Può durare una relazione così?

Giuseppe

Buonasera, sono Giuseppe ho 31 anni, e risiedo a Milano. Da 4 anni sono fidanzato con il mio compagno Massimo, con cui convivo da due anni. Lui è un uomo di 59 anni con alle spalle una matrimonio ancora in essere per scelta di lei, e per ovvie scelte finanziare e burocratiche che io non condivido. Negli ultimi sei mesi la nostra relazione è andata a sgretolarsi proprio perché lui con il suo impiego di promotore finanziario e le sue diverse attività imprenditoriali è molto preso, ma questo lo capisco e lo accetto. Quello che non accetto è il rapporto che due persone separate se pur non per legge da più di 10 anni continuino così assiduamente a vedersi, sentirsi, e inferire sul approvazione della nostra relazione. Abbiamo avuto diversi episodi di discussioni verbali per diversi motivi proprio perché abbiamo provato a uscire a cena, fare weekend e vedersi, cosa che io non avrei voluto fare ma non per cattiveria ma ben si per equilibro. Io sono un semplice operaio, che lavora da molti anni nel settore del banqueting e degli eventi, lavoro che a me appassiona ma ovviamente c'è una differenza reddituale importante, tanto quanto quella d’età. Inoltre Massimo, ha una figlia di 27 anni anche lei contraria alla nostra relazione, insomma sono sempre state una spina nel fianco, lui ha sempre desiderato di passare del tempo assieme, anche se io ero contrario perché era palese che loro non interessasse che noi stessimo bene, ma guardavo solo i loro interessi economici e il loro benessere. Oltretutto proprio oggi mi disse che se dovesse scegliere fra me e sua figlia ovviamente sceglierebbe sua figlia. Ad oggi ci ritroviamo a prendere una decisione, lui crede che vivere in due case saparate potrebbe salvare questa relazione. Cosa pensate voi ? Io credo che se dovessi andare a vivere da solo la relazione non si salverebbe anzi con gli orari e lo stile di vita così diversi si avrebbe ancora meno tempo di qualità per stare insieme.

7 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Giuseppe,

provi a immaginare la sua relazione come a un edificio. Può capitare che a volte sia esposto alle intemperie, come i litigi, le pressioni esterne, ecc. In alcuni casi le intemperie della vita passano senza provocare danni; altre volte, invece, si possono rompere degli elementi del palazzo e può essere necessario fare della manutenzione straordinaria (es. andare da un terapeuta di coppia, lavorare su se stessi separatamente, ecc.). La cosa importante, però, è che le fondamenta restino solide, altrimenti l'edificio non può rimanere in piedi. Le fondamenta di una relazione sono i valori che i due partner hanno in comune. Quali sono gli elementi, le caratteristiche che per lei Giuseppe sono importanti, hanno valore all'interno di una relazione? Questi elementi/caratteristiche sono ancora condivisi dal suo compagno? Oppure questa situazione sta andando ad attaccare le fondamenta del vostro edificio?

Per qualsiasi dubbio o chiarimento resto a sua disposizione. 

Un caro saluto, 

dott.ssa Alice Taravella

Dott.ssa Alice Taravella

Dott.ssa Alice Taravella

Milano

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Giuseppe, quella che lei porta è una questione importante.
È sicuro che il problema sia solo nella scelta di convivere insieme o meno? 
Credo  che  coinvolga conflitti a piu' livelli e che sarebbe opportuno approfondire in sede di colloquio.

Resto disponibile per qualsiasi chiarimento.

Cordialmente. 

Dott. Giuseppe Berenati 

psicoteraputa junghiano, LGBTQIA+

Dott. Giuseppe Berenati

Dott. Giuseppe Berenati

Milano

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Buonasera Giuseppe, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione, che comprendo essere molto complessa e carica di emozioni.

Da quanto racconta, il nodo centrale sembra essere il ruolo che la famiglia del suo compagno continua ad avere nella vostra relazione, unito a differenze significative di età, situazione economica e stile di vita. Immagino che possa essersi sentito messo da parte più volte e che la difficoltà del suo compagno nel prendere una posizione chiara abbia contribuito a farla sentire poco considerato. Inoltre, il fatto che lui abbia detto esplicitamente che, se costretto a scegliere, opterebbe per sua figlia, è un segnale forte che definisce le sue priorità.

La proposta di vivere separati per "salvare" la relazione sembra più un compromesso che una vera soluzione. Da quanto scrive, mi pare che lei abbia già il timore che questa scelta porterebbe a un ulteriore allontanamento. Forse la domanda più importante da porsi è: Che tipo di relazione desidera davvero? È disposto ad accettare il ruolo che il suo compagno sta scegliendo di mantenere tra lei e la sua famiglia? Riesce a immaginarsi felice in una relazione in cui continua a sentirsi in secondo piano?

