Aspetti psicologici dell’infertilità e della procreazione medicalmente assistita
L’infertilità è vissuta da molte donne e da molti uomini come una delle più forti crisi emotive della loro vita, crisi paragonabile a quella provocata dalla perdita di una persona molto vicina. A ciò si aggiunge il trattamento di PMA, che è molto impegnativo non solo in termini di tempo, ma anche in termini emotivi e, se ci si rivolge a centri privati, anche in termini economici.
La costruzione sociale dell’infertilità
Nelle società occidentali (e probabilmente anche in molte altre culture) molte delle costruzioni sociali, norme e istituzioni sono costruite attorno all’assunzione che le coppie – o almeno le donne che hanno una relazione eterosessuale socialmente accettata – dovrebbero avere dei figli. Dopo il primo anno di matrimonio, la pressione esercitata sulle coppie sposate di avere figli aumenta e culmina nel terzo-quarto anno. Diventare genitori spesso rafforza il senso di valore personale e l’identità sessuale e in molti casi può confermare il significato e lo scopo del matrimonio e della relazione della coppia. La costruzione sociale dei ruoli di padre e di madre sono diventate parte dell’identità degli uomini e delle donne. A livello sociale, l’infertilità è fortemente stigmatizzata. Tale condizione può portare allo sviluppo di sentimenti di impotenza appresa. Di conseguenza, l’infertilità può mettere a dura prova il senso di identità e di valore personale delle coppie colpite. In generale, le coppie senza figli sono considerate come infelicemente sposate, psicologicamente maladattate, orientate alla carriera, egoiste, infelici e immature. Non sorprende dunque che le persone che non riescono ad avere dei figli facciano fatica a mettere in discussione la concezione che loro stesse hanno delle coppie senza figli e a costruirsi un’identità positiva anche senza bambini.
Conseguenze emotive della diagnosi e del trattamento
La risposta emotiva alla diagnosi di infertilità è stata descritta in letteratura come una reazione di lutto, di depressione, ansia e stress. La diagnosi di infertilità può stimolare sentimenti di perdita concernenti per esempio la perdita di una meta vitale, la perdita dell’esperienza della gravidanza, la perdita della fertilità, la perdita di identità personale, la perdita di identità sessuale, la perdita di un senso di controllo personale, la perdita della percezione di salute, la perdita di autostima, la perdita di relazioni intime con altri membri della famiglia. Le reazioni a tali perdite possono comprendere tristezza, frustrazione, senso di inferiorità, solitudine, paura, sorpresa, confusione, distraibilità, affaticamento, impotenza, vergogna, disperazione, ostilità.
Le coppie in generale si percepiscono significativamente e negativamente influenzati dalla loro esperienza di infertilità.
Gestione degli aspetti medici
Lo sforzo necessario per fronteggiare un problema di fertilità da un punto di vista pratico può essere impegnativo e stressante. Occorre trovare il tempo per sottoporsi agli esami medici, decidere dove rivolgersi e quanti soldi investire nei trattamenti. Poi c’è lo stress associato all’esecuzione dei diversi esami, di cui alcuni sono invasivi e a volte dolorosi e comportano tempi di attesa molto lunghi. La coppia deve anche decidere quali trattamenti provare e quando fermarsi. Ci possono essere sentimenti di frustrazione e di rabbia verso il personale medico che non riesce ad “aggiustare” il problema dell’infertilità.
Mancanza di sostegno sociale
Per molte coppie, l’esperienza di un problema di infertilità comporta sentimenti di solitudine e isolamento. Si possono sentire incomprese da amici e parenti, spesso riportano di essere oggetto di commenti negativi sulla loro infertilità e possono nutrire intensi sentimenti di gelosia e rabbia verso chi aspetta un bambino o ha già dei figli. La coppia può trovare difficile partecipare ad eventi sociali in cui ci sono dei bambini, quali battesimi, compleanni o riunioni familiari. Anche attività quotidiane, come andare al supermercato o al ristorante, possono provocare una forte risposta emotiva, quando le coppie vedono altre coppie con figli. Frequentemente, le coppie esprimono sentimenti di rabbia verso chi abortisce o verso le coppie che ottengono una gravidanza senza particolari problemi.
Un’altra esperienza comune condivisa da molte coppie infertili è il loro ritiro sociale. A causa del dolore e dello stress associati alla loro esperienza di infertilità, le coppie possono decidere di non frequentare più i loro amici e spesso riducono anche i contatti con i familiari. Quando le coppie sono meno soddisfatte del sostegno sociale di cui dispongono, i loro livelli di depressione tendono ad aumentare.
