Molti uomini si sentono letteralmente “castrati”, quando la donna ricopre un ruolo centrale e determinante nella coppia, sia da un punto di vista economico, che di prestigio sociale.
Sono soprattutto l’insicurezza e la perdita di autostima ad alimentare la “guerra fredda”, che molti mariti muovono contro le mogli in carriera. Avere una compagna che guadagna di piu’, o che è molto ricca, o che fa brillare il marito di luce riflessa è un affronto per l’uomo.
Infatti essere “superati” sul piano economico o sociale è qualche cosa che intacca l’identità sessuale del maschio, che si sente così destituito del proprio ruolo: essere il perno vitale della famiglia attorno al quale ruota il benessere dei componenti. Da un punto di vita antropologico i ruoli sono sempre stati ben definiti: l’uomo cacciava per procurare cibo e benessere, la donna rivestiva un ruolo subalterno.
Insomma gli uomini sono convinti di portare nel loro dna la supremazia economica!
Nel caso in cui l’uomo venga destituito dal suo trono e diventi un “principe consorte” puo’ subentrare un meccanismo vendicativo, che arriva a compromettere seriamente anche la sfera sessuale. Capita spesso che casi di eiaculazione precoce o deficit erettile abbiamo come causa scatenante la volontà inconscia di “punire” la donna negandole il piacere. Infatti, dato che la donna fa sentire “inferiore” l’uomo, questi inconsciamente la punisce con un’ intimità poco gratificante : “tu mi fai sentire una nullità come uomo, allora io ti sfido sullo stesso piano, mettendo in discussione il tuo ruolo di femmina“.
A conferma di questa difficoltà dell’uomo nell’accettare un maggiore prestigio o la ricchezza della partner è stato condotto uno studio dal sociologo Edward Laumann dell'Università di Chicago sui comportamenti sessuali, che ha messo in luce come il sesso risulti più soddisfacente nei paesi in cui le relazioni tra uomini e donne sono paritarie, mentre dove non c’è una “parità” o economica o di status, e la donna supera l’uomo, inevitabilmente si instaurano meccanismi di rivalità e vendetta.
Il problema non è solo nella perdita di autostima maschile, ma spesso questa insicurezza finisce per riflettersi anche sulle donne, che diventano più propense a mettere in dubbio la loro femminilità e di riflesso la virilità del compagno, e sono assillate dai sensi di colpa.
L’importante sarebbe non vedere ne principi consorti, ne regine, ed imparare a non proiettare sull’altro le nostre aspirazioni e aspettative, ma accettare il partner per quello che è: una persona non da invidiare o da cambiare, ma da accettare ed amare!
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