A fine mese, il mio fidanzato avrà un addio al celibato di un suo amico, andranno una notte in una città, ma io non sono d'accordo. Sono consapevole del fatto che sia sbagliato cercare di privare l'altro di esperienze e non penso neanche che lui possa tradirmi direttamente, ma non mi fido dei suoi amici. L'anno scorso, siamo stati al compleanno di 30 anni di uno di loro, e tutti (ad eccezione mia, sua e di un suo amico) si sono fatti di cocaina. Per due di loro, la serata si è conclusa anche pagando per sesso. Al solo pensiero che possa ripetersi una serata del genere, mi vengono i conati di vomito, è gente per me deplorevole e spesso penso che chiudere con il mio fidanzato mi toglierebbe molti problemi e molti motivi di stress, legati soprattutto a queste amicizie che per me sono al limite dell'accettabile. Provo realmente un senso di schifo all'idea che il mio fidanzato passerà una serata così, anche se non dovesse fare nulla in prima persona. Non posso privarlo di queste esperienze e delle sue compagnie, ma posso decidere di non trovarmi più in situazioni del genere e l'unico modo è lasciandolo, ma dopo 8 anni e tanto affetto, ho paura e mi fa male. Ma sto male anche ritrovandomi periodicamente in situazioni del genere, non ce la faccio più a sopportare questa tensione e pensavo che crescendo sarebbero cambiate un po' di cose, ma peggiorano solo, il degrado aumenta e io mi sento sempre più fuori posto, mentre lui, pur non drogandosi o altro, non riesce a distaccarsi da loro o condannarli. Dice che sono io quella esagerata.
Salve, le rispondo in quanto la sua riflessione mi ha colpita. Credo che il dilemma rispetto al quale si trova davanti sia importante. Sarò breve nella risposta, ma spero di poterle essere utile. La invito a pensare che quando pensiamo di lasciare una persona, la decisione in realtà l'abbiamo presa. Ciò che ci blocca non è la quantità degli anni trascorsi insieme, ma la paura di fare un passo verso l'incertezza. Quello che vive non le piace e ha tutte le sue ragioni per pensarla diversamente dal suo fidanzato, ma mi sembra di capire che sebbene quello che vive non le piace è un rapporto che conosce e che le da una certa stabilità. Il punto però è che per rimanenere in una situazione non più gradita per la paura dell'incertezza, si rischia di rinunciare a vivere serenamente. L'amore inoltre non prevede solo la reciproca fiducia, che indubbiamente è alla base di un rapporto, ma il desiderio di condividere almeno alcuni aspetti fondamentali della vita, tra cui come divertirsi insieme o separati, ma pur sempre rispettando i valori reciproci. Le confermo che il tempo non cambia le situazioni e le persone e nemmeno rimandare le decisioni, ma solo il modo in cui agiamo può portare a una vera svolta. Un famoso scrittore, Honorè de Balzac, diceva "La rinuncia è un suicidio quotidiano.”
Spero di esserle stata utile.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Angelica Giannetti
Gentile utente,
capisco quanto possa essere difficile la sua situazione. Come ha perfettamente capito, non possiamo cambiare gli altri ma soltanto lavorare su noi stessi però è ovviamente possibile - e anzi auspicabile - raggiungere dei compromessi perché la coppia funzioni bene. Non è pensabile essere d'accordo su tutto e avere opinioni sempre concordanti.
Se il suo fidanzato è disponibile al compromesso, potreste trovare una strada che contempli sia il benessere dell'uno che quello dell'altro ma se invece non è così, è necessario prendere una decisione (e poi mantenerla) rispondendo ad alcune domande come: questa è la persona con cui voglio dividere la mia vita? Mi fido di lei? Quanto è importante per me mantenere il punto su determinati argomenti? Quanto è profondo il disagio che queste situazioni mi causano e quanto pesa sull'equilibrio generale della coppia? Quali sono le mie priorità?
Mi rendo conto ovviamente di quanto sia complesso fare chiarezza sui nostri bisogni e sui nostri stati interni perciò, se dovesse avere bisogno di aiuto, sono a sua disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Giorgia Maimone