Sono risolvibili questi problemi di coppia?

Cleowen

Gentilissimi,
 sto vivendo una situazione piuttosto complessa che faccio fatica anche ad esporvi per quanto è ingarbugliata. Ho avuto un’infanzia difficile densa di abbandoni ripetuti e abusi psicofisici da parte del compagno di mia madre. Tenete conto che mia madre con tale persona ci ha fatto anche un bambino e alla notizia degli abusi sessuali (niente di “completo” ma quel tanto che basta per rovinarti la vita), piuttosto che mandare fuori di casa lui ha allontanato me mandandomi a vivere coi nonni. Nonostante ciò, nel tempo mia madre, vedendomi stare male e non riuscire a concretizzarmi nella vita, mi ha dato comunque sostegno economico, anche se non so più se lo fa per suo senso di colpa o se per amore (mio padre invece era sparito quando avevo sette anni, si era messo con un’altra, ho vissuto anche la “sostituzione” con i figli della donna, ecc ecc. )
Tutto ciò credo sia il dilemma della mia vita: credo si tratti di una situazione tipo quando si è sopravvissuti ad Aushwitz.. vivere una vita paradossale. Per me è un paradosso che mia madre ami il mio carnefice (che tra l’altro è anche lei, ma perlomeno è mia madre, ed è difficile non amare la propria madre anche di fronte agli sbagli).. lei lo “ama” e forse lo ama più delle figlie. Non trovo risoluzione mentale a questo fatto, che poi mi si ripropone nelle relazioni. Ho fatto 20 anni di psicoterapia, e ho visto le dinamiche di dipendenza affettiva. Ho anche sentito l’effetto astinenza con alcuni rapporti del passato, ma ora mi pare di averlo abbastanza risolto, sono capace anche di stare da sola con me stessa in pace. Dopo dieci anni di solitudine, ho incontrato una donna più grande di me, e ho iniziato ad avere filofobia.. ansia, pensavo si trattasse di paura per essermi riaperta dopo tanto tempo. Mi sono sentita al tempo stesso contenta, perché la persona, nonostante la grande differenza d’età che mi spaventava accrescendo la mia paura del futuro e dell’abbandono, era brava, mi metteva a mio agio, mi coccolava, mi ero detta: dai, mi curerò la paura della differenza di età ma almeno posso fidarmi ecc ecc. Mi ero riconosciuta in tanti aspetti simili, un potenziale di crescita, ma entrambe venivamo da rapporti con narcisiste, su cui ci confrontavamo, e di questo non ero contenta, perché ho visto che eravamo troppo simili. Dopo diversi mesi di amore bellissimo e intenso (che ancora mi dico che non riuscirò mai più a trovare questi livelli di complicità e sensazione di “casa”), sono arrivate le magagne: ci sono stati diversi episodi che mi hanno spaventato e fatto pensare: sue bugie, la ex che rompeva, immaturità evidenti, realtà rigirata, proiezioni, mancanze di rispetto, litigi, provocazioni e tanto altro.. che di certo potevo aspettarmi in una persona complessata come, ma non da una persona che quasi poteva essere mia madre.
Ma al tempo stesso andavamo avanti consce dei problemi, a cui io davo un nome e cognome e volevo risolverli, mentre l’altra scappava dall’osservarli insieme a me.. Siamo però andate avanti anche con episodi belli e ci legavamo sempre di più, tra litigi e speranza e io credo di aver fatto numerosi passi avanti, eliminando paure e ossessioni. Entrambe con ferita del rifiuto/riconoscimento, vivevamo momenti di complicità, risate, coccole, e momenti opposti, e non riuscivamo a capirci e a comunicare. I nostri cervelli capivano cose diverse dalla realtà dell’altra, da cui i litigi esasperanti e scenate immature.. la mia paura dell’abbandono mi faceva ritirare creando nell’altra le sensazioni di rifiuto, che le facevano inconsciamente produrre infantili ripicche esasperando nuovamente la mia ferita dell’abbandono. 
Tutto questo ha iniziato a farmi stare sempre peggio (per assurdo quando mi sentivo più legata).. finché non ho capito con vari test fatti al CSM che sono borderline, e ho avuto un episodio in cui credevo di diventare matta. Avevo paranoie sempre più grandi, ansia, anche se piano piano avevo cercato di limitare alcune mie dinamiche per non ferire l’altra persona, che pero’ non faceva la stessa cosa nei miei riguardi, più che altro per minore consapevolezza. Mi sono molto aperta con lei ma allo stesso tempo, quando si sentiva ferita per qualcosa che facevo io (se lo interpretava male), mi faceva le ripicche proprio sulle cose che a me facevano più male, e non so se lo faceva inconsciamente o no. 
Insomma, da persona adulta e matura che credevo fosse e che credeva di essere, si è rivelata egoista, infantile e volte anche crudele, ma i suoi meccanismi di negazione e proiezione la fanno naturalmente rigirare tutto su di me completamente. Mi ha fatto anche delle scenate di rabbia come mai ho visto nel mondo, senza che chiedesse mai scusa e senza quindi avere mai ascoltato la mia storia di vita e quello che potrebbe spaventarmi. Vuole essere vista senza vedere l’altro. E tutte le cose che dava, le dava per ottenere qualcosa in cambio. Solo dopo diverso tempo ha iniziato a dire che lei si annoiava nelle relazioni, sente il vuoto.. e ha blocchi muscolari / stanchezza cronica, evidentemente sintomo emotivo delle sue ferite che le si sfogano su corpo mentre a me il tutto sfoga su mente. 
Per questa persona, nonostante io abbia intuito suoi eventuali narcisismi perversi (io lavoro sulla mia guarigione da anni e anni in tutti i modi possibili, volendo eliminare su di me qualsiasi tipo di narcisismo e altro), provo una sorta di amore incondizionato, a causa del bello che abbiamo vissuto insieme, e perché essendo tanto simile a me, non amare lei significherebbe non amare neanche me.. il bello che è stato indimenticabile e imparagonabile al resto già vissuto per entrambe, nonostante io abbia vissuto anni fa cinque anni d’amore poi finito male con un’altra persona di cui ero molto innamorata.
Inoltre il legame fisico bellissimo che ci fa scaricare tanta energia mi manca molto, ma dopo l’ultima mancanza grave di rispetto, ho preso coraggio e ho interrotto la relazione (io che non ho mai lasciato nessuno e che soffro di abbandono..).. ma lei è quella più grande e io non posso tornare indietro: sono un borderline anomalo, non ho dipendenze cattive (a volte mi abbuffo ma nella norma), qualche volta mi isolo ma cerco di non farlo più, a costo di uscire anche da sola, inoltre sto cercando di creare la mia autonomia economica, chissà se ce la farò? Quello che ho in testa mi fa stare molto male, e spero di trovare serenità. So che di fianco a me ci vuole una persona che capisca tutto questo e che non inferisca sulle mie ferite. All’inizio lei sembrava farlo, poi dopo di un po’ ha cominciato a comportarsi male e sempre peggio, quindi so che ho fatto la scelta giusta.. anche se mi manca e sono triste e non trovo pace ugualmente alla fine di questo rapporto che aveva tanto potenziale.

