Buongiorno, ho 43 anni, io e mio marito siamo sposati da 11, dopo 2 di fidanzamento; abbiamo 2 figli. Mio marito ha un carattere introverso, al netto del periodo dell'innamoramento, durante il quale è stato assolutamente coinvolgente. Da qualche anno, ha progressivamente iniziato a chiudersi in se stesso per alcuni periodi, ultimamente più frequenti. Abbiamo solo "comunicazioni di servizio" e quando gliene parlo nel tentativo di tirar giù il muro che mette tra noi, mi risponde che deve ritrovar se stesso, ma questo non vuol dire che non voglia star con me, ma che ha modificato il suo modo di rapportarsi. Ha bisogno di tempo e spazio per ritrovarsi, ma non sa nemmeno lui in che modo. e intanto si chiude. Ho sempre organizzato io uscite nei weekend, vacanze, cene, nonchè organizzazione del quotidiano, con i bambini (organizzazione prevalentemente mia, dato che lui rientra giusto per cena). Ultimamente, sta uscendo più spesso con la sua squadra di lavoro, unico ambiente in cui percepisco sia sereno. qualche sera fa, a seguito di una settimana in cui è rientrato tardi da lavoro, stanchissimo, andando quasi direttamente a dormire, è uscito per cena e si è ritirato alle 4 di mattina. quando gli ho fatto notare che non mi sembrava un atteggiamento molto rispettoso, mi ha risposto che non ha 12 anni e non sono sua madre, che non ho motivo di dubitare di nulla e lui deve sentirsi libero. mi rendo conto che non sia un episodio esageratamente rilevante, ma è come se mi avesse fatto scattare in testa un meccanismo per cui non sopporto più questo suo non-reagire, questo isolarsi, questa apatia. dice di non voler farsi aiutare da nessuno, specialisti inclusi. ma a mio avviso, questa è già una scelta. Perchè non può non essere consapevole delle conseguenze che può avere sul nostro rapporto. mi sento stanca, sfinita. non voglio rischiare di deprimermi...non lo voglio in primis per me. e ho 2 figli, non lo meritano. ma in questo momento non ho la forza di pensare a quale potrebbe essere la strada giusta. chiedo scusa per lo sfogo fiume. Grazie
Gentile Teresa,
Dalle sue parole traspare una profonda preoccupazione per la dinamica che si è venuta a creare nel suo matrimonio e il senso di isolamento emotivo che ne deriva.
Il comportamento di suo marito, che si chiude in se stesso e cerca più spazio e tempo per "ritrovarsi", potrebbe essere indicativo di un suo personale momento di crisi o di riflessione sulla vita che sta conducendo. La sua richiesta di libertà e la riluttanza ad accettare aiuto esterno suggeriscono che potrebbe essere alle prese con questioni che trova difficile comunicare o condividere, anche con lei.
Il fatto che lei si senta sfinita e preoccupata per le potenziali ripercussioni di questa situazione sul benessere della famiglia è comprensibile e legittimo. La mancanza di dialogo e di condivisione emotiva può essere molto gravosa in un rapporto di coppia, soprattutto quando si ha la sensazione di essere l'unico a lavorare attivamente per il mantenimento della relazione.
È importante che lei prenda cura di sé stessa. Questo può includere momenti di pausa e riflessione, attività che la ricolleghino ai suoi interessi personali e che le permettano di ricaricarsi emotivamente.
La salute e il benessere di lei e dei suoi figli sono prioritari, e prendere in considerazione l'idea di un supporto esterno per sé stessa potrebbe essere un primo passo costruttivo per affrontare la situazione. La incoraggio a considerare questa opzione con attenzione.
Torino
Il Dott. Matteo Piccioni offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Teresa, mi spiace molto per la situazione che sta interessando la sua storia matrimoniale. Può accadere, nel corso del tempo, che gli obiettivi e i vissuti della coppia possano incontrare dei momenti diversi dall'assetto relazionale a noi noto, ed è normale che lei possa accogliere questo momento con turbamento. Il comportamento del suo partner è prima di tutto una sua responsabilità, su cui avere l'aspettativa di poterla orientare potrebbe essere per lei, ad oggi, poco concreta nonchè fonte di ulteriore malessere. Quello che risulta evidente nel suo messaggio sono i vissuti negativi che lei sperimenta all'interno di queste dinamiche su cui ha, però, la possibilità di intervenire. Pensieri ed emozioni spiacevoli possono essere molto difficili da gestire e riorganizzare, in modo particolare se agganciati anche alla responsabilità che sente nei confronti dei suoi figli. Ritengo che la sua situazione possa avere l'opportunità di essere osservata e compresa in maniera accurata. Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendersi, sostenerla rispetto alle difficoltà che riporta e riorientarla alla ricerca di strategie di fronteggiamento più utili a salvaguardare il suo benessere.
Resto a disposizione qualora volesse accedere ad un primo consulto, anche in modalità online.
La saluto caramente.
Dott.ssa Martina Lombardozzi
Roma
La Dott.ssa Martina Lombardozzi offre supporto psicologico anche online