Problema di coppia è mancanza di rapporti intimi

Salvo

Buonasera, mi chiamo Claudio ho 37 anni e sono sposato da 12 anni, abbiamo 2 bambini stupendi senza problemi, entrambi lavoriamo parecchio (siamo 2 liberi professionisti). Negli ultimi 3 anni la nostra vita di coppia è cambiata, tanto, a causa di un aborto voluto, soprattutto da me, per una gravidanza non desiderata. Subito dopo l'aborto, ho cercato di dare meno peso possibile all'accaduto, per allentare secondo me quel pensiero dalla mente di mia moglie, ho cercato di fare la vita di sempre, anche se probabilmente sbagliando!!! Mia moglie all'apparenza sembrava star bene, anche se ogni volta che prendevamo l'argomento soffriva, piangeva, si accusa di essere un mostro.... per un periodo si è lasciata andare parecchio, poca cura di se, poca gioia di vivere.... anche se tutto con molto silenzio. Poi pian piano ha iniziato a riprendersi, a frequentare un corso in palestra, ha incontrato una persona (la sua insegnante di yoga) che è diventata per lei un punto di riferimento, che l'ha portata ad avere più auto stima e gioia di vivere. Questo ha comportato in lei un forte cambiamento, nel modo di vivere e di interagire anche con me. Iniziamo ad avere qualche discussione, è li scopro il suo rancore nei miei confronti, mi accusa di averla lasciata sola dopo l'aborto. Io cerco di spiegare le mie ragioni, i miei comportamenti (tenuti per non infierire è non riaprire una ferita dolorosa ma niente). La vita va avanti nel frattempo, io mi butto a capofitto nel lavoro che mi impegna per 10 ore al di, lei fa lo stesso ... pian piano ci allontaniamo, noto che lei è sempre meno interessata a quello che faccio, trova subito l'occasione per criticarmi, ed io non sono da meno. La distanza aumenta, con il passare del tempo, i nostri rapporti sessuali anche, il suo interesse per me cala, lo percepisco, tant'è che in diverse occasioni gli ho pure chiesto se avesse un'altra o se non mi amasse più. Poi, ad agosto scopro che si sente e si messaggia con un collega, quasi giornalmente, anch'esso sposato, ma che vive in un luogo diverso dal nostro. Lei mi dice da subito che sono solo amici, che si sentono spesso per lavoro e mi spergiura che non c'è mai stato niente tra loro. Io arrivo al punto di lasciarla, però poi faccio un passo indietro e decido di crederle. Affrontiamo il problema, che non è altro che un riflesso della nostra fragile relazione. Lei mi dice che non si sente amata, non si sente rispettata , insomma ha molto da rimproverarmi. Io comprendo le sue ragioni , e mi ripropongo di cambiare per lei, perché ci tengo molto a lei. Gli spiegò che negli ultimi tempi la mia rabbia, la mia freddezza era un modo per manifestare il mio risentimento nei suoi confronti, perché non mi sentivo importante, utile, se non a portare lo stipendio a casa che ci permette di vivere (anche egregiamente). Gli ho anche detto di essere disposto ad affrontare i nostri problemi con un consulente matrimoniale, ma lei non è stata e non è d'accordo. Comincio comunque fin da subito a cercare di riavvicinarmi a lei, di starle più vicino, di essere più tenero e coccolone, ma ahimè in lei non vedo nessun cambiamento, sempre un muro. Sinceramente questa sua chiusura mi fa male, in quanto credo che se c'è volontà nel voler migliorare un rapporto deve essere reciproca, i mesi passano, ed io continuo a scuoterla, ma lei è lì fredda ed insensibile alle mie parole. Questo rifiuto da parte sua, innesca in me una gran frustrazione, mi fa star molto male, tant'è che mi porta ad avere dei cambiamenti di umore continui.... che di certo non giovano. Anche la sfera sessuale va male, abbiamo rapporti sempre meno frequenti, 2,3,4 al mese non di più, è sempre sotto mia sollecitazione, perché se fosse dipeso da lei probabilmente non lo faremmo mai. La sua scusa? È che è stanca la sera .... cosa credibile e plausibile, però nella mia mente, il pensiero che lei possa avere un'altro, non mi lascia, perché penso .... una donna , ha lo stesso desiderio sessuale dell'uomo, magari in modo diverso ma c'è l'ha comunque..... e se una donna vuole avere un rapporto col proprio marito, il tempo lo si trova, lo si ritaglia...... io la cerco di tanto in tanto con lo sguardo, con un abbraccio, una carezza, un bacio, ma lei è sempre molto fredda. Più volte ho affrontato questo argomento, chiedendo il perché di questa freddezza, di queste reazioni mancate e lei dice che è cambiata, che è diventata fredda non solo con me, anche se a me sembra fredda con me soltanto. Questa condizione di sofferenza per Pasqua di quest'anno mi ha portato a riparlarne e dirle che non c'è la faccio più ad andare avanti così, che mi sto facendo troppo male, che ho bisogno di una persona che mi ami, che mi faccia sentire amato e importante, cosa che lei non stava facendo è che, se non era in grado di cambiare io mi sarei allontanato da casa. Lei si è difesa, dicendo che non sta facendo niente di male, di sbagliato, che è colpa mia in parte perché non la rendo serena, tranquilla, visto che abbiamo parecchie discussioni, che la punzecchi spesso, e questo determina in lei freddezza e mancanza di voglia anche di intimità. Decido comunque di restare, anche per i bambini, che hanno 5 e 7 anni, ai quali voglio un bene dell'anima e con il più piccolo poi c'è un legame speciale tra di noi. Oggi, 6 maggio, a distanza di 3 settimane dall'ultima discussione, non vedo comunque da parte sua nessun avvicinamento, non mi abbraccia mai spontaneamente, non mi bacia, non cerca il contatto, per non parlare del resto, non facciamo l'amore da 2 mesi e non abbiamo rapporti orali da circa 6 mesi (cosa che a me piace molto e lei lo Sto arrivando! Bene). Come devo comportarmi? Cosa posso fare? Non so come affrontare la cosa, ho paura di sbagliare sempre di più. Ritenete che debba pazientare in silenzio e darle tempo, o cosa? È giustificato il suo comportamento? Oppure è lei che prende tempo?