Provo sensazioni e idee sempre discordanti e opposte (dicotomia) su questa faccenda: mi manca / non la voglio più, meglio così / forse era meglio resistere, e così via. 
Quello che spero è che entrambe, con un lavoro personale, riusciremo ognuna a vedere le proprie cose disfunzionali e a curarle, in modo tale da poter vivere insieme (o con altri) una relazione “normale”. 

Se due persone hanno dinamiche di dipendenza affettiva, e/o eventuali narcisismi, borderline ecc.. praticamente, non possono amare? Io sono tanto consapevole, vedo le dinamiche in me, in lei, negli altri. E con lei nello specifico, non ho mai sentito la sensazione astinenza. Quindi se ho questa capacità di introspezione, non dovrei essere del tutto narcisista (ho ricevuto l’amore dei miei nonni, e in teoria anche quello dei miei genitori anche se poi a causa del loro divorzio tutto è saltato). Ho lavorato e lavorerò sempre su di me, ma mi domando se a causa del mio borderline mi è precluso per sempre l’amore: se mi innamoro sto male, mi arrivano le paure del futuro e non “riesco a stare nei miei panni”. E in particolare modo, tra me e questa persona.. non c’è via di scampo? Vorrei che continuasse il rapporto a causa della dipendenza affettiva o perché in realtà siamo innamorate ma a causa dei disturbi di attaccamento non riusciamo e non potremo mai amarci? Mi sento demotivata perché so che i narcisisti non amano.. e allora a cosa serve vivere? E come faccio a capire se tra noi c’è sotto sotto amore ma non riusciamo ad amarci a causa dei disturbi, o se sono i disturbi che non ci fanno amare ed essere riamate? Pensate che io possa guarire? I tratti narcisistici si possono guarire? Sto facendo psicoterapia cognitiva comportamentale, ma mi sembra qualcosa che va molto a rilento. Cos’altro posso fare, a livello “tecnico”? Grazie

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile ragazza

ti stai facendo tante domande e analizzi molti tuoi stati d'animo e tutto questo va bene. Ora però è forse arrivato il momento di porti anche degli obiettivi. Di chiederti con consapevolezza che cosa vuoi fare nella vita e della tua vita. Sembra che non abbia chiaro a te stessa che cosa vuoi, rimandando sempre agli altri e alle loro sensibilità il tuo star bene. In questo modo farai dipendere sempre da qualcuno la tua felicità e la tua realizzazione. Prova a chiederti "che cosa voglio?" e poi  "che cosa posso fare per ottenerlo?" In questo modo rimetterai nelle tue mani le scelte della tua vita. Continua poi nella tua analisi con una persona esperta e parla anche con lei dei tuoi dubbi sulla reale riuscita. Buon proseguimento!

Carissima ...

credo che sia utile fare la Psicoterapia, ma al di fuori di questa, è necessario che tu possa non pensare troppo alle dinamiche poiché potresti vivere una vita con troppi ragionamenti e poco vissuta. Vi è un momento in cui è necessario riconoscersi di avere la necessità di vivere l’intimita con qualcuno in maniera più semplice, non facendoti influenzare dalle esperienze negative del passato. Ma riconosco che la tua esperienza dolorosa di abuso da parte del compagno di tua madre ti ha davvero devastata, soprattutto perché non sei stata protetta da una delle figure genitoriali. Purtroppo questi sono reati che possono essere puniti penalmente. Tua madre potrebbe essere anche oggetto di violenza per cui forse sarebbe opportuno richiedere aiuto a chi sarebbe in grado di aiutarvi a dialogare e far riflettere su ciò che è successo. Io mi occupo molto di abusi e violenze e so che per chi subisce questo risulta essere come un lager, una esperienza dolorosa che lascia le sue cicatrici indelebili nel cuore. Ti auguro di ritrovare te stessa e ciò che conta veramente nella tua vita

 

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

La Dott.ssa Iolanda Lo Bue offre supporto psicologico anche online