“Montagne russe” emotive
La maggior parte delle coppie, durante la fase di diagnosi e soprattutto durante il trattamento, sperimenta estremi alti e bassi emotivi, che in letteratura sono stati chiamati “montagne russe emotive” (emotional roller coaster). Già nella fase degli accertamenti e della diagnosi, le emozioni possono essere molto intense, sembrare incontrollabili e alternarsi senza preavviso. Molte coppie sperimentano una significativa perdita di controllo. Inoltre, ogni partner della coppia può sperimentare emozioni diverse in momenti diversi e ciò può esacerbare una situazione già difficile. Tra le reazioni intense che le coppie possono sperimentare troviamo solitudine, delusione, tensione, fatica, il sentirsi ingannati e traditi dal proprio corpo, gelosia, frustrazione, invidia, depressione, disperazione, perdita di controllo, impotenza, rabbia, paura di essere rifiutati dal partner, ansia, sensazione di essere socialmente stigmatizzati, inadeguatezza, vergogna e colpa. A volte intensi sensi di colpa sono legati a decisioni prese nel passato, come l’assunzione della pillola contraccettiva o un’interruzione volontaria di gravidanza.
I cicli di trattamento in PMA in genere consistono in un protocollo di somministrazione di farmaci che bloccano il ciclo mestruale naturale della donna e lo sostituiscono con un ciclo mestruale artificiale, mentre contemporaneamente vengono stimolate le ovaie per produrre più ovociti. Poi viene praticata l’inseminazione o il prelievo degli ovuli con fecondazione in vitro e trasferimento degli embrioni. A questo punto si tratta di aspettare fino al test di gravidanza o fino all’arrivo del ciclo mestruale. Durante ogni ciclo di trattamento, le speranze di ottenere una gravidanza aumentano notevolmente. Il periodo di attesa dopo l’inseminazione o il trasferimento degli embrioni è vissuto come estremamente stressante. L’arrivo delle mestruazioni, in caso di esito negativo del trattamento, provoca un immediato senso di fallimento e spesso porta con se un periodo piuttosto lungo di abbassamento dell’umore. Gli alti e bassi emotivi durante i cicli di trattamento sembrano essere soltanto in parte attribuibili alla farmacoterapia ormonale somministrata. A volte, accanto a questi cambiamenti emotivi, ci possono essere anche dei sintomi somatici. Le coppie infertili spesso riferiscono lamentele fisiche quali nausea, palpitazioni, mal di testa e mal di stomaco.
Durante i diversi cicli di trattamento, le coppie hanno spesso l’impressione che tutto il resto della loro vita sia in sospeso, in quanto tendono a non fare progetti per il futuro a causa della speranza di ottenere una gravidanza.
Gli effetti dell’infertilità sulla relazione di coppia
L’impatto emotivo che la condizione di infertilità ha su ognuno dei due partner, il risentimento reciproco, lo stress fisico, emotivo e a volte economico dei trattamenti e l’incertezza del futuro, mettono sotto pressione la relazione di coppia. L’infertilità può portare le coppie a mettere in discussione lo scopo e il significato della loro unione e del loro concetto originario di famiglia. In due terzi dei casi di infertilità, il problema risiede in uno dei due partner. Il componente della coppia, a cui è attribuibile il problema di infertilità, può aver paura di essere rifiutato dal partner, mentre l’altro può sviluppare sentimenti di risentimento e di rabbia. Le tensioni della coppia si manifestano in genere sotto forma di distacco tra i due partner, distacco che può portare a problemi di comunicazione e a volte anche alla separazione.
Problemi sessuali legati all’infertilità
L’infertilità può mettere a dura prova l’intimità sessuale della coppia. Il forte desiderio di “produrre” un bambino causa effetti collaterali negativi in molte coppie. Spesso le coppie riportano che la loro intimità sessuale è stata violata dalle richieste da parte dei medici di avere rapporti mirati, ossia a richiesta. Spesso il piacere dell’attività sessuale è ridotto ad un atto orientato a ottenere il risultato di una gravidanza, focalizzato solamente sull’inadeguatezza e sull’incapacità della coppia. Ci può essere un calo generalizzato di desiderio: gli uomini possono avere episodi transitori di impotenza, mentre le donne possono soffrire di disturbi della lubrificazione e di anorgasmia, legati spesso anche a forti sentimenti di odio verso il proprio corpo.
Le donne e l’infertilità
Gravidanza e maternità sono eventi inestricabilmente legati alla percezione di femminilità e l’infertilità può evocare un senso pervasivo di fallimento come donna e come persona. Nei casi in cui l’infertilità è dovuta ad un fattore femminile, la donna può sentirsi tradita dal proprio corpo. Tutto ciò può avere un effetto devastante sulla sua autostima. Il desiderio di avere un bambino può aumentare e diventare talmente forte da creare un senso di urgenza nel trovare una “soluzione” al problema. Di conseguenza, il trattamento viene perseguito senza sosta, senza alcuna pausa di riflessione.
