Terapia di coppia

ivana

Buongiorno sono in crisi con la mia compagna, siamo una coppia LGBT. Lei va da un anno in terapia da una psicologa. Le ho proposto una terapia di coppia per cercare di risolvere le nostre problematiche. Ha chiesto alla sua psicologa un nome di un collega per la nostra terapia nella convinzione che deontologicamente non potesse seguirci lei stessa. In realtà le ha detto che si può fare.al di la della deontologia chiedo se secondo voi è opportuno. La mia compagna teme di andare da un altro professionista perché dovrebbe raccontare ancora situazioni della sua infanzia molto dolorose e delicate....D'altra parte la sua psicologa non mi conosce per niente e quindi ho timore che la terapia sia in qualche modo sbilanciata. Cosa ne pensate? Grazie mille

4 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Ivana,

il tuo dubbio è legittimo! E' vero che deontologicamente non è vietato, infatti non è la prima professionista che conosco che inizia un percorso di psicoterapia con un paziente e poi muta il percorso in una terapia di coppia includendo anche il partner. Personalmente, in questi casi, preferisco indirizzare la coppia ad una collega con cui collaboro, perchè avendo già un legame con uno dei due componenti della coppia, il mio timore risulta di non essere sufficientemente equa con tutti i membri della coppia. Questo è il mio approccio, non vuol dire che è la stessa cosa che rischia di accadere alla terapeuta della tua compagna! Sicuramente effettuare un percorso di coppia con una persona che non conosce nè te, nè la tua compagna può essere un luogo più neutro e uno spazio nel quale potrete concordare di lavorare solo sulle problematiche di coppia ( la tua compagna non necessariamente deve raccontare nuovamente il suo passato difficile); inoltre potreste condividere i contatti dei due professionisti e dire loro che in caso di necessità potrebbero confrontarsi.

Credo, infine, sia importante che tu ti chieda cosa preferisci: per te sarebbe un problema andare dalla terapeuta della tua compagna? o no? Parlane con la tua compagna e provate a trovare una mediazione.

In alternativa, puoi rivolgerti anche tu ad un terapeuta, fare un percorso individuale, dove poter esplorare quelle che sono le tue problematiche nella vita di coppia e poi, eventualmente, in un secondo momento rivolgervi ad un terapeuta di coppia.

Spero di esserti stata, almeno in parte, d'aiuto e resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e informazioni.

Buona giornata

Dott.ssa Alice Piccardi

Dott.ssa Alice Piccardi

Dott.ssa Alice Piccardi

Udine

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Buongiorno Ivana 

Sarebbe opportuno contattare un professionista per voi come coppia , che non sia la sua terapeuta .

Il percorso di coppia sarebbe incentrato sulla vostra relazione e non sulle tematiche che lei già affronta e ha affrontato con la sua terapia .

Se aveste bisogno rimango a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento .

Un caloroso saluto 

Dott.ssa Tricarico Valentina 

Dott.ssa Valentina Tricarico

Dott.ssa Valentina Tricarico

Genova

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La questione è molto delicata: Si preferisce che il terapeuta di coppia sia diverso dal terapeuta che segue uno dei due membri della coppia perchè, avendo loro già creato una relazione terapeutica e sicuramente avendo la tua compagna parlato anche di te, il terapeuta potrebbe avere difficoltà a rendere il setting pulito da informazioni precedenti.

Diciamo che il problema è proprio questo: questo terapeuta conosce bene la tua compagna ma di te sa solo ciò che le ha detto lei.

Ovviamente questo dipende anche da quanti incontri hanno fatto.

Per quanto riguarda la perplessità della tua compagna di dover ri-raccontare tutto ad un nuovo terapeuta, puoi rassicurarla del fatto che la terapia di coppia è diversa dalla terapia individuale.

Se posso esserti di aiuto, puoi contattarmi sia per ulteriori spiegazioni sia per una terapia online.

Saluti, dottoressa Stefania Pelosi

Dott.ssa Stefania Pelosi

Dott.ssa Stefania Pelosi

Napoli

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Gentilissima Ivana,

intanto la ringrazio per aver condiviso questa sua perplessità con noi ed è lecito porsi questa domanda. La collega è stata sincera, deontologicamente non è vietato.

Dal mio personalissimo parere professionale credo che, affinchè una terapia di coppia sia efficace per voi deve partire da un contesto terapeutico in cui entrambe vi sentiate al sicuro e percepiate la figura del terapeuta neutrale nelle vicende che vi riguardano; se per lei questo presupposto non c'è e percepisce la collega 'alleata' con la sua compagna per il vissuto che le accomuna, si rischia di inficiare da subito il percorso terapeutico. 

Questo non significa che la sua compagna dovrà interrompere il suo percorso individuale e, soprattutto, l'obiettivo del percorso di coppia sarà affrontare e capire come gestire le difficoltà che percepite nella vostra relazione, non del vostro passato specifico. Effettuare un percorso insieme può aiutarvi ad impegnarvi reciprocamente verso uno scopo comune, aiutarvi a migliorare la comunicazione, aprirvi all'ascolto reciproco e magari supportarvi verso una direzione in linea con i vostri rispettivi bisogni dando valore alle emozioni che provate entrambe.

Se dovesse aver bisogno, io ricevo a Modena e/o online. 

Rimango a disposizione.

Cordialmente

Dott.ssa Leotta Ghislena

Dott.ssa Ghislena Leotta

Dott.ssa Ghislena Leotta

Modena

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