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Salvo,

sicuramente un aborto è un evento di vita tragico che, se non elaborato adeguatamente, può portare conseguenze molto pesanti sulla vita di coppia e famigliare; dicendo questo penso soltanto a sua moglie ma anche a lei, in quanto entrambi avete preso parte a questa difficile decisione e avete dovuto sopportare tutto il dolore che ha comportato. Sono situazioni molto delicate in cui è facile chiudersi nel proprio dolore, ma spesso affrontarle in solitudine non fa che allargare ancora di più il mare di incomprensione e sofferenza.

Di fronte a una situazione del genere, così complessa, delicata e che si protrae per parecchio tempo, è necessario chiedere aiuto a un professionista. Sono d'accordo con lei che la soluzione migliore sarebbe una terapia di coppia, tuttavia le sconsiglio di fare troppe pressioni in questo senso se sua moglie non vuole, perchè la motivazione è il motore principale della terapia e se manca tutti i vostri sforzi rischierebbero di essere inutili. Un'alternativa valida potrebbe essere un percorso di terapia individuale per lei: spesso, anche se solo un membro della coppia è disposto a intraprendere un percorso di cambiamento, tale cambiamento è abbastanza forte da creare una modificazione di tutto l'assetto familiare. Può chiedere aiuto a uno psicoterapeuta per comprendere il suo modo di stare in relazione con sua moglie e modificarlo verso una relazione più equilibrata e soddisfacente; può anche chiedere aiuto per comprendere cosa realmente desidera e come può fare per essere felice.