Le donne in genere sono fisicamente ed emotivamente più coinvolte nel problema di infertilità e ne portano il peso maggiore, sia in termini di indagini ed interventi medici, sia perché, a differenza degli uomini, dispongono di segnali fisici che rimandano all’infertilità. Uno stimolo fisico importante è il ciclo mestruale, che può essere un evento emotivamente molto intenso per le donne, in quanto è un indicatore evidente e visibile che non sono incinte. Le donne sono anche coloro che vivono il dolore degli aborti spontanei e che sperimentano la perdita della prospettiva di avere una gravidanza e di poter allattare al seno.
Le donne tendono a trovare molto stressante la loro esperienza di infertilità e a cercare conforto parlando con il partner, gli amici o i familiari. Questa strategia di coping sembra effettivamente abbassare i livelli di stress esperiti dalle donne infertili.
Gli uomini e l’infertilità
L’infertilità può essere un’esperienza che riempie gli uomini con ansia, in quanto la possono vivere come un attacco alla propria mascolinità. Gli uomini spesso devono combattere con sentimenti di inadeguatezza, bassa autostima e un senso di virilità perduta. Ciò sembra valere anche in assenza di un fattore maschile di infertilità.
Spesso gli uomini non ritengono di volere o di essere in grado di condividere con le loro partner o con chiunque altro i loro sentimenti rispetto all’infertilità e rispetto al trattamento. Ciò può essere mal interpretato dalla donna, che pensa che il partner non sia coinvolto o interessato al problema, mentre spesso è proprio per proteggere la compagna che l’uomo assume tale posizione.
Un altro aspetto che gli uomini trovano difficile da affrontare è, infatti, la preoccupazione per la loro compagna. Può essere molto doloroso per gli uomini assistere all’intensa sofferenza emotiva e fisica e al crescente desiderio di un figlio della compagna. Non sanno cosa dire o cosa fare per farla stare meglio, per consolarla e possono sentirsi emotivamente impotenti. Spesso l’atteggiamento protettivo nei confronti della partner viene interpretato dai medici, ma anche da familiari ed amici, come segno che l’uomo sta bene. A ciò si aggiunge il fatto che nei diversi trattamenti l’attenzione medica è focalizzata sulla donna. In tal modo, gli uomini possono sentirsi marginalizzati ed esclusi e possono trovare più difficile ricevere il sostegno di cui hanno bisogno.
L’intervento psicologico
La European Society of Human Reproduction and Embryology (ESHRE) ha pubblicato delle linee guida per il counselling in PMA (Boivin et al., 2001), che raccomandano di assicurare a tutti i pazienti in PMA la possibilità di usufruire di interventi psicosociali quali il sostegno psicologico. Inoltre, le linee guida sottolineano la necessità di adottare, anche da parte del medico, un approccio centrato sul paziente.
In particolare, ci sono alcune situazioni, in cui un sostegno psicologico sembra essere particolarmente utile. Innanzi tutto, il sostegno psicologico è indicato per persone che nell’affrontare la loro condizione di infertilità sperimentano un alto grado di stress e disagio. Gli obiettivi dell’intervento psicologico in questo caso sono facilitare l’espressione di emozioni, identificare le cause del disagio e dello stress, offrire interventi per ridurre lo stress ed aiutare i pazienti a gestirlo meglio, discutere fattori di rischio personali, situazionali, sociali e legati al trattamento, che potrebbero innescare o rendere vulnerabili alla sofferenza emotiva, aiutare i pazienti ad affrontare gli insuccessi (ripetuti) del trattamento.
Il sostegno psicologico può essere opportuno anche durante una gravidanza ottenuta in seguito ad un periodo di infertilità/trattamento PMA, per facilitare la transizione da persona infertile a persona gravida e normalizzare i sentimenti di incredulità o ambivalenza verso la gravidanza, il bambino e la propria capacità genitoriale futura.
Anche per affrontare la fine dei trattamenti medici di PMA è indicato un sostegno psicologico, al fine di aiutare le coppie a concludere il trattamento nonostante la disponibilità di ulteriori opzioni di trattamento, discutere il significato personale della perdita di un importante obiettivo di vita ed affrontare i differenti punti di vista all’interno della coppia riguardo alla conclusione del trattamento.
L’obiettivo di base di ogni intervento di sostegno psicologico in PMA dovrebbe essere quello di assicurarsi che i pazienti comprendano le implicazioni delle loro scelte rispetto al trattamento, ricevano un adeguato sostegno emotivo e siano capaci di gestire in modo sano le conseguenze della loro esperienza di infertilità.
Un approccio più integrato alla cura del paziente può migliorare la soddisfazione dei pazienti e dell’équipe, avere un’influenza positiva sulla salute e ridurre reazioni psicosociali negative.
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