Relazione insostenibile ma non ne esco

Ele

Buongiorno, sono una donna di 36 anni con una bambina di 2. Io e il padre della bambina, che ha 53 anni, non viviamo insieme perché lui ha deciso di continuare a vivere con i due figli (adolescenti) avuti dal primo matrimonio, che è terminato per aver conosciuto me. Dunque non siamo una coppia in senso classico ma ci sentiamo comunque ogni giorni varie volte, facciamo cose insieme e abbiamo intimità: io vorrei convivere ma lui dice che non se la sente per via dei figli e del fatto che questa bambina non la voleva, ma è arrivata non usando protezioni. Il problema è che mi tratta malissimo, me ne rendo conto ma non riesco a interrompere questo rapporto, che mi dà pochissimo ma che mi sembra insostituibile. Mi dice che lo irrito, che non capisco niente, che non mi devo interessare alla sua vita, che è già tanto il tempo che ci dedica, che se sta con noi lo fa per la bambina e non per lui perché sta meglio con gli amici, che non posso chiedergli di fare qualcosa perché è lui che decide quando e come, che vuole bene alla bambina ma a volte se ne vergogna perché si sente anziano e la famiglia già ce l'aveva. Razionalmente mi rendo conto che è terribile ma non riesco a chiudere, perché poi ciclicamente si scusa, dice che sono importante, di dare tempo al tempo e quindi fa qualcosa di carino ma poi torna tutto come prima. La gestione della bambina è tutta sulle mie spalle, dal punto di vista pratico ed economico perché contribuisce con una cifra bassa ma a suo dire sufficiente, mentre per le sue condizioni potrebbe dare molto di più. Vi chiedo qualche consiglio

4 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Ele,

Grazie per aver condiviso con apertura la tua esperienza e le emozioni che stai vivendo. È chiaro quanto questa situazione stia incidendo profondamente su di te e quanto tu stia cercando un modo per migliorare le cose, per te stessa e per tua figlia. Desidero dirti subito che ciò che stai affrontando non è una tua colpa: meriti rispetto, amore e sostegno.

La dinamica che descrivi – fatta di momenti in cui lui ti tratta male, seguiti da scuse e gesti carini – può essere estremamente confusiva e proprio per questo difficile da interrompere. Questo ciclo è comune nelle relazioni che oscillano tra dolore e speranza, e può farti sentire intrappolata, nonostante tu riconosca razionalmente quanto sia insostenibile.

Come chiedi, ti propongo qualche riflessione e suggerimento per aiutarti a orientarti:

  1. Riconoscere il valore che meriti
    Il rispetto è la base di qualsiasi relazione sana. Il fatto che tu abbia già riconosciuto quanto la situazione che vivi sia ingiusta e dolorosa è un primo passo fondamentale: significa che dentro di te c’è una consapevolezza che può guidarti verso il cambiamento.
  2. Esplorare il legame emotivo
    Anche se razionalmente capisci che questa relazione ti fa più male che bene, il legame emotivo che hai con lui rende difficile chiudere. Questo è normale, soprattutto se i momenti positivi che offre ti danno la speranza che le cose possano cambiare. Ma è importante chiederti: quanta energia stai dedicando a sperare che lui cambi, e quanta ne rimane per te e per tua figlia? Una relazione che ti svuota e ti fa sentire sola non ti permette di vivere pienamente né di prenderti cura di chi ami.
  3. Rivalutare il tuo ruolo e i tuoi bisogni
    Stai facendo moltissimo da sola per tua figlia, sia economicamente che emotivamente, e meriti di essere sostenuta. È importante chiederti: cosa vuoi per te stessa e per tua figlia? Che tipo di ambiente desideri per lei e per la tua serenità? Queste domande possono aiutarti a visualizzare un futuro in cui le tue energie non sono consumate da una relazione che non ti dà ciò di cui hai bisogno.
  4. Chiedere supporto
    Nessuno dovrebbe affrontare una situazione come questa da solo. Potresti considerare di rivolgerti a un professionista per esplorare più a fondo le dinamiche della relazione e costruire una strada per liberarti da questa dipendenza emotiva. Un supporto professionale può aiutarti a capire meglio i tuoi bisogni e a trovare il coraggio per prendere decisioni difficili.
  5. Darti tempo e compassione
    Non sentirti sbagliata o "debole" per non riuscire a definire subito questa relazione. I legami emotivi possono essere profondi e difficili da spezzare, ma ogni piccolo passo verso la consapevolezza e l’autonomia conta. Non devi fare tutto in una volta: inizia ascoltando te stessa e dando valore ai tuoi bisogni.

