Cos è la sessuologia clinica
Premessa alle disfunzioni sessuali
Assessment
Inquadramento diagnostico dei disturbi sessuali
Ontogenesi del comportamento sessuale
Disfunzioni e disturbi sessuali (premessa)
Disfunzioni sessuali
Parafilie
Conclusioni
Anatomia
Considerato che si parla d’amore e di sessualità, è propedeutico soffermarsi a descrivere l’anatomia umana per capire e conoscere come sono fatti e composti i genitali sia maschili sia femminili. L’apparato genitale maschile,e femminile, devono essere noti a noi stessi poiché sono parti integranti del nostro corpo. Non solo sono indispensabili per la vita e la conservazione della razza umana, ma sono gli organi riproduttivi e nello stesso tempo quegli del desiderio, dell’appagamento del piacere, dell’attrazione fra uomo e donna. I genitali sono stati per molto tempo non valutati, rappresentavano,infatti,dei tabù per eccellenza, il solo menzionarli produceva disagio. I nostri nonni, spesso facevano l’amore privandosi della nudità, della luce, parlando con donne molto anziane ho appurato che difficilmente le stesse si spogliavano e i rapporti avvenivano nell’oscurità, stando seminudi. I giochi erotici per molti non dovevano essere fatti, e gli atti impuri erano considerati un peccato. Poche donne avevano osservato, com’è insegnato oggi alle giovani generazioni, di osservare e toccare per esplorare i propri genitali, interni al corpo, non solo per una conoscenza visiva, ma anche per renderle consapevoli di effettuare quotidianamente un attenta cura igienica, infatti, con questa nuova metodologia molti disturbi vaginali di carattere infiammatorio, fungicida, virali, disturbi che oggi sono stati risolti. La cura igienica è indispensabile anche per l’uomo poiché può essere portatore di virus, la conoscenza del proprio genitale per l’uomo è più diretta poiché è esterno al corpo ed è spesso toccato e manipolato per bisogni fisiologici.
APPARATO GENITALE MASCHILE
GENERALITA’ - L’apparato genitale maschile è rappresentato dalle gonadi (testicoli o didimi), dalle vie spermatiche, da alcune ghiandole annesse e dagli organi genitali esterni. Esso presenta quindi la seguente struttura:
Gonadi
- testicoli o didimi
Vie spermatiche
- tubuli retti e rete testis
- epididimi
- canali deferenti
- condotti eiaculatori
- uretra comune
Ghiandole annesse alle vie spermatiche
- vescichette seminali
- prostata
- ghiandole bulbouretrali
Genitali esterni
- pene
- Borsa scrotale o scroto
Organi rudimentali
- appendice del testicolo
- appendice dell’epididimo
- paradidimo
- condottini aberranti
Soffermiamoci adesso a valutare alcuni elementi dell’apparato genitale maschile e in particolar modo i genitali esterni (il pene) e le gonadi (o testicoli).
