. B. mi sapeva davvero di ragazza con cui costruire qualcosa sul lungo periodo. È iniziata piano e con calma la nostra relazione. Aveva il papà molto tradizionalista che non voleva che la figlia uscisse (nonostante avesse allora 26 anni). Ho sempre accettato la cosa e ho atteso un anno prima di conoscere la famiglia. Ci siamo innamorati e abbiamo passato giornate meravigliose. Siamo stati insieme quasi 3 anni, in cui abbiamo dovuto affrontare grandi difficoltà. Prima i suoi genitori che non la facevano uscire, e bisognava tenere la relazione nascosta, poi il suo ultimo anno di università impegnativa (medicina). Dopo la laurea è andata a lavorare lontano per un anno per la sua specialità in tre diverse città distanti almeno 2 ore di auto, ma siamo sempre riusciti a vederci nei weekend con grande impegno da parte di entrambi. Sembrava che l'amore potesse superare ogni cosa. Poi 10 mesi fa è mancato suo padre, e la sua vita è crollata. Le sono stato accanto tutto il tempo, in un momento di instabilità totale, dove non riusciva più a stare lontana da casa. Ragionando anche insieme, è riuscita ad entrare in una specialità medica che la facesse stare meglio e molto più vicino a casa sua (anche se dice sempre che probabilmente non è la specialità dei suoi sogni), per stare accanto alla famiglia, alla mamma e (pensavo) a me. Eravamo felici perché potevamo stare più tempo insieme. Io le ho fatto riscoprire il mondo fuori (lei è sempre stata chiusa in casa) e lei mi ha fatto riscoprire il mondo dentro, come il valore della famiglia (i miei genitori sono sempre via). Eppure qualcosa dentro di lei si è rotto. Non è stata più come prima. Mi amava, ma la sentivo sempre distaccata e fredda. Ogni cosa che facevo era sciocca o sbagliata, e spesso anche lei si accorgeva che mi trattava in maniera sproporzionata. Due mesi fa davanti ad un bellissimo tramonto mi chiede cosa volessi nel futuro. Le ho detto che volevo lavorare tantissimo in questi anni per poter garantirmi un futuro migliore, per non dover avere sempre la paura di avere le pezze al c., come è successo in passato alla mia famiglia. E ogni momento libero passarlo con lei a fare le cose che amiamo e fare esperienze che solo ora possiamo fare perché siamo ancora abbastanza giovani (come viaggiare, stare via di casa, stare in mezzo alla natura ecc ecc.) E la cosa sembra che l’abbia fatta stare male, molto male. Il mese scorso mi chiede che piani avessi nei prossimi 5 anni (dal nulla!). È stata una domanda che mi ha fatto davvero paura, sembrava un test finale! Ero più preparato questa volta e le ho risposto per prima cosa un qualcosa che la riguardasse e le ho detto che sarei andato a convivere con lei volentieri dopo la sua specializzazione (circa 3 anni ancora) ma l'ha presa come se non volessi impegnarmi. Le ho fatto capire che lo avrei fatto, ma avevo bisogno di più stabilità emotiva dopo tutte le nostre difficoltà. Lei mi ha detto che il suo obiettivo era la Sua famiglia, fare una nuova famiglia e avere un uomo accanto. Con lei mi sarebbe anche andata bene più avanti, ma sono stato in silenzio per il fatto che ora ho una carriera che è in decollo, lei è agli inizi e non ha ancora una certa stabilità fisica (ha cambiato un po’ di città per la specializzazione ultimamente), emotiva ed economica. Le ho consigliato di iniziare a prendere una macchina e di arrotondare anche lei con qualche guardia per stare più tranquilli, e poi sarei stato ben disposto anche prima, ma non mi ha creduto a quanto pare. Mi ha chiesto di stare più tempo con la famiglia e gli amici (che mi amano e mi ringraziano sempre che sono stato presente), che le manca la quotidianità e da due mesi siamo stati sopratutto con loro, trascurando la mia famiglia, i miei hobby, i miei cari, e anche la nostra relazione. Da qualche settimana non facevamo più l’amore… Solo che con famiglia e amici sembrava sempre parlasse male di me, una bassa stima di me che anche lei ha notato. Diceva che non c’erano più sguardi e intesa, che mancava la “quotidianità” (non so cosa volesse dire). L'altro giorno le ho fatto notare la cosa e lei: - è consapevole di trattarmi “male” - sa che sono buono e che la amo, - non vede progetti, responsabilità e complicità, - vede quanto mi impegno per lei, - mi ama (ma non prova più quello che provava prima), - "non sono io sei tu". Vuole farla finita perché vuole stare da sola a riflettere su se stessa e il suo dolore. Ha detto che deve capire perché è diventata fredda e apatica in generale… Mi ha chiesto se poteva continuare a scrivermi ogni tanto e se avremmo potuto rivederci qualche volta e che magari un giorno, superati i suoi problemi, saremo tornati più forti di prima. Io subito le ho detto di NO. Perché basta relazioni tossiche. I sentimenti non sono una lampadina, e non posso avere fiducia per una persona che mi tratta così! Per fortuna mi fa star meglio pensare di aver fatto il massimo, forse non mi sono lanciato subito in matrimoni e figli per le mie passate esperienze e per il fatto che avevo bisogno di più fiducia, stabilità e rassicurazione (che dopo tutte le vicende ho perso). E per questo recrimino molto… moltissimo! Mi sento un uomo fallito. Solo che ora mi manca e sto davvero male! E non so se una persona possa veramente lasciare un ragazzo che dice di amare senza motivo apparente. Le ho consigliato di iniziare una terapia con uno psicologo per superare i suoi dolori, ma non mi ha voluto ascoltare. Come ultima chance l’ho ancora chiamata disperatamente dicendole che sarei andato a convivere anche subito se era quello che voleva, perché la amo, ma mi ha detto che sotto sotto voleva solo stare da sola, con le amiche e con la mamma che soffre per il marito. Non so come fare, lottare o voltare pagina? Grazie