Buongiorno, penso che il vostro problema sia più un problema legato ai problemi comunicativi che sessuali. Infatti specifica che, quando l'atto sessuale avviene, è molto intenso ed appagante per entrambi. Le tensioni che si creano tra voi sono più ricollegabili ai problemi di comprensione e comunicazione. La comunicazione è fondamentale nel rapporto di coppia. Sicuramente avrete approfondito la conoscenza tra voi attraverso i canali comunicativi non verbali, come il tono della voce, lo sguardo, la postura, la vicinanza o lontananza fisica, la mimica facciale.. In una relazione bisogna però anche prednersi del tempo per parlare, in modo esplicito, della relazione e dei conflitti che si sono creati, o di quello che ci disturba dell'altro; la cosa migliore è infatti confrontarsi e parlarne, perchè spesso, ciò che pensiamo che sia chiaro per noi, non sempre lo è per l'altro. Magari pensiamo di riuscire a far capire cosa ci disturba con il nostro atteggiamento, ma non sempre ciò che l'altro capisce è la stessa cosa. Parlare del conflitto può essere molto difficile, emotivamente parlando. Spesso, infatti, si teme che parlandone si possa distruggere la coppia e quindi si sceglie di "ingoiare" e di restare nell'insoddisfazione piuttosto che rischiare un cambiamento. Il confronto viene generalmente evitato quando iniziamo certi comportamenti, come negare il disagio stesso, o interrompere la comunicazione delle aree più complicate,o ancora litigare su tutto eccetto il proprio modo di stare insieme. E, in ultimo, ma non perchè meno importante, si evita il confronto colpevolizzando l'altro. La comunicazione ambigua, in questo caso dovuta a limitazioni linguistiche, porta disagio ed incomprensione. Spesso uno accusa l'altro di non volere più rapporti sessuali, ma, mentre magari uno non si avvicina per timore di essere rifiutato, l'altro sostiene di non avere desiderio se non sente il partern avvicinarsi. Quindi si entra in questa spirale del "cane che si mangia la coda". La ragione, come spesso accade, sta nel mezzo. Entrambi avete torto e ragione insieme. Per uscire da questa situazione bisogna iniziare a pensare al proprio comportamento, non come risposta al comportamento altrui, ma anche come stimolo stesso del comportamento di chi ci sta accanto. Occorre iniziare a guardare le cose da angolazioni differenti e cercare di trovare nuove soluzioni per i problemi presenti. Il primo passo è quello di chiedersi:"Che effetto avrà il mio comportamento su di lei?" Sarebbe perfetto se entrambi iniziaste questo ragionamento, ma già la modifica del comportamento di uno dei due, può provocare un cambiamento. La relazione, la coppia, la comunicazione, sono dinamiche, cioè si costruiscono ogni giorno. Le vostre limitazioni linguistiche finiscono col complicare ulteriormente ciò che lo è già. Dovete trovare un piano di dialogo di collaborazione e di cooperazione. Questo non vuol dire concedere all'altro qualsiasi cosa, ma arrivare ad essere sinceri l'un l'altro. Occorre iniziare a vedere l'altro non come un nemico, ma come un socio, un alleato. Il mio consiglio è che potete provare a trovare un punto di comunicazione neutro, dove poter parlare di tutto senza accusarvi l'un l'altro. So che è difficile e complicato; potete anche chiedere aiuto ad uno psicologo/psicoterapeuta, così che vi possa guidare nella comunicazione e nel rispettare i turni comunicativi. Questo vuol dire evitare di parlarsi sopra, evitare di urlare, evitare di accusarsi a vicenda. Potete anche cercare un professionista che parli inglese, così da restare su quel terreno verbale che entrambi conoscete. Potrebbe anche aiutarvi il tentare di superare questa barriera linguistica, trovando così un buon piano collaborativo. Potreste quindi imparare la lingua dell'altro, magari giocando a insegnarvi tra voi le parole. Può sembrare banale, ma è un ottimo inizio per collaborare in un campo neutro, ed iniziare da qui un cambiamento del vostro rapporto. Vi lascio citando Albert Ellis, fondatore della terapia comportamentale emotivo-relazionale; suggerisce che, per entrare in contatto con il partner, occorre lavorare sulla consapevolezza del proprio dialogo interiore personale e con gli altri e invita a lavorare su 7 linee guida: ACCETTA IL PARTNER “PER QUELLO CHE E’”; ESPRIMI SPESSO APPREZZAMENTI PER LE PICCOLE COSE POSITIVE; COMUNICA UNA POSIZIONE ONESTA, COSTRUSCI LA RELAZIONE SULLA BASE DELLA FIDUCIA; CONDIVIDI E RICONOSCI A FONDO LE DIFFERENZE RISPETTO AL PARTNER; SOSTIENI IL PARTNER NEL PERSEGUIRE I SUOI OBIETTIVI; DAI AL PARTNER IL DIRITTO DI AVERE TORTO; TRASFORMA I “VOGLIO” IN OBIETTIVI REALISTICI CONDIVISI SE IL PARTNER E’ DISPONIBILE. Spero di aver, almeno un poco, risposto alla sua domanda. Saluti.