PENE
Il pene o verga o asta virile è l’organo maschile della copulazione, resa possibile dalle sue capacità erettili. Situato nel perineo anteriore, è costituito da tre formazioni allungate: i due corpi cavernosi del pene e il corpo spongioso dell’uretra, rivestite da particolari involucri connettivali e, superficialmente, da cute. Il pene è percorso in tutta la sua lunghezza dall’uretra (uretra peniena). Addentriamoci più precisamente sulla forma, e posizione di questo organo. Nel pene si possono distinguere una porzione fissa o radice, una posizione mobile o corpo (pene propriamente detto) e un’estremità distale ingrossata, il glande. La radice è situata profondamente nel perineo anteriore, contenuta nella loggia peniena, ed è diretta obliquamente in alto e in avanti. E’ rappresentata dalle porzioni iniziali dei due corpi cavernosi del pene (ovvero cilindri formati da un solido tessuto fibroso riempito da una specie di spugna di spazi vascolari o di tessuto erettile che si gonfiano di sangue durante l’erezione) e del corpo spongioso dell’uretra (ovvero colonna erettile che racchiude l’uretra lungo tutto il suo corpo attraverso la superficie anteriore del pene). Il corpo, di forma pressoché cilindrica, è completamente rivestito da cute; allo stato di flaccidità, misura nell’adulto in media 10 cm di lunghezza e 9 cm di circonferenza e pende verticalmente tra la radice delle cosce, appoggiato sulla fascia anteriore dello scroto, formando con la radice un angolo di circa 60° aperto in basso. Verso l’estremità distale, al limite con il glande, il corpo del pene mostra un leggero restringimento, collo del pene. Allo stato d’erezione aumenta di lunghezza, di volume e di consistenza in maniera variabile da individuo ad individuo e cambia di posizione, sollevandosi dallo scroto e avvicinandosi alla parete anteriore dell’addome; esso prende quindi la direzione della radice per cui l’angolo del pene scompare completamente. Anche durante l’erezione, l’organo mantiene la forma di un cilindro un po’ appiattito in senso anteroposteriore, con una faccia inferiore che presenta nella parte mediana una sporgenza longitudinale determinata dall’uretra. Il glande rappresenta l’estremità distale del pene. Allo stato di flaccidità il glande è totalmente o parzialmente ricoperto da una piega cutanea, il prepuzio. Di colorito roseo, il glande presenta una superficie liscia e ha la forma di un cono a base molto larga e apice arrotondato. Sulla superficie inferiore, il prepuzio è attaccato al glande dal frenulo, costituito da una piega longitudinale di pelle. La separazione del prepuzio dal glande sottostante è talvolta incompleta nel neonato e nell’infante (fimosi). Il totale scappucciamento del glande avviene di solito col tempo, perché le piccole aderenze, che collegano il prepuzio al glande e impediscono che venga del tutto scoperto, a poco a poco si rompono, anche grazie all’azione dello smegma (sostanza bianca-giallastra) che produce attrito e separa le pareti. Il prepuzio è una piega cutanea a forma di manicotto che origina dal collo del pene e si estende a ricoprire il glande per un’estensione variabile. A pene flaccido si può distinguere nel prepuzio un foglietto esterno e uno interno. Il foglietto esterno fa direttamente seguito al rivestimento cutaneo del pene e dopo un certo tratto ripiega su se stesso continuando nel foglietto interno il quale, scivolando sulla superficie del glande senza aderirvi, va a fissarsi all’estremità del corpo del pene. La zona di riflessione dei due foglietti prende il nome d’orifizio prepuziale che, se ristretto, può impedire il passaggio del glande (la suddetta fimosi). Durante l’erezione, per l’aumento della lunghezza del pene, il prepuzio scivola sul pene stesso ritraendosi fino a scomparire del tutto.
TESTICOLI
I testicoli o didimi, destro e sinistro, sono le gonadi maschili e svolgono le funzioni di produrre spermatozoi (spermatogenesi) e di secernere ormoni sessuali maschili (testosterone). Anche per esso soffermiamoci sulla forma e posizione. Il testicolo è un organo pari di forma ellissoidale, leggermente appiattito in senso trasversale, situato al di sotto del pene, fra la radice delle cosce; è contenuto in un sacco cutaneo, borsa scrotale, ed è appeso all’estremità inferiore del corrispondente funicolo spermatico. Ciascun testicolo risulta estremamente mobile, potendo essere spostato in tutte le direzioni; in particolare la sua posizione è strettamente legata allo stato di contrazione o di rilasciamento del muscolo cremastere e della parete della borsa scrotale. I due testicoli sono separati l’uno dall’altro dal setto scrotale; in genere il testicolo sinistro ha una posizione leggermente più bassa del destro. Il maggior asse dell’organo diretto obliquamente in basso e posteriormente con un’inclinazione di circa 45°, è lungo, nel soggetto adulto, 4-4,5 cm; il diametro anteroposteriore misura in media 3 cm, mentre quello trasversale 2,5 cm. Il peso di ciascun testicolo varia, sempre nell’adulto, da 20 g a 30 g. Di consistenza molle elastica e di colorito bianco azzurrognolo, il testicolo presenta due facce, mediale e laterale, due margini, anteriore e posteriore, e due poli, superiore e inferiore. I testicoli contengono due principali tipi di cellule, le cellule interstiziali (di Leydig), che producono ormoni steroidei, soprattutto testosterone, e le cellule tubulari, da cui derivano gli spermatozoi. Più precisamente gli spermatozoi passano dai tubuli seminiferi (contenuti nel testicolo e lunghi circa 500 metri) ad un esteso tubulo con varie circonvoluzioni a spirale che forma l’epididimo. La struttura è collegata a ciascun lato dell’uretra da un lungo tubo fibromuscolare, il vaso o dotto deferente che, nella sua estremità superiore, si espande a formare l’ampolla del vaso. Questa funge da camera d’immagazzinamento degli spermatozoi ed è situata dietro la vescica. Il processo completo della spermatogenesi ha una durata di circa settanta giorni e, diversamente dalla donna che, dopo la nascita, non produce più cellule uovo oltre quelle di cui è già dotata, l’uomo continua a produrre per tutta la sua vita miliardi di spermatozoi all’anno. Quelli non utilizzati nell’eiaculazione sono riassorbiti nell’epididimo. Le vescicole seminali sono due sacche allungate che si trovano dietro la vescica e la ghiandola prostatica. Esse secernano un significativo volume di fluido accessorio che è scaricato lungo il dotto eiaculatorio, insieme al contenuto delle ampolle dei vasi deferenti, nella parte prostatica dell’uretra; qui il tutto si mischia ai fluidi prostatici ed è prodotto quindi lo sperma. Un’ulteriore secrezione durante l’eccitamento sessuale deriva dalle ghiandole bulbouretrali (di Cowper) che si trovano ai due lati dell’uretra.
APPARATO GENITALE FEMMINILE
GENERALITA’ - L’Apparato genitale femminile è costituito da un insieme d’organi che hanno il compito di produrre le cellule germinali (gameti) femminili o cellule uovo od ovociti, di permetterne l’incontro con le cellule germinali maschili o spermatozoi ai fini della fecondazione, di accogliere il germe nel suo sviluppo durante la gravidanza e di espellerlo infine all’esterno, al loro termine. A livello dell’apparato genitale femminile si svolgono inoltre importanti funzioni endocrine, caratteristiche del sesso, che stabiliscono le condizioni idonee affinché le varie parti possano adempiere ai loro compiti. L’apparato genitale femminile svolge le proprie funzioni gametogeniche ed endocrine nel periodo che va dalla pubertà alla menopausa (periodo fertile) secondo cicli che sono regolati da influenze ormonali (cicli mestruali). Nel corso di ciascun ciclo, i vari organi vanno incontro a notevoli modificazioni strutturali e funzionali. L’apparato genitale femminile ha costituzione analoga a quella dell’apparato genitale maschile. Vi si distinguono le gonadi, le vie genitale e gli organi genitali esterni.
Gonadi femminili
- ovaie
Vie genitali
- tube uterine
- utero
- vagina
Genitali esterni
- monte di Venere
- grandi labbra
- piccole labbra
- organi erettili (clitoride, bulbi del vestibolo)
- vestibolo della vagina e imene
- ghiandole vestibolari
Residui embrionali
- apooforon
- parooforon
- appendici vescicolose
- canale di Malpigli-Gartner
Anche in questo caso soffermiamoci ad affrontare alcuni elementi dell’apparato femminile, in particolar modo le gonadi femminili (ovaie), le vie genitali (utero e vagina) e affronteremo più in dettaglio alcuni genitali esterni.
OVAIE
Le ovaie sono le gonadi femminili; producono le cellule uovo ed elaborano gli ormoni femminili (estrogeni e progesterone). Sono evidenti le analogie funzionali tra le gonadi femminili e quelle maschili che, anch’esse, presentano funzioni gametogeniche ed endocrine. Valutiamo la forma e posizione. Le ovaie sono organi pari, situati di contro alla parete laterale del piccolo bacino. Hanno la forma e la grandezza di una grossa mandorla, con il maggior asse verticale e disposto su un piano pressoché sagittale. Si possono quindi evidenziare due facce, laterale e mediale, due margini, anteriore e posteriore e due poli, superiore e inferiore. Le dimensioni medie, durante il periodo fertile, sono le seguenti: altezza 3,5 cm, larghezza 2 cm, spessore 1 cm. L’ovaia ha consistenza piuttosto dura. Il suo aspetto varia secondo le fasi della vita sessuale: prima della pubertà si presenta liscia e regolare¸durante il periodo fertile, la superficie ovarica si presenta di colorito grigio rossastro e notevolmente irregolare per la sporgenza di follicoli in via di maturazione o di corpi lutei. Con l’evolversi dell’età compaiono numerose cicatrici, esito del processo d’atresia follicolare e della regressione di corpi lutei. Dopo la menopausa, l’ovaia tende a diventare atrofica, acquista una consistenza quasi lignea e dopo i 70 anni ritorna liscia per l’atrofia delle stesse cicatrici. L’ovaia ha una posizione abbastanza variabile, poiché può seguire gli spostamenti dell’utero. Le ovaie contengono delle uova (o cellule uovo od ovuli) circondate da un raggruppamento di cellule che formano un follicolo. Ogni mese un singolo follicolo giunge a maturazione e l’ovulo è raccolto dalla fimbria della tuba di Falloppio e trasportato giù, lungo la sua lunghezza, fino alla cavità uterina.
UTERO
L’utero è l’organo della gestazione, ha cioè la funzione di accogliere l’uovo fecondato e di consentirne lo sviluppo. E’ un organo impari, che in alto riceve lo sbocco delle tube uterine e in basso si apre nella cavità vaginale. Le sue pareti sono spesse e contengono una sviluppata muscolatura liscia le cui contrazioni determinano, al termine della gravidanza, l’espulsione del prodotto del concepimento. E’ situato al centro della piccola pelvi, al di dietro della vescica e al davanti del retto. Anche in questo caso valutiamo forma e posizione. L’utero ha grossolanamente la forma di una pera con una spessa parete muscolare¸presenta una parte inferiore ristretta, la cervice o collo dell’utero, che si estende all’interno della parete anteriore della vagina aprendovisi in prossimità del suo limite superiore. Tra corpo e collo esiste un leggero restringimento, l’istmo, più evidente nelle nullipare e sulle facce anteriore e laterali dell’organo. Dicesi fondo dell’utero la parte superiore, arrotondata, del corpo, che sporge oltre un piano passante per il punto d’entrata delle tube. Nella nullipara, l’utero ha nell’insieme una lunghezza di 6-7 cm, una larghezza massima nella sua parte superiore di 3,5-4 cm e uno spessore di 2,5 cm. Il peso è di 40-50 g. Questi valori si modificano notevolmente nelle multipare, in cui l’utero acquisisce dimensioni e peso maggiori. Nel corpo dell’utero si distinguono: una faccia anteriore o vescicale che, normalmente, guarda in basso; una faccia posteriore o intestinale notevolmente convessa che guarda indietro e in alto; due margini laterali, destro e sinistro, arrotondati, dai quali si dipartono i legamenti larghi; un margine superiore che delimita il fondo ed è pressoché rettilineo e sottile nelle nullipare, grosso e convesso nelle multipare; due angoli superolaterali, a livello dei quali si sboccano le tube uterine, mentre subito al di sotto e al davanti di esse originano i legamenti rotondi dell’utero e un poco indietro i legamenti uterovarici. Il collo ha la forma più o meno cilindrica¸prima della pubertà è notevolmente sviluppato rispetto al corpo e corrisponde a circa la metà della lunghezza totale dell’utero; in seguito, specie nelle multipare, esso corrisponde ad un terzo circa dell’organo, dato il notevole sviluppo del corpo. Vi si distinguono una porzione sopravaginale, che fa seguito al corpo, separata da questo dall’istmo e una porzione vaginale, che sporge in vagina. L’intersezione della vagina sul collo avviene secondo un piano obliquo in basso e in avanti, in modo che mentre la porzione sopravaginale è più estesa anteriormente, quella vaginale lo è posteriormente. Date le modalità d’inserzione della vagina, tra la parete interna di questa e la superficie esterna del collo si stabilisce uno spazio circolare, più profondo posteriormente, il fornice vaginale. L’utero è situato pressoché al centro della piccola pelvi: nella norma l’orifizio uterino esterno si trova all’altezza del margine superiore della sinfisi pubica. Spostamenti in toto dell’utero da questa posizione sono definiti anteposizione, retroposizione, lateroposizione destra e sinistra, abbassamento, elevazione. Normalmente, l’asse longitudinale dell’utero non coincide con quello della vagina, ma forma con esso un angolo aperto in avanti (antiversione fisiologica). In condizioni particolari si può verificare una retroversione uterina. In una minoranza di donne l’utero è retroverso.
VAGINA
La vagina è un condotto muscolomembranoso, impari e mediano, che rappresenta l’ultimo tratto delle vie genitali femminili; fa seguito all’utero e, dopo aver attraversato il pavimento pelvico, si apre nel vestibolo della vagina. E’ l’organo della copula e riceve dunque lo sperma al momento dell’accoppiamento; serve inoltre a dar passaggio al flusso mestruale, ai prodotti di secrezione uterina, e al momento del parto, al feto e suoi annessi. La vescica e l’uretra le stanno davanti, il retto dietro. Circa la forma e la posizione in condizioni di vacuità, la vagina è schiacciata in senso anteroposteriore per quasi tutta la sua lunghezza; la parete posteriore e quella anteriore si applicano l’una contro l’altra, per cui la cavità diviene virtuale e, se osservata in sezione trasversale, ha una forma che ricorda quella di un’H. Questa forma cambia sia nella sua estremità superiore sia in quella inferiore, per adattarsi alle parti vicine. In alto, la vagina ha una forma regolarmente cilindrica, inserendosi sul collo dell’utero in modo da formare attorno ad esso una specie di sacco, detto fornice vaginale. Il fornice è comunemente diviso in diversi segmenti, detti fornici anteriore, posteriore e laterali, destro e sinistro. Di questi, il fornice posteriore è il più profondo e in corrispondenza di esso la parete vaginale è particolarmente sottile e a diretto contatto con il peritoneo. In basso, a livello del vestibolo, la vagina assume una forma ellittica a diametro maggiore sagittale e il suo orifizio esterno è parzialmente chiuso, nella vergine, da un sepimento cutaneomucoso, l’imene, che separa la vagina del suo vestibolo. La vagina è posta in parte nella piccola pelvi, in parte nel perineo; si porta obliquamente in basso e un poco in avanti, formando, con un piano orizzontale condotto alla sua estremità inferiore, un angolo aperto indietro di 65-70%. L’asse della vagina e quello dell’utero formano un angolo aperto verso la sinfisi pubica che varia in diverse condizioni: retto od ottuso nelle vergini e nelle nullipare, acuto nelle multipare. Ha una lunghezza media di circa 7 cm se si considera la parete anteriore; oppure di circa 8 cm se si considera quella posteriore, poiché quest’ultima si attacca ad un livello superiore sul collo uterino. La vagina è un organo estensibile, e questo è capibile se pensiamo alla facilità con cui si dilata per dare passaggio al feto nel momento del parto; nello stesso tempo è anche un organo molto elastico tanto che, dopo la distensione, ritorna pressoché alla forma primitiva. Per lo studio dei rapporti, si considerano nella vagina una parete anteriore, una parete posteriore e due margini o pareti laterali.
MONTE DEL PUBE O DI VENERE
Si presenta come una regione triangolare sporgente, situata in corrispondenza del pube, limitata lateralmente dalle pieghe inguinali e in continuazione superiormente con l’ipogastrio e in basso con le grandi labbra. La cute che lo riveste è glabra in età prepuberale. Dopo la pubertà si ricopre, insieme alle grandi labbra, di lunghi peli. L’epidermide è spessa e nel derma si possono trovare ghiandole sudoripare e sebacee.
GRANDI LABBRA
Sono due grosse pieghe cutanee a diametro maggiore anteroposteriore che delimitano un’apertura, la rima vulvare. In ciascuna di esse si possono considerare: una faccia laterale, una faccia mediale, una base, un margine libero inferiore e due estremità, anteriore e posteriore. Le grandi labbra sono formate da due strati: cute e connettivo sottocutaneo.
PICCOLE LABBRA
Sono due pieghe cutanee appiattite, comprese tra le grandi labbra. Delimitano tra loro il vestibolo della vagina. In ciascuna di esse si possono considerare due facce, laterale e mediale, un margine inferiore libero, una base e due estremità, anteriore e posteriore. Le piccole labbra sono rivestite da un sottile strato cutaneo, fortemente pigmentato, privo di peli e di ghiandole sudoripare. Sono presenti sebacee particolari che, nella piena maturità sessuale, secernono una sostanza bianca, simile allo smegma prepuziale.
CLITORIDE
Si può dividere in tre parti e precisamente in due radici, il corpo e il glande. Le radici, omologhe dei corpi cavernosi del pene, sono formazioni cilindriche e simmetriche. Portandosi in alto e medialmente le radici si uniscono al davanti della sinfisi pubica, in una formazione impari, il corpo del clitoride. Quest’ultimo è avvolto da una membrana fibroelastica ed è mantenuto nella sua posizione da formazioni legamentose che lo fissano alla sinfisi pubica e alla linea alba. Superiormente e lateralmente il corpo e il glande del clitoride sono ricoperti dal prepuzio, piega cutanea dipendente dalle piccole labbra. Il prepuzio non aderisce intimamente al glande, rimanendo tra le due formazioni una piccola fessura, dove è possibile trovare un prodotto di desquamazione epiteliale, lo smegma clitorideo. I corpi cavernosi che costituiscono le radici e il corpo del clitoride hanno struttura analoga a quelli del pene. Sono rivestiti esternamente da una tonaca albuginea e risultano formati da tessuto cavernoso. Quando le due radici si uniscono a formare il corpo, anche l’albuginea si unisce a formare un setto mediano, caratterizzato da numerosi fori che consentono ai vasi delle due parti di porsi in comunicazione. Il glande è rivestito da un sottile strato cutaneo. Internamente il tessuto cavernoso è scarsamente rappresentato, prevalendo la componente connettivale su quella vascolare. La descrizione anatomica qui riportata, non pretende di essere un trattato di medicina, ma di dare alcune informazioni che sono necessarie per conoscere come sono composti genitali sia maschili sia femminili, così da prendere visione di una parte del corpo che spesso è sconosciuta.
Si può dividere in tre parti e precisamente in due radici, il corpo e il glande. Le radici, omologhe dei corpi cavernosi del pene, sono formazioni cilindriche e simmetriche. Portandosi in alto e medialmente le radici si uniscono al davanti della sinfisi pubica, in una formazione impari, il corpo del clitoride. Quest’ultimo è avvolto da una membrana fibroelastica ed è mantenuto nella sua posizione da formazioni legamentose che lo fissano alla sinfisi pubica e alla linea alba. Superiormente e lateralmente il corpo e il glande del clitoride sono ricoperti dal prepuzio, piega cutanea dipendente dalle piccole labbra. Il prepuzio non aderisce intimamente al glande, rimanendo tra le due formazioni una piccola fessura, dove è possibile trovare un prodotto di desquamazione epiteliale, lo smegma clitorideo. I corpi cavernosi che costituiscono le radici e il corpo del clitoride hanno struttura analoga a quelli del pene. Sono rivestiti esternamente da una tonaca albuginea e risultano formati da tessuto cavernoso. Quando le due radici si uniscono a formare il corpo, anche l’albuginea si unisce a formare un setto mediano, caratterizzato da numerosi fori che consentono ai vasi delle due parti di porsi in comunicazione. Il glande è rivestito da un sottile strato cutaneo. Internamente il tessuto cavernoso è scarsamente rappresentato, prevalendo la componente connettivale su quella vascolare. La descrizione anatomica qui riportata, non pretende di essere un trattato di medicina, ma di dare alcune informazioni che sono necessarie per conoscere come sono composti genitali sia maschili sia femminili, così da prendere visione di una parte del corpo che spesso è sconosciuta.
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