Buonasera a tutti,
cercherò di essere il più esaustiva possibile, perché vorrei capirmi e vorrei risolvere la confusione che ho in testa.
Sono una ragazza di 25 anni, sto insieme al mio ragazzo di 32 anni da 6 anni, una relazione a distanza, prima di lui ho avuto soltanto un'altra storia, durata circa un anno e mezzo.
La mia famiglia è composta da mio padre, critico verso tutto e tutti, sempre arrabbiato per qualsiasi cosa, non ha mai trattato alla pari i figli (in particolare con un mio fratello), e si sfoga con mia madre, persona ottusa, molto ingenua, la filosofia di insegnamento di mia madre è sempre stata "mai dare ragione ai figli neanche quando ce l'hanno". E poi ho i miei due fratelli maggiori, uno dei due sempre trattato a pesci in faccia da mio padre, forse perché sotto sotto hanno caratteri molto simili.
Sono una persona molto semplice, amo gli animali, la natura, mai fumato, mai bevuto, odio le discoteche, non amo la vita mondana. Ho pochissimi amici, sono molto, troppo selettiva, forse perché ho paura di essere giudicata, di essere incompresa. Sento spesso un senso di inadeguatezza quando sono in gruppo, mi sento invisibile, tutto quello che faccio è una conseguenza di questo mio stato. Coltivo alcuni hobbies, ripasso storia, letteratura, solo per non sentirmi inadeguata con gli altri, per avere qualcosa di cui parlare. Ho anche dei pregi che io stessa riconosco, sono sincera, affidabile, diligente, ma a questi non do peso. E' una grossa parte di me che pesa molto, considerate che mentre scrivo ho gli occhi lucidi.
Tornando alla mia relazione, ci amiamo, ci completiamo. Anche verso di lui sentivo un senso di inferiorità (lui lo sa), lui è più colto di me, più diplomatico, più pacato, è brillante, e questa cosa me lo fa stimare, ma come dicevo faceva uscire fuori l'inadeguatezza, sentivo spesso di non meritarmelo (a volte lo sento ancora) perché ha sempre gestito meglio di me la distanza, e i litigi scoppiavano sempre per causa mia (a volte avrei voluto che avesse fatto lui l'immaturo, per sentirmi meno "colpevole"), mi sento ancora la mela marcia della coppia, e il bello è che è solo colpa mia, è la mia visione delle cose, lo so, anche perché non è lui a farmi sentire così, parte tutto da me.
Ultimamente, se penso al futuro, per esempio come mi vedo tra un anno, lo vedo identico ad ora, non vedo miglioramenti, cambiamenti, e questa cosa mi spaventa, mi mette ansia perché il mio fisico non riesce più a reggere la pressione del dover calcolare viaggi in base al lavoro, le ferie, i soldi, il tempo che non ci vediamo..
Quest'estate, a lavoro, dopo che non vedevo il mio ragazzo da quasi de mesi, ho avuto dei comportamenti ambigui verso il nuovo collega, cercavo sguardi, attenzioni, cose superficiali, ma sapevo che era sbagliato e infatti mi sono confidata con il mio ragazzo.
Questa estate, per l'inverno, ho deciso di provare a cercare lavoro nella sua città per provare ad avvicinarci.
Prima di partire sono entrata in una chat per parlare con qualcuno, per noia, per svagarmi, ed ho conosciuto un ragazzo con cui alla fine abbiamo parlato di sesso ed è successo che ci siamo masturbati insieme.
Lui voleva ancora parlare con me e mi ha lasciato il suo numero, l'ho ricontattato il giorno dopo, e da circa un mese ci sentiamo spesso, ci troviamo molto bene, abbiamo molto in comune, ci videochiamiamo anche, ed ovviamente è ricapitato di fare "sesso virtuale". Ho pensato anche di incontrarlo per farlo davvero, e anche lui vorrebbe.
Con il mio ragazzo il sesso è andato sempre benissimo, solo che quest'altro è "ancora più vicino" a quello che piace a me, un qualcosa di più violento e spinto.
Anche con questa persona a volte mi sento un gradino più in basso, soprattutto perché mi ricorda spesso che non sono libera, ha un atteggiamento da grillo parlante, oltretutto è molto colto, parliamo di diversi argomenti anche importanti, e anche se lo vedo come un buon amico, e niente più, non riesco a togliermi dalla testa il fatto di volerci andare a letto.
A volte penso che la sto prendendo come una fuga dalla realtà, appena sono arrivata in questa città mi sono bloccata, ho capito che non voglio vivere qui, che per tutto questo tempo mi sono fissata sull'idea della convivenza solo perché è l'unico modo per stare insieme, ma non perché sono realmente pronta (cosa discussa proprio questi giorni), altre volte penso che vorrei soddisfare questa voglia e basta, altre volte invece penso che potrei provare, sperare che non mi piaccia, e continuare la mia vita di sempre.
Sto con l'uomo della mia vita, non potrei trovare persona migliore, e lo amo, vorrei lui come padre dei miei figli, credetemi, e sto buttando all'aria tutto per...? Una scop*ta?
A volte penso che sarebbe stato meglio incontrare il mio ragazzo qualche anno più tardi, ho paura di essere ancora immatura per lui, e di essermi sforzata a fare l'adulta tutto questo tempo (ed è stato veramente un grande sforzo), ho paura di farlo soffrire, sento come se ultimamente dovessi cercare conferme dagli altri, che ultimamente mi reputano una persona seria, intelligente, e me ne compiaccio, mi fa stare bene, ma è come se la sua opinione non mi basta più..
Io non voglio lasciarlo perché lo amo, abbiamo un legame veramente intenso, quello che in molti cercano, e sono fortunata, ma il contesto non mi fa essere fiduciosa nel futuro e la paura di stare ancora tanti anni lontana mi fa vacillare..
Non so come mi devo comportare... Anzi lo so, ma faccio finta di non sapere.