Ricorda che non sei sola e che ci sono persone e risorse pronte ad aiutarti. Meriti una relazione che ti faccia sentire amata, rispettata e sostenuta, e un ambiente sereno per crescere tua figlia. Anche se al momento ti sembra difficile, puoi iniziare a costruire un futuro più sereno e appagante per entrambe.

Con sostegno,

Giada

Dott.ssa Giada Maria Tonelli

Dott.ssa Giada Maria Tonelli

Milano

La Dott.ssa Giada Maria Tonelli offre supporto psicologico anche online

Gentile utente,

Immagino quanto possa essere frustrante gestire ogni giorno una relazione sentimentale così incerta e altalenante, io personalmente non ne sarei capace.

Da come descrive la situazione, sembra che quest'uomo riservi per voi solamente gli avanzi, in termini sia affettivi sia economici. Quindi mi chiedo cosa la motivi a rimanere legata a qualcuno che chiaramente dichiara di non poter offrire di più. 

Attenzione alle cicliche scuse e dichiarazioni d'amore, sembrano un modo per persuaderla a rimanere vincolata a lui. Ha pensato di provare a impostare un rapporto che riguardi esclusivamente la vostra genitorialità condivisa, eliminando gli aspetti intimi tra voi due? Cosa succederebbe in tal caso? Ha già provato a lasciare andare questa relazione? 

Cerchi di ragionare sul fatto che sua figlia merita una madre serena, disponibile a darle tutto ciò di cui a bisogno, cosa che potrebbe essere disturbata da questa relazione intermittente e barcollante, che le toglie tempo e risorse.

Sicuramente questo scambio di poche righe non è sufficiente a elaborare una presa di coscienza in tal senso, ma si interroghi su come sarà la vostra vita tra qualche anno, condivida con quest'uomo i suoi bisogni e le sue aspettative, e ascolti e accetti che dall'altra parte possano esserci necessità diverse.

Un caro saluto 

Cara Ele,

prima di tutto vorrei sottolineare che trovarsi in una situazione del genere non è né raro né anomalo, anche se certamente porta sofferenza. Troppo spesso diamo per scontato che ciò che vogliamo, ciò che sentiamo e ciò che è razionale o logico debbano coincidere, mentre ciò è piuttosto il risultato di un processo complesso che talvolta porta invece a contraddizioni e blocchi. Il nostro cervello, nella sua complessità, può essere visto come un sistema a strati, che comunicano tra di loro ma hanno anche una relativa autonomia. Ci sono parti che applicano la logica razionale, ma altre si organizzano intorno a logiche diverse. Le parti di sé che provano attaccamento per qualcuno e fanno resistenza ad allontanarsene corrispondono a strati profondi che possono essere molto tenaci nel governare i propri comportamenti.

Con le parole "non riesco a chiudere" sembri alludere a tentativi che hai fatto e che non hai portato a termine, pur avendone inizialmente l'intenzione. Se è così, alla prossima occasione in cui ciò accade ti suggerisco di osservare bene cosa avviene in te, cosa si erge internamente sul tuo cammino impedendoti di chiudere la relazione. Da come scrivi conosci meglio le ragioni per lasciarlo, ma conosci poco le "ragioni" delle parti di te che resistono. Immagina di parlare con loro, di chiedere loro di esprimersi su ciò che vogliono e su cosa le spinge a impedirti di chiudere. Prova a cercare la risposta in modo semplice e soprattutto senza filtri nè critiche. La risposta potrà apparirti ovvia o meno ovvia, e talvolta perfino sorprendente. Una volta che avrai compreso meglio le "ragioni" delle parti che non vogliono lasciarlo, probabilmente avrai più energie e risorse per operare una scelta per te soddisfacente. 
È una forma di riflessione che puoi attuare in autonomia, ma qualora vi fossero difficoltà potrebbe essere utile un supporto da parte di una figura professionale, meglio se tra i suoi strumenti di lavoro annovera l'IFS, Internal Family Systems. Su questo approccio ci sono anche manuali di auto-aiuto.

Dott. Franco Nanni

Dott. Franco Nanni

Bologna

Il Dott. Franco Nanni offre supporto psicologico anche online

Buongiorno,

La sua situazione familiare è molto confusa, non riporta nel suo racconto il rapporto del padre con la bambina, comunque, non convivete  insieme come nucleo famigliare ma sembrate all'esterno rispetto alla famiglia originaria. Occorre che lei indaghi quali sono i suoi bisogni di compagna e di madre, quale futuro vorrebbe per lei e la bambina, se la situazione può evolvere in modo fattivo verso le sue necessità magari esprimendo maggiormente quello di cui ha bisogno al compagno e padre della bambina,

Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico in modo da individuare un suo percorso personale in modo più consapevole per lei.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e/o integrazione

Dott.ssa Federica Zunino

Dott.ssa Federica Zunino

Dott.ssa Federica Zunino

Savona

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