Buongiorno,
sono sentimentalmente legato a mia moglie da ben 21 anni, di cui 9 di fidanzamento e 12 di matrimonio. Il sesso tra noi non è mai stato totalmente appagante per lo scrivente, frutto, verosimilmente, di un diverso approccio alla pratica sessuale. Io penso al sesso come espressione di libertà del corpo, dove le persone possono praticare qualsiasi esperienza purchè condivisa; mia moglie, invece, ha una visiona basica e bigotta: il sesso si fa solo in certe posizioni (due per inciso), senza alcuna altra pratica (niente ammiccamenti, pratiche sensuali, fellatio, rapporti anali, ecc.) ed al massimo un paio di volte al mese. Ho cercato in ogni modo di "accenderla" attraverso "esibizioni sexy" del sottoscritto ovvero creando situazioni eccitanti, ma non vi è stato nulla da fare. Ne abbiamo parlato in tantissime occasioni, ma al di là di futili ammissioni dell'esistenza di un problema, lei non ha mai fatto nulla per risolverlo. Non le ho mai messo pressione e le ho dato tutto il tempo per maturare un cambiamento, dichiarandomi anch'io propenso ad essere meno "voglioso"; l'ho più volte sollecitata a rivolgersi ad uno specialista, ma ogni tentativo è naufragato per la completa assenza di volontà da parte di mia moglie. Nonostante i duri colpi subiti, il mio desiderio sessuale non si è completamente sopito, ma sta iniziando seriamente a dirigersi verso altre donne. Non ho mai tradito mia moglie perché sposandola ho scelto la monogamia, ma oggi sto rimettendo tutto in discussione. D'altro canto, però non voglio mettere fine al nostro rapporto, poiché abbiamo tre figli e, ad eccezione del sesso, siamo molto uniti. Cosa posso fare?
Salve, da sessuologa ho esperienza di situazioni simili e le posso garantire che a lungo andare possono logorare un rapporto anche se solido dovrebbe consigliare in maniera più pressante forse a sua moglie di andare anche insieme da un sessuologo o uno specialista perché è a rischio la solidità di coppia dal momento che lei stesso lo ammette.
Purtroppo solo facendole capire che così rischia di perderla può smuovere un minimo di motivazione sua moglie. Inoltre può tentare degli approcci più graduali e di fronte alle prime inibizioni sua moglie cercare di indagare e capire cos'è che la frena e se ha qualche tabù mentale per cui si sente magari subito sporca o in difetto.
Sicuramente avrà qualche inibizione inconscia trasmessa magari a livello educativo ma vanno comprese e affrontate con la massima apertura mentale e la massima disponibilità a crescere e confrontarsi con le proprie paure o tabù.
Mi tenga aggiornata, e se serve sono a disposizione.
Cordiali saluti
Roma
La Dott.ssa Federica Giromella offre supporto psicologico anche online
Gentile Sig. Michele, la sessualità è un'insieme molto complesso di fattori, in cui la cultura di riferimento rappresenta la barra direttrice delle azioni dei singoli. Per cultura si intende tutto ciò che ha costituito la crescita e lo sviluppo della persona, ambiente e relazioni di riferimento. Quelli che per lei sono schemi rigidi di comportamento, per sua moglie sono il solo modo in cui riesce ad esprimere la propria sessualità.
Spesso, in modo erroneo, si pensa che, così come si può cambiare idea su un argomento, si possa cambiare atteggiamento sessuale e vivere la propria sessualità differentemente. Purtroppo non è così. Rendere razionale qualcosa che è al di fuori di qualsiasi ragionamento, non fa altro che alimentare le resistenze.
Inoltre, parlare di sesso in una coppia consolidata, non produce gli effetti desiderati. Molto probabilmente più lei cerca di indirizzare sua moglie verso comportamenti disinibiti e più la induce a chiudersi.
Provi a vivere la sessualità con meno apprensione ai risultati da ottenere.
Una donna non ha bisogno di essere istruita su cosa fare o non fare, durante un rapporto sessuale, ma ha bisogno di sentirsi desiderata e unica per l'uomo a cui si sta affidando.
Spero di esserle stata utile.
Buongiorno,
dal suo racconto emerge che il diverso approccio alla sessualità tra lei e sua moglie è un aspetto che vi caratterizza praticamente da sempre, dal momento che per quanto riguarda le altre aree della vostra vita di coppia "siete molto uniti". Gentile signore, avverto nel suo racconto che la vostra coppia e la vostra storia si fonda su un incrollabile spirito di sacrificio, soprattutto quando dice che non volete mettere fine al vostro rapporto, "soprattutto perché avete tre figli", le suggerisco di introdurre nei vostri confronti di coppia una onesta e leale interrogazione su che cosa vorreste lei e sua moglie per sentirvi appagati e vivi come compagni di vita e come amanti, a prescindere da ogni dovere verso i figli. Mettere in discussione e sollevare interrogativi significa sì accettare il rischio di allontanarsi, ma significa anche non negarsi la possibilità di crescere e trasformarsi insieme, in un modo che sia positivo e appagante per entrambi. Con questo non sto dicendo che verso i figli non esistano doveri, anzi! forse accettare il rischio per realizzare pienamente la propria esistenza è un dovere ancor più grande verso se stessi, verso l'altro e verso i figli stessi, che non quello di stare insieme costi quel che costi. Le suggerisco di proporre a sua moglie questo confronto sulle vostre aspettative e sui vostri bisogni di intimità apparentemente così discordanti come un tentativo di aiutarla a rilassarsi e magari a fare pace con il proprio corpo, quindi come un'attenzione per lei più che come una richiesta per se stesso, potrebbe avere maggiori possibilità di evitare il solito circolo vizioso della chiusura e del triste rimanere nella routine. Se non ostante l'impegno dovesse notare che il messaggio non passa, può sempre proporle la consultazione di un terapeuta di coppia, mi raccomando, non per sè, non per i figli, ma per voi due!
Cordiali saluti