Spero di esserle stata di aiuto!

Dott.ssa Chiara Ostini

Dott.ssa Chiara Ostini

Milano

La Dott.ssa Chiara Ostini offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Claudio,

la sua lettera è dettagliata di informazioni e provo a offrirle una mia lettura di quello che sembra essere accaduto tra voi.

 

L’interruzione della gravidanza ha creato un’interruzione di contatto intimo profondo tra di voi.

... ... ...

La scelta di questo aborto sembra aver avuto due pesi differenti in lei e in sua moglie.

Lei scrive che il non volere un altro figlio fosse soprattutto lei stesso.

Questa affermazione lascia intendere due cose su sua moglie: o che ella fosse intimamente in conflitto,  oppure che lei questo figlio avrebbe voluto darlo alla luce.

Questa differenza di vissuti tra voi coniugi rispetto alla possibilità di un altro figlio è stata sostanziale (un progetto non condiviso all’interno della coppia), in quanto la scelta di compiere l’aborto ha poi comportato degli effetti diversi su ciascuno di voi.

Il vuoto dell’aborto ha messo sua moglie di fronte al suo vuoto interno (…si accusa di essere un mostro.... per un periodo si è lasciata andare parecchio, poca cura di se, poca gioia di vivere.... anche se tutto con molto silenzio). L’aborto per sua moglie sembra, dunque, essere stata ragione di un dolore profondo e forse ancora adesso prova tristezza e rabbia verso se stessa.

Lei, Claudio, il dolore di sua moglie lo ha intercettato e lo ha evitato (… Subito dopo l'aborto, ho cercato di dare meno peso possibile all'accaduto, per allentare secondo me quel pensiero dalla mente di mia moglie, ho cercato di fare la vita di sempre, anche se probabilmente sbagliando!!!).

Questo probabilmente è stato il secondo vuoto tra voi (… Io cerco di spiegare le mie ragioni, i miei comportamenti tenuti per non infierire e non riaprire una ferita dolorosa ma niente… Lei mi dice che non si sente amata, non si sente rispettata , insomma ha molto da rimproverarmi).

Nelle sue parole ho letto la sua fatica a stare accanto a sua moglie nel dolore. È così? Se sì, come mai?

… … …

(…Oggi, 6 maggio, a distanza di 3 settimane dall'ultima discussione, non vedo comunque da parte sua nessun avvicinamento, non mi abbraccia mai spontaneamente, non mi bacia, non cerca il contatto, per non parlare del resto, non facciamo l'amore da 2 mesi e non abbiamo rapporti orali da circa 6 mesi (cosa che a me piace molto e lei lo Sto arrivando! Bene). Come devo comportarmi? Cosa posso fare? Non so come affrontare la cosa, ho paura di sbagliare sempre di più. Ritenete che debba pazientare in silenzio e darle tempo, o cosa? È giustificato il suo comportamento? Oppure è lei che prende tempo?)

Ora, Claudio, lei si trova di fronte al suo dolore personale rispetto al rapporto con sua moglie. Un processo faticoso e profondo.

Sua moglie, come lei stesso ha scritto, non desidera il contatto attualmente con lei. Le risposte verbali e comportamentali da sua moglie le ha già ottenute.

… … …

Quello che mi sento di suggerirle è di prendersi lei stesso uno spazio e un tempo interno  “di sospensione”, in cui possa trovare spazio la nascita o ri-nascita del desiderio di creare un nuovo ponte di comunicazione con sua moglie, nel rispetto anche del desiderio di lei.

Perché l’amore è un verbo che non conosce imperativi.

 

Questo tempo e questo spazio che lei Claudio ha da dare a sé stesso, le permetteranno di comprendere meglio sé stesso, sua moglie e di scegliere cosa fare.

Spero che le mie riflessioni possano esserle di aiuto.

Cordiali saluti