Buongiorno Vincenzo,
molto spesso riceviamo lettere con un contenuto simile al tuo. Un elemento che ritorna spesso è quella dell’ansia da prestazione nei rapporti con il partner che porta a vivere i rapporti sessuali in modo insoddisfacente.
Moltissime persone adulte raccontano di vivere male i loro rapporti a causa di questa ansia da prestazione che altro non è, a mio modo di vedere, che la paura di non corrispondere a un modello “vincente” di una certa cultura predominante (a cui più o meno molto spesso si aderisce consapevolmente) che porta a vivere con estrema facilità e molto spesso anche con difensivo cinismo i rapporti, preferendo nascondere il cuore. Vige una certa cultura che induce a “Vivere con godimento" e non con desiderio. Vivere i rapporti sì, ma senza esporsi con la propria affettività, fragilità compresa. Moltissime sono le relazioni che vengono intraprese e sciupate, prima ancora che lo spirito sia pronto veramente ad aprirsi all’altro e, quindi, aprirsi al desiderio profondo della conoscenza dell’altro e di amarlo così come è. Difetti compresi.
Mi viene da dire che molti rapporti nascono già “sfioriti”, per scelta. Perché non si vuole andare incontro a nessun tipo di rischio e di impegno personale. Ma, concludo, l’amore non è forse uno delle poche valide ragioni per cui ciascuno di noi si alza la mattina ed è pronto ad affrontare la giornata, anche se magari al mattino è ancora molto stanco per le fatiche del giorno prima?
Non sarà che è arrivata l’ora di fare una rivoluzione culturale e riprenderci il nostro cuore e farlo vivere a pieno nelle nostre relazioni umane e sentimentali, accettando la bellezza delle sue luci e la fatica delle sue ombre?
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Vincenzo, la lettura della tua lettera mi ha indotto a scegliere di esporre delle riflessioni, piuttosto che a darti delle risposte. Non conoscendoti e avendo poche informazioni, potrai da esse, eventualmente, trarre tu degli spunti di analisi su di te.
Resto a disposizione. Saluti