Forse, più che concentrarsi su come "salvare" la relazione, potrebbe essere utile riflettere su ciò che questa relazione le sta dando e se rispecchia i suoi bisogni e desideri. Se le porta più sofferenza che benessere, allora la vera decisione da prendere riguarda il suo futuro e il suo equilibrio, più che la logistica della convivenza.

Cosa ne pensa?

Stefano Marchi

Dott. Stefano Marchi

Dott. Stefano Marchi

Milano

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Ciao Giuseppe, grazie per aver condiviso la tua storia. La tua analisi è molto lucida. Sembra che tu abbia già messo a fuoco i problemi principali:

1)Il matrimonio non concluso di Massimo: Anche se è solo un vincolo legale, pesa molto sulla tua serenità, soprattutto perché influisce sulle dinamiche della vostra relazione e sulle interazioni con la sua famiglia.

2)Le interferenze della sua ex moglie e della figlia: Queste persone sembrano avere un'influenza importante sulle scelte di Massimo e, comprensibilmente, questo ti fa sentire messo da parte o addirittura ostacolato.

3)La differenza di età e di stile di vita: Non solo come fattore anagrafico, ma anche in termini di esperienze di vita, abitudini lavorative e status economico.

4)La proposta di vivere separati:  è una possibile soluzione per Massimo, ma tu giustamente temi che allontanandovi fisicamente, vi allontanereste anche emotivamente. Il punto più doloroso di tutto questo, credo, sia il fatto che Massimo abbia chiarito che sceglierebbe sempre sua figlia su di te. Per quanto comprensibile dal suo punto di vista, è una dichiarazione che lascia un segno profondo. Dalla tua descrizione sembra che tu abbia sempre cercato di far funzionare le cose, anche accettando compromessi molto difficili. Però ti chiedo: quanto ancora sei disposto a sacrificare di te stesso per questa relazione? E, soprattutto, cosa desideri veramente dalla tua vita e da una relazione sentimentale? Se accettassi di vivere separati, sarebbe un compromesso che ti farebbe sentire sereno e apprezzato? O sarebbe solo un modo per prolungare una relazione che in fondo senti già di aver perso? Posso aiutarti a riflettere meglio sui tuoi bisogni e su cosa potrebbe davvero renderti felice. Vuoi che proviamo insieme a fare un po’ di chiarezza su tutto questo?

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Ciao Giuseppe,

Ti ringrazio per aver condiviso la tua storia, che sicuramente porta con sé molta confusione e sofferenza. Le dinamiche relazionali che descrivi sono complesse, con diverse influenze esterne che sembrano pesare sul tuo benessere e sulla qualità del legame con Massimo. Capisco il tuo disagio rispetto alla situazione con la sua ex moglie, la figlia e la differenza di visioni, oltre che la preoccupazione per le scelte che potrebbero minare la solidità della vostra relazione.

Il fatto che Massimo ti abbia detto che sceglierebbe sua figlia, così come la continua interferenza della sua ex moglie, può provocare un senso di insicurezza e frustrazione, mettendo a dura prova la fiducia e la connessione emotiva tra voi. La proposta di vivere separati potrebbe sembrare una soluzione temporanea, ma è importante esplorare se questa decisione rispecchia davvero un desiderio di preservare la relazione o se è solo un modo per gestire i conflitti senza affrontarli pienamente.

Come psicologa cognitivo-comportamentale, ti invito a riflettere su alcuni aspetti cruciali: come ti senti realmente rispetto alla situazione e quali sono i tuoi bisogni emotivi in questa relazione? È importante anche considerare il benessere emotivo di entrambi i partner e capire se le difficoltà possono essere affrontate insieme, magari rivedendo alcuni confini e aspettative.

Ogni relazione richiede un equilibrio e una comunicazione aperta per prosperare, e potrebbe essere utile un confronto più profondo, magari con il supporto di un percorso di consulenza per esplorare le dinamiche e le emozioni coinvolte. Se ti va, potremmo prendere un appuntamento per una consulenza, dove potremo approfondire meglio la situazione e lavorare su possibili soluzioni che tengano conto sia dei tuoi bisogni che di quelli di Massimo.

Resto a disposizione se desideri parlare ulteriormente. A presto!

Dott.ssa Alessia Federiconi

Dott.ssa Alessia Federiconi

Milano

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Caro Giuseppe,

partiamo da quello che lei considera 'ovvio', le motivazioni burocratiche e finanziarie che non hanno permesso al suo uomo di divorziare. Motivazioni di questo tipo possono essere ovvie se lei stesso non le condivide? C'è qualcos'altro che lei considera più ovvio? 

Dia più risalto a se stesso, a quello che pensa e desidera in questo momento perchè non ha meno valore delle motivazioni del suo fidanzato.

Saluti

Dott.ssa Clizia Catulini

Dott.ssa Clizia Catulini

Teramo

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Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrivo poichè capisco quanto questa situazione possa avere un impatto sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa aiutarla soprattutto a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essere utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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