Cara Ivana,
il tuo dubbio è legittimo! E' vero che deontologicamente non è vietato, infatti non è la prima professionista che conosco che inizia un percorso di psicoterapia con un paziente e poi muta il percorso in una terapia di coppia includendo anche il partner. Personalmente, in questi casi, preferisco indirizzare la coppia ad una collega con cui collaboro, perchè avendo già un legame con uno dei due componenti della coppia, il mio timore risulta di non essere sufficientemente equa con tutti i membri della coppia. Questo è il mio approccio, non vuol dire che è la stessa cosa che rischia di accadere alla terapeuta della tua compagna! Sicuramente effettuare un percorso di coppia con una persona che non conosce nè te, nè la tua compagna può essere un luogo più neutro e uno spazio nel quale potrete concordare di lavorare solo sulle problematiche di coppia ( la tua compagna non necessariamente deve raccontare nuovamente il suo passato difficile); inoltre potreste condividere i contatti dei due professionisti e dire loro che in caso di necessità potrebbero confrontarsi.
Credo, infine, sia importante che tu ti chieda cosa preferisci: per te sarebbe un problema andare dalla terapeuta della tua compagna? o no? Parlane con la tua compagna e provate a trovare una mediazione.
In alternativa, puoi rivolgerti anche tu ad un terapeuta, fare un percorso individuale, dove poter esplorare quelle che sono le tue problematiche nella vita di coppia e poi, eventualmente, in un secondo momento rivolgervi ad un terapeuta di coppia.
Spero di esserti stata, almeno in parte, d'aiuto e resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e informazioni.
Buona giornata
Dott.ssa Alice Piccardi