Buongiorno,
dopo 8 anni di relazione e 4 di convivenza, scopro che il mio compagno ha una relazione da vari mesi con una collega di lavoro, con cui è andato a letto, lui dice, una volta, per poi rendersi conto subito di aver fatto un errore. A suo dire questa persona si è inoltre rivelata aggressiva, egocentrica e prevaricatrice, e non l'ha più lasciato stare minacciando anche di chiamarmi e rivelarmi tutto. Io biasimo la sua totale mancanza di volontà e maturità (io sono la sua prima relazione, nonostante abbiamo entrambi superato i trenta oramai). Stiamo soffrendo entrambi moltissimo, non viviamo più assieme perché quando ho scoperto tutto attraverso alcuni messaggi - e la sua successiva confessione - io gli ho chiesto di andarsene di casa, perché sentivo che stando insieme io avrei continuato a tormentarmi e non avrei avuto la tranquillità di calmarmi e ragionare, e per lui perché volevo dargli una scossa, visto che lui non è riuscito a tirarsi fuori dalla sua situazione da solo.
Sto ragionando sul caso di dargli o meno una seconda opportunità. Quello che penso è che per poter voltare pagina e ricostruire il rapporto su basi rinnovate ci devono essere segni tangibili e concreti da parte sua (fermo restando che ovviamente anche io sto analizzando le mie mancanze e possibili azioni positive future). Da parte sua vorrei un atteggiamento più aperto ed affettuoso (lui è sempre stato poco propenso al confronto e al dialogo su argomenti amorosi, quasi lo mettano in imbarazzo); vorrei meno attaccamento al lavoro, di cui è letteralmente dipendente (basta tornar tardi la sera, cosa che alimenta i miei sospetti); ma soprattutto, e questo è il problema, mi rendo conto che quello che vorrei davvero è che lui cambiasse lavoro. E qui mi rendo conto che chiedo moltissimo, perché andrebbe a lasciare un posto veramente molto buono. Ma al momento sono intransigente e non riesco a sopportare che lui lavori con lei. Perché in passato io ho avuto un'esperienza simile di relazione su luogo di lavoro, che non sono riuscita a troncare fintanto che non ho lasciato il lavoro. Rivedo in lui le mie debolezze, so che non è facile svincolarsi da una persona che si vede in continuazione. E allo stesso tempo, in forza del dolore che mi è stato causato, mi sento in diritto di pretendere.
Cosa ne pensa?
Grazie