Non voglio vivere con quest'ansia continua

Elisa

Sto da qualche anno con un ragazzo che soffre di depressione bipolare, passa da stati di rabbia a fasi di lucidità. Sa essere una persona stupenda ma a volte è terribile. In passato ha anche fatto uso di cocaina e a volte quando discute con me ci ricade,con atteggiamenti autolesionisti e da la colpa a me. Ha comportamenti illogici e poi in un secondo tempo analizza le situazioni lucidamente e si scusa. E' in terapia ed è migliorato tanto ma io non sto più bene, questi sbalzi dalle stelle alle stalle mi creano un ansia profonda, non capisco come possa farmi così male se dice di amarmi,ogni volta gli do nuovamente fiducia ma mi delude. Ogni volta prima della fase di lucidità ci sono queste attese nelle quali io non so vivere, l'ansia mi uccide, mi toglie sonno fame e vita.....so che allontanarmi da lui sarebbe la cosa migliore, ma non vorrei buttare via il percorso fatto fin qui, abbiamo un forte sentimento e insieme sappiamo rendere bellissimo anche il non far niente ma poi ci sono gli inferni suoi che mi distruggono. Cosa posso fare? non voglio vivere con quest'ansia continua, aiuto.

6 risposte degli esperti per questa domanda

purtroppo, convivere con una persona ammalata significa convivere con la malattia; non ci sono consigli possibili, tu sola puoi dire se te la senti, se la sua malattia ti toglie la voglia di vivere o stimola il tuo desiderio di lottare, per decidere devi rispondere a questa domanda, consapevole del peso che potresti assumerti.
Salve Elisa, la sua richiesta è abbastanza confusa, come anche la sua situazione con il suo compagno. Penso che dovrebbe fare maggiore chiarezza su se stessa e su cosa vuole dalla vita. Il suo compagno ha una problematica seria e la sta affrontando, però a questo punto se il vostro rapporto prosegue potrebbe tentare due strade. Da una parte decidere di fare una terapia di coppia con lui e affrontare i vostri relativi malesseri nello stare insieme. L'altra soluzione è quella di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale dove possa affrontare le sue ansie e scoprire cosa può farla stare meglio. Cordiali saluti,
Elisa la Sua ansia é notevole e comprensibile. Credo che Lei abbia un po' la sindrome 'io ti salvarò' ma Le assicuro che il Suo tipo di aiuto non può funzionare!! Il ragazzo va aiutato dallo psicoterapeuta (non so se é uno psichiatra o psicologo/a)che lo ha in cura. Il disturbo bipolare é curabile ma non facilmente e - soprattutto - non velocemente. Pertanto ritengo che un distacco, se pur non definitivo, a Lei potrebbe giovare e forse Le permetterebbe di analizzare la problematica un po' più obiettivamente!! Per trovare le parole ed il momento giusto per attuare il distacco potrebbe consultarsi con lo stesso medico/psicologo che ha in cura il Suo ragazzo. Lei deve cercare di rimanere in equilibrio a livello emotivo/affettivo ma mi sembra che il disturbo bipolare del Suo ragazzo stia 'coinvolgendo' un po' troppo la Sua sanità psico-fisica. Le auguro di farcela eLa saluto cordialmente.
Cara Elisa, Da una parte c'è la malattia di cui soffre il suo ragazzo, dall'altra le interpretazione che dei suoi comportamenti Lei dà e la Sua ansia, per terzo il caratteraccio del primo. Il disturbo bipolare è una malattia psichiatrica e della stessa ha tutta la gravità, anche se ormai i farmaci hanno di molto attenuato gli alti e i bassi. Trattandosi di una patologia cronica, ci sarà sempre e dunque sempre presente nella Vs. relazione. I comportamenti conseguenti, tuttavia, non vanno interpretati come mancanza di amore ma come conseguenze della patologia. Credo però di intuire anche qualche tratto del carattere su cui lui potrebbe lavorare in quanto migliorabile. Tutto sta a vedere se Lei riesce a "reggere" nel tempo - negli anni - la situazione, mantenedo l'amore, senza trasformarsi in tenera (o arrabbiata) infermiera. L'ansia è inevitabile, considerato che quando sta bene prima o poi arriverà il peggio, a cui ci si mantiene sempre pronti, con le antenne attivate! Se viene accettato da ambedue, nei periodi più difficili potreste non vedervi; mantenere il miele e ridurre il fiele.
Dott.ssa Carla Maria Brunialti

Dott.ssa Carla Maria Brunialti

Trento

La Dott.ssa Carla Maria Brunialti offre supporto psicologico anche online

Gentile Elisa Lei mi chiede cosa può fare; in realtà quello che può e vuole fare lo può scegliere solo Lei ! di certo stare insieme ad una persona che ha un disturbo di questo tipo non è facile e sottopone a continue ambivalenze, emozioni contrastanti e dolorose. Il suo disagio la porta ad essere combattuta sul da farsi, ma probabilmente questo è il canovaccio della vostra relazione. Personalmente ritengo che una relazione debba farci stare bene, ma questo concetto è applicabile a qualsiasi relazione poiché torniamo al discorso iniziale: solo Lei può decidere, perché amare è totalmente soggettivo Cordialmente
Dott. Fabio Molari

Dott. Fabio Molari

Forlì-Cesena

Il Dott. Fabio Molari offre supporto psicologico anche online

Gentile Elisa, La sua frase “….non capisco come possa farmi così male se dice di amarmi,ogni volta gli do nuovamente fiducia ma mi delude”, ricorda le dinamiche relazionali di una coppia “malata”, dove spesso, se non sempre, la donna sostiene un ruolo che non ha nulla a che fare con un rapporto di coppia. Lei sa che allontanarsi da lui sarebbe la cosa migliore, lo sa, ma non riesce a metterlo in pratica. Lei sa che questo rapporto è sbilanciato, non è alla pari; lei ricopre ruoli di confidente, amica, crocerossina,“contenitore” di stati d’animo e comportamenti altamente disturbati e contraddittori del suo ragazzo , dimenticandosi di sé e delle sue esigenze. Scrive che si sta ammalando, ma insiste a non volere dare ascolto a ciò che sente e ai segnali psicho- fisici del suo mondo interno. Vorrei proporle alcuni spunti di riflessione: come mai ha accettato per così tanto tempo di restare in un rapporto così doloroso? come mai non ascolta la sua ansia e il suo disagio che stanno diventando sempre più evidenti e forti? come mai ha permesso ad un’altra persona di condizionare così tanto la sua vita “ mi toglie sonno, fame e vita, …. gli inferni suoi che mi distruggono” ? da dove arriva questa paura così grande di perdita e di abbandono? Lei non può modificare, curare o intervenire sul disagio psichico del suo ragazzo; è un percorso individuale, che sembra che il suo compagno abbia intrappreso. Anzi, a volte farsi troppo carico del disagio altrui, senza avere strumenti e conoscenze adeguate, può avere effetti controproducenti nel “beneficiario” incrementando i suoi sensi di colpa, di inadeguatezza, di svalutazione, con conseguente rabbia e irritazione nei confronti del “benefattore”. Sembra, cara Elisa, che sia arrivato il momento per lei di prendersi seriamente cura di se stessa. Una psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere e quindi intervenire sui punti critici, che sono personali, così dolorosi e carichi di angoscia. Un